6: Non sempre si supera il dolore

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"Era di una profonda bellezza e di una intelligente superficialità."

Poco tempo dopo eravamo pronte per uscire e ci recammo a casa di Chad in orario.
Arrivammo a casa sua in pochi minuti dato che abitavamo tutti molto vicini.
Ci fermammo fuori la porta e presi un lungo respiro prima di bussare.
D'altronde, la musica era altissima e i ragazzi erano già ubriachi, e non capii mai come Chad riuscì a sentire quel campanello.

"Ragazze! Entrate!"
Chad ci salutò allargando le braccia.

"Come butta."
Zac arrivò dando una spallata al suo amico, non era in ottime condizioni, ma fece sorridere Mary.

Ci accomodammo nella grande casa, mentre io mi osservavo attorno e imprecavo per il brutto odore.

Le feste tra adolescenti potevano, nonostante il casino, rivelarsi spesso noiose. Ma quelle di Chad, venivano sempre animate da qualche gioco imbarazzante.
Un gruppo di ragazzi propose di giocare a "7 minuti in paradiso" , era un gioco che avevo visto spesso nei film e non mi piaceva come andava a finire.
Si riunì un piccolo cerchio dal quale mi sarei esclusa subito, se solo non fosse stato per la mia migliore amica insistente. Così, mi ritrovavo chiusa in quel cerchio osservando le facce di quegli adolescenti ubriachi e vogliosi di qualche gossip. Tramite sorteggio venivano scelte le due persone che si sarebbero dovute chiudere in uno sgabuzzino per sette minuti, e io tremavo come se stessi attendendo la mia morte.

"Allora..."
Cominciò Mila, una ragazza del terzo anno, guardando qualcosa sul cellulare.
"Mary con... Ryan!"
Mary mi guardò triste, Ryan non era Zac, ma era comunque un bel ragazzo.
Nei turni successivi notai che il mio nome non veniva pescato mai, ringraziai il cielo e osservai Chad.
Disse qualcosa a Mila e lei annuì con un sorrisetto. Chiamò i nomi successivi e capii subito ciò che era successo poco prima.
"Chad e... Lily!"
Mi alzai con una faccia sconcertata e seguì Chad nello stanzino delle torture.

"Fa caldo qui"
Fu la prima cosa che riuscì a dire a Chad, chiusa in quello sgabuzzino stretto con lui. Eravamo vicinissimi e il suo bel faccino non aiutava. Il ragazzo era un po' brillo e sorrise per qualche secondo.

"Ho chiesto a Mila di farci capitare insieme"
Ammise tranquillo con un'espressione da bambino. Lo guardai stupita.

"Perché proprio io?
Ci conosciamo da sempre."
Mi sentivo veramente a disagio, ma a lui non interessava.

"Perché mi manca passare tempo con te."
Disse e lo incitai con lo sguardo a continuare.

"Ricordi? Il primo anno di liceo stavamo sempre insieme."
Lo guardai di nuovo con aria sorpresa, e capii dal suo sguardo che non aveva finito il discorso.

"Sei la ragazza più vera che io conosca Lily, e stavo davvero bene con te."

"Anche io stavo bene con te."
Sorrisi imbarazzata e ci guardammo per un po'.

"Vorrei tornare ai vecchi tempi Jones."
Sorrise con un occhiolino che mi mandò in paradiso.
Annuì con il capo e restai con lui per altri quattro minuti.

Quando uscimmo Mary mi lanciò subito un'occhiata interrogativa, ma le feci capire dal mio sguardo che non era successo ciò che pensava, anche se forse era accaduto più del dovuto.
Tornammo a sederci nel cerchio e fui invasa da tanti pensieri. Come, perché Chad voleva riavvicinarsi a me dopo due anni? Ma la cosa che più mi sconvolse la serata, non furono le strane parole di Chad, ma i messaggi di C. Prima di andare alla festa gli avevo scritto se ci sarebbe stato ma lui, ovviamente, non aveva risposto. 
"Ti ho già detto di fare domande intelligenti, ora riempiamo questo silenzio con delle parole?"
Decisi di rispondere subito, pensando alla risposta più giusta.

"Il silenzio non sempre va riempito."
Scrissi e aspettai risposta che non tardò ad arrivare.

"E il dolore non sempre si  supera."

"non fa una piega."
Scrissi confusa per poi posare il telefono e prestare attenzione al gioco.
Osservai tutte le persone che stavano usando il telefono in quel momento, pensando che C poteva essere uno di loro.

Io odio la lettera CDove le storie prendono vita. Scoprilo ora