11: Mister blacky

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"Black is my happy color."

"Sei così famoso che ti chiedono le interviste? Sei sicuro di voler ancora parlare con me?"

"È rinunciare a colei che mi ha ispirato?"

"Credo ancora che tu sia uno stalker. "

Era sabato e cercai di prepararmi psicologicamente a quella serata. Mary aveva invitato parecchie ragazze della scuola, ma solo 10 avevano accettato di venire. E di quelle 10, solo 5 vennero davvero, e di quelle 5 ragazze ne conoscevo solo due: Lisa e Tina, due gemelle che conoscevamo dalle medie. Andai a casa della mia migliore amica molto presto e la aiutai a preparare un po' di cose. I suoi genitori sarebbero usciti, e suo fratello non avrebbe dato sicuramente problemi: era davvero silenzioso.
Io e Mary preparammo qualcosa da mangiare, alzammo la musica al massimo e iniziammo a pensare a cosa potevamo fare dopo.
E mentre la voce di Ed Sheeran risuonava nella casa, un'altra voce fastidiosa interrompeva quel momento.

"Mary! Puoi venire un attimo?"
Cody urlò dall'altra stanza e la sorella sbuffò.

"Puoi andare tu? Digli che mi sto mettendo lo smalto."
Rise per poi tornare a guardare il cellulare.

"D'accordo." Deglutì. Ero nervosa.
Forse il cielo voleva aiutarmi nel mio piano, ma io non riuscivo a trovare più il coraggio di parlargli.

Aprì la porta della sua camera, non ci entravo da un po' di tempo e non era cambiata molto. Si era aggiunto qualche poster e una strana collezione di bottiglie di birra. Cody era seduto alla scrivania intento a studiare qualcosa, indossava una felpa nera e un pantalone di tuta dello stesso colore.
Sorrisi quando mi venne in mente un ricordo.

"Ti ricordi quando ti chiamavo Mister Blacky?"
Lo chiamavo così da piccolo perché si vestiva sempre e solo di nero, e col tempo le cose non erano affatto cambiate.
Cody si girò di scatto verso di me quando sentì la mia voce.

"Oh ciao Lily, non sapevo fossi qui."

"Mary non poteva venire e ha mandato me." Mentì e lui annuì.

"Comunque mi ricordo di quel soprannome, e lo odiavo."
Disse facendo un sorrisetto.
"E Mary sta facendo finta di mettersi lo smalto vero?"
Sorrise e io annuì divertita.
Si conoscevano troppo bene.

"Comunque volevo solo chiederle di abbassare la musica." disse con un'espressione seria.

"Come sempre."
Risi.
Non ce la facevo a dire altro così decisi di lasciar perdere.

"Vado ad abbassare il volume." Sospirai.
Mi voltai per tornare indietro ma la sua voce mi bloccò.

"Ehi Lily voi avete un pigiama party qui tra poco, vero?" Chiese e io annuì con la testa.

"Vi dispiace se anche io invito degli amici a casa? Non mi va di uscire." Alzò le spalle e io strizzai gli occhi per l'inconveniente.
Ci mancava solo questo: ragazzi adolescenti alle prese con gli ormoni impazziti che si mischiavano alle amiche di Mary che indossavano solo abiti striminziti e che a fatto di ormoni non stavano tanto meglio. Perfetto.

"D'accordo, lo riferirò a Mary." Dissi e
me ne andai sperando che la risposta della mia migliore amica sarebbe stata negativa, non volevo altra gente in casa, perlopiù dei ragazzi. Ma non avevo speranze perché d'altronde, stavo parlando di Mary.

Io odio la lettera CDove le storie prendono vita. Scoprilo ora