7-EVA

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Avevo male ai piedi. Le scarpe nuove mi dolevano come non mai. Appena entrammo in casa mi gettai sul divano per massaggiarli.

«Allora, ne vuoi parlare?», mi chiese Michela sedendosi accanto a me.

«Di che cosa?», domandai facendo delle smorfie di dolore.

«Di te ed Alex... e del quasi bacio tra voi», sostenne fissandomi seria.

«Non so di che parli, soprattutto perché non c'è stato nessun "quasi bacio"», replicai anche se non ero certa di essere onesta al 100%.

«Avanti Eva, a me puoi dirlo, sono la tua migliore amica! Cosa c'è di male se ti piace Alex?»

«Francesco?», le ricordai sbarrando gli occhi.

«So che ti spiace per lui, ma devi ammettere che tra te ed Alex c'è qualcosa, insomma se fosse per quel ragazzo ci stareste dando dentro in questo momento!», esplicò e io la fulminai con lo sguardo.

«Senti, lo so quello che dici, comunque non mi importa. Io amo Francesco e starò con lui. Certamente non lo mollo per uno che ho conosciuto solo ieri, in una discoteca poi!», dissi alzandomi.

«Dicevo solo che non dovresti sentirti in colpa, d'altra parte Francesco non c'è mai.»

«Già ma questa non è una buona scusa per tradirlo. Inoltre dopodomani iniziamo i corsi e non vedrò più nessuno dei due, quindi problema risolto!», esclamai andandomene in camera e chiudendo così quel discorso spinoso.

Quella notte feci fatica ad addormentarmi. Rivedevo il volto di Alex, il suo profilo, le sue labbra. Ricordai il brivido che mi era passato per la spina dorsale quando mi aveva stretta in un abbraccio. Era un ammasso di muscoli sui quali si stava stranamente comodi. Chiusi gli occhi e, lentamente, mi addormentai. Alle undici di mattina ero ancora nel mondo dei sogni.

«Eva!», mi chiamò Michela scuotendomi leggermente. «Eva... svegliati!»

Aprii un occhio lentamente e intravidi la sagoma della mia coinquilina. «Cosa vuoi?», borbottai nel sonno.

«Ti prego, ti devi svegliare! C'è una cosa che non immaginerai mai!», esclamò e io mi girai supina.

«Cosa c'è?», mormorai.

«Stefano mi ha chiesto di uscire!», rivelò tutta pimpante e io sbarrai gli occhi. «Davvero?»

«Si! Guarda!», disse mostrandomi il messaggio nel quale diceva che era stato bellissimo conoscerla e che voleva passare una splendida serata in sua compagnia.

«Accidenti Miky, questo è... è... straordinario!», esclamai e lei iniziò a battere le mani tutta felice. «Quando vi vedete?»

«Domani sera, credo. Non ne abbiamo ancora parlato», disse e io le accarezzai dolcemente la testa.

Quella mattina, dopo essermi alzata, andai a fare la spesa. Il negozio era vicino a casa, così decisi di andare a piedi. Era l'inizio di ottobre e, sebbene ci fosse il sole, l'aria fresca mi accarezzava la pelle. Indossavo un cappottino nero leggero, leggins e stivali dello stesso colore. In testa un cappellino grigio chiaro.

I reparti sembravano infiniti nonostante il negozio di alimentari non fosse così immenso. Aprii la mia borsa rossa e cercai la lista della spesa. Iniziai a girare per gli scaffali, cercando tutto il necessario. Infilai nel cestino che tenevo al braccio una scatola di pasta, sughi pronti, uova, farina, dentifricio e assorbenti. Una volta giunta in cassa mi imbattei in due occhi azzurri.

«Ciao», disse il ragazzo e io ricambiai. «Sono Omar, uno degli amici di Alex, tu sei Eva, vero?»

Mi voltai e lo osservai meglio. Accidenti, era il barista e il batterista della band. «Si, si sono io. È un piacere vederti», sorrisi. «Accidenti, devi essere un barman fantastico se ti ricordi il nomi di tutti!»

ASPETTAVO SOLO TE ( 3-The Lovers Series)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora