8: Era proprio lui

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"Smettiamo di essere invisibili quando ci mostriamo agli altri per come siamo davvero."

Grazie al post di C capii che nessuno, se non io stessa, mi aveva reso invisibile. Ero stata io inconsapevolmente a fare quella scelta. Passavo inosservata cercando di non farmi nemici, in quel modo tutto sarebbe stato più semplice. Ma andando avanti mi resi conto che nel cercare di essere invisibile, inevitabilmente lo diventai davvero. In tutta la scuola erano forse tre persone a conoscere il mio nome, e la mia invisibilità mi aveva fatto perdere molte occasioni e anche la parte bella della adolescenza. Mi resi conto che non erano gli altri a rifiutarmi, ero io a farlo. La vita è fatta di molti momenti difficili, ma il modo in cui noi reagiamo ad essi può influenzare molto la felicità che viene dopo. Perché nella vita sta a noi scegliere se guardare il bicchiere mezzo vuoto o il bicchiere mezzo pieno, e io probabilmente avevo passato sedici anni a fare una miriade di scelte sbagliate. Ma forse potevo ancora rimediare, in fondo nulla è perduto. E tutto questo grazie a C. Non sapevo niente di lui ma non riuscivo a smettere di pensarci. Giocava con la mia mente e stuzzicava il mio interesse. Non sapevo se si trattasse di una presa in giro o di un gioco, ma era la cosa più malata e interessante che succedeva nella mia vita dopo tanto tempo.

Quella mattina tra i corridoi della scuola girava una voce, una grande novità: c'era un ragazzo nuovo.
E un ragazzo nuovo, in quel liceo, significava due cose: una nuova persona da prendere in giro, o una nuova persona da dover conquistare.
Girai per la scuola facendo caso ai volti di tutti sperando di scorgere qualche viso non familiare. Ma erano tutti fottutamente uguali in quella scuola.
Si vestivano allo stesso modo, parlavano allo stesso modo. Sperai di non essere anche io come loro.
Andai al corso di spagnolo ed era proprio lì che mi aspettava una sorpresa.

"Hola a todos"
Iniziò la professoressa, e accanto a lei c'era un ragazzo. Era proprio lui. Quello nuovo.

"Oggi vorrei presentarvi Christian Murphy, viene dalla California e si è appena trasferito. Dategli il benvenuto."
Sorrise la prof seguita da un nostro piccolo applauso.
Il ragazzo si presentò a sua volta per poi sedersi due banchi dietro di me.

"Empezamos..."

***

Tutti quel giorno parlavano del ragazzo nuovo e io e Mary lo stesso.
Era un bel ragazzo tutto sommato:
Aveva i capelli castani raccolti in un ciuffo voluminoso, gli occhi erano color nocciola, era alto e sembrava avere un buon gusto nel vestire.
Quel Christian sicuramente era entrato a far parte della seconda categoria delle persone nuove: lui era una persona da dover conquistare.
Lo vidi alla mensa seduto da solo ad un tavolo, che veniva però continuamente affollato da alcune ragazze della scuola.
Lo fissai a lungo e lui se ne accorse perché per un attimo i nostri sguardi si incrociarono, e fu lì che mi ricordai di averlo già visto. Era il ragazzo con cui mi ero scontrata al supermercato la sera in cui l'anonimo fece la sua comparsa.Questo significava che era in California già da un po'. Christian rise sotto i baffi perché probabilmente mi riconobbe anche lui. Distolsi lo sguardo e prestai attenzione al messaggio che stavo scrivendo a C.

"Non vorrei farti montare la testa, so che hai già tanti fan a scuola ma voglio dirtelo lo stesso. Per quanto strani siano i tuoi post e per quanto tu stesso sia un tantino inquietante, i tuoi post mi stanno aiutando ad avere una diversa visione delle cose."

Mi guardai intorno per cercare Chad con lo sguardo, ma non lo trovai.

"Sono onorato di essere una fonte d'ispirazione per te, Lily, e se vuoi montarti la testa anche tu ti rivelo che sei tu ad ispirare le mie parole."

Io odio la lettera CDove le storie prendono vita. Scoprilo ora