26-ALEX

1.5K 82 0
                                    


«Ti prego Eva, parlami», la implorai mentre, singhiozzando, si stringeva nel mio abbraccio.

Si passò una mano sotto gli occhi per togliersi le lacrime. «Va bene», sussurrò.

Eva prese un respiro. «Tre anni fa i miei genitori si sono separati. Per me è stato un brutto colpo, molto brutto a dire il vero. In quel periodo credevo di poter impazzire e forse è anche successo, ma ora le cose sono cambiate. Frequento un'ottima università, vivo con la mia migliore amica, ho un fidanzato che mi ama moltissimo nonostante io non lo meriti e... ho te», disse fissandomi.

Anche io la amavo tantissimo. L'abbracciai forte e la strinsi al petto. «Ti amo», sussurrai.

Eva si scostò e mi fissò con gli occhi colmi di lacrime. «Io non merito il tuo amore, Alex. Io non sono altro che una stronza bastarda!», mormorò e io mi infuriai.

«Non dire mai più una cosa del genere, capito? Tu non sei una stronza bastarda e inoltre sta a me scegliere se puoi meritare il mio amore e io dico di si», ammisi.

Eva mi abbracciò fortissimo e mi baciò con passione. «Comunque...», disse alzandosi dal divano, «Anche io ti amo.»

Sorrisi e la raggiunsi in bagno. Eravamo seduti entrambi in vasca, Eva tra le mie gambe e io che le lavavo i capelli.

«Alex tu credi nel paradiso?», mi chiese d'un tratto.

Alzai un sopracciglio sorpreso. «Non saprei, certo vorrei che ci fosse, ma non so nulla di concreto», risposi sperando di aver attenuato i suoi dubbi. «E tu?»

Eva si accoccolò contro di me. «Si, io credo che esista. Credo che sia esattamente questo, io e te, insieme», disse e poi, voltandosi, mi baciò.

«Domani parlerai davvero a Francesco?», chiesi mentre ci stavamo rivestendo.

«Si Alex, devo dirglielo, sento che gli devo almeno questo», disse con gli occhi velati di tristezza.

Mi sdraiai a letto e abbracciai Eva fino a che non mi addormentai.

Il mattino seguente, quando aprii gli occhi, lei era ancora lì, sdraiata al mio fianco che dormiva. Era stupenda. I capelli le ricadevano in modo disordinato sul volto e il suo volto aveva un'espressione serena. In quel momento pensai che avrei voluto passare così il resto delle mie mattinate, con lei al mio fianco. Sbarrai gli occhi all'improvviso, terrorizzato da ciò che stavo pensando.

Era troppo presto per tutto questo, io non ero così imprevedibile. Cosa diavolo mi stava accadendo? Semplice, ero innamorato, ma questa volta sul serio. Sentivo di aver trovato finalmente la persona giusta per me. Un raggio di sole si scagliò sulla sua pelle, rivelando un segno. Una cicatrice? Era proprio sopra all'altezza dell'anca. In un primo momento pensai fosse un intervento di appendicite, ma poi notai che si trovava sul fianco sinistro. Rimasi con il dubbio tutto il giorno.

Mi alzai e andai a farmi la doccia, dopo di che, con solo l'asciugamano in vita, come tradizione, feci il caffè. Mentre lo versavo nelle tazze, la ragazza che aveva dormito assieme a me, mi raggiunse.

«Wow, credo che per la prima volta in vita mia non ho bisogno del caffè per svegliarmi», disse con un sorrisetto sulle labbra, prima di venire a darmi un bacio.

«Vediamo un po' cosa c'è qui sotto», mormorò, le labbra a contatto con le mie, mentre le sue dita stavano freneticamente sciogliendo il nodo.

Una volta sciolto, l'asciugamano cadde a terra, lasciandomi totalmente nudo davanti a lei.

Eva mi baciò con passione, facendo percorrere le mani su tutto il mio corpo. Le sue labbra scesero sul mio collo per poi raggiungere il petto. Quando le sua lingua leccò l'ombelico, avevo capito le sue intenzioni.

«Piccola, non sei obbligata», mormorai con le dita strette attorno al bordo del lavandino.

Anche se non doveva farlo per forza, una parte di me sperò che non si tirasse indietro perché dalla prima volta che l'avevo vista avevo sognato questo momento.

Eva si inginocchiò davanti a me e prima di fare qualunque cosa, con gli occhi fissi nei miei disse: «Lo so.»

  Chiusi gli occhi per il desiderio che si stava formando dentro di me. Eva era bravissima, sapeva esattamente cosa fare e dove toccare. Lei era il paradiso. Posai le mani sulle sue spalle per potermi reggere meglio, perché nonostante tutto avevo bisogno di toccarla, di constatare che lei fosse davvero lì e non solo un sogno. Quando abbassai lo sguardo e incrociai il suo, con quegli occhi da cerbiatta, sensuali da morire, non riuscii più a trattenermi. Venni urlando il suo nome. Eva si alzò e mi abbracciò mentre io ero sfinito, prosciugato e del tutto contento.

 

Andammo a lezione tenendoci mano nella mano, mentre Michela e Stefano ci camminavano a fianco.

«Ti ha avvisato Ren?», chiese Ste mentre si fumava una sigaretta.

Io accesi la mia. «No, cosa doveva dirmi?», domandai sovrappensiero.

«Della festa di Halloween.»

«Aspettate un attimo, quale festa di Halloween?», si intromise Michela.

Ste la strinse più forte a sé. «E' una stupida festa, non siamo obbligati ad andarci tesoro», la rassicurò lui.

Michela strabuzzò gli occhi con aria sconcertata. «Certo che voglio andarci!», ammise poi, rivolgendosi alla sua migliore amica, aggiunse: «Eva, dobbiamo scegliere un costume!»

Eva la raggiunse e iniziarono a discutere su quale personaggio sarebbe stato meglio interpretare. Io raggiunsi il mio amico e gli diedi una pacca sulla spalla.

«Mi spiace per te Ste, ma ora ti tocca!», ammisi ridendo e lui, imitandomi, disse: «Credo proprio di si!»


ASPETTAVO SOLO TE ( 3-The Lovers Series)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora