5: Cose da nerd

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"Lui non ti chiederà mai scusa, non ti vedrà mai piangere. Fingerà di non sapere che è lui il motivo per il quale stai annegando."

Quindi, la festa di sabato fu il mio pensiero fisso per il resto della settimana, perché forse C si sarebbe fatto vedere.
Dopo il suo ultimo messaggio gli avevo risposto e la conversazione andò più o meno così:

"Perché mi hai scritto?"

"Dietro ogni azione c'è un motivo...ma purtroppo non posso dirti nulla, non ancora almeno."

"Posso dire di star parlando con una celebrità? "

"Ah Lily, dal mio punto di vista sei tu la celebrità."

"Quindi mi conosci?"

"Nessuno conosce davvero le persone Lily."

"E smettila di parlare come se fossi un filosofo."

"I poeti non sono sempre ispirati da una musa?"

"Non hai fatto una grande scelta allora...e quindi sei un ragazzo?"

"È il nostro cuore a scegliere le persone Lily, e comunque no, non lo sono."

"Mi sembra di parlare con mio nonno, sicuro di non essere un maniaco? Ah no scusa, allora sei una ragazza."

"Chi può dirlo, nessuno ti dice di fidarti e no, non sono una ragazza."

"Figurati se mi fido di un profilo anonimo... ma almeno sei un essere umano?"

"...forse. Non dirmi che il mistero non ti attrae?"

"Chiamalo mistero...firmati -A e poi ne riparliamo."

"Sei divertente Lily, ma questo lo sapevo già."

"Stalker."

Sapevo quindi che C era un ragazzo, ma quel piccolo dettaglio non diceva niente sulla persona che era in realtà.
Quando arrivò il fatidico sabato io e Mary ci vedemmo a casa sua per prepararci insieme.
Odiavo Mary in quei momenti.
Doveva assolutamente scegliere lei i miei vestiti - dato che mi giudicava poco femminile - e ci metteva ore e ore solo per un paio di scarpe. Che poi erano appunto solo un paio di scarpe ma per Mary erano la cosa più importante del mondo, dopo i capelli.
Mentre la osservavo pensare alla scelta del mio outfit, una voce richiamò la nostra attenzione.
"Che state combinando?"
Suo fratello Cody ci guardava un po' arrabbiato e solo dopo capii il motivo.
Avevamo la musica al massimo del volume e lui non doveva essere disturbato. Cody aveva diciotto anni e frequentava l'ultimo anno ad un altro liceo.
Aveva cambiato scuola dopo il primo anno perché, a detta sua, non si trovava bene in quella che era l'attuale scuola mia e di sua sorella. Cody era parecchio alto, portava i capelli biondo cenere in un ciuffo e gli occhi azzurri donavano innocenza al suo viso. Non godeva di un fisico atletico anzi, aveva sempre odiato lo sport. D'altronde, era appassionato di informatica e di tutte quelle cose da nerd che non starò qui a spiegarvi. Lui era un genio. Prima dei suoi 18 anni era conosciuto da tutti per essere un ragazzo simpatico, spigliato e in gamba. Con gli anni però, qualcosa era cambiato. Si era chiuso in se stesso completamente: non parlava quasi mai e soprattutto non parlava più con me.
Non avevo mai chiesto a Mary il motivo, perché forse nemmeno lei lo sapeva davvero. Infatti mi ritrovavo a non sapere quasi più nulla su di lui, mi sembrava che gli piacesse la fotografia in quel periodo.
Il ragazzo indossava una felpa nera molto larga quel giorno e ci guardava infastidito.

"Potete abbassare questa cazzo di musica?"

"Scusa, non ce ne siamo accorte."
Risposi in imbarazzo.
Mary sbuffò e alzò gli occhi al cielo.

"Non rompere le palle e torna a fare il nerd nella tua stanza."
Odiavo trovarmi in quelle situazioni, ma per fortuna Cody lasciò la stanza senza aggiungere altro, non prima di averci lanciato un'occhiata che mi mise i brividi.

"Ho scelto!" Urlò Mary compiaciuta e io mi preparai psicologicamente a ciò che mi avrebbe fatto indossare.

"Sei proprio sicura?"
Fissavo insicura la mia figura allo specchio.
Mi aveva costretta ad indossare una gonna nera stretta, un top bianco e dei maledetti tacchi.

"Stai benissimo."
Scandì bene ogni parola e annuì compiaciuta.

"Bene, ora tocca a me."
Sorrise e tornò con la testa nell'armadio.

Io odio la lettera CDove le storie prendono vita. Scoprilo ora