Almeno una volta ciascuno di noi ha pensato al giorno in cui la vita a cui è abituato fin da quando ha emesso il suo primo respiro finirà. Si spera che quel giorno arrivi il più tardi possibile, e che la nostra uscita di scena non sia dolorosa, ma tutti noi sappiamo di dover abbandonare questo mondo, prima o poi. Eppure continuiamo a vivere come se dovessimo farlo per sempre, senza sapere quanti domani abbiamo ancora di fronte o se ne abbiamo.
Dico 'continuiamo' perché io sicuramente non sono diversa dagli altri.
Vent'anni compiuti da poco, appena iscritta alla facoltà di Medicina e con una vita intera da vivere.
Quando saluto la mia migliore amica frettolosamente, perché la festa a casa sua mi ha intrattenuto più del previsto e non voglio che mia madre mi cavi gli occhi, non so che questo è stato il mio ultimo giorno.
Non letteralmente, non sono morta, ma quasi.
"Domani mi racconti del tuo intenso bacio con Luca." Mi prende in giro Serena, sulla soglia di casa. Dal tono di voce, capisco che non è molto contenta.
"E' stato solo un bacio, probabilmente domani neanche gli parlerò." Rido. "Ci vediamo, o mia madre..." E mi passo l'indice sulla gola, rappresentando un omicidio.
Lei ride. "A domani tesoro, e fammi sapere quando arrivi." Sorrido, perché Serena mi raccomanda sempre di guidare con prudenza e di darle notizia del mio arrivo a casa, e salgo in macchina.
Prima di partire, mi prendo un secondo, e poggio la nuca sul poggiatesta.
Il bacio con Luca è stato forse il più brutto della mia vita. Il senso di nausea non ha mai abbandonato il mio stomaco.
Ho ben presente che tipo sia e, sebbene sia grazie a lui che la verità è venuta a galla, il suo comportamento non è stato meno viscido di quello del suo amico.
Tuttavia, sebbene io non sia una che bacia ragazzi a caso o per ripicca alle feste, dovevo provare a baciare qualcun altro – e possibilmente qualcuno che lui conoscesse anche piuttosto bene- dopo...
Ricaccio indietro il dolore, mi sono autocommiserata anche troppo per quell'idiota, e metto in moto.
La mia piccola scatoletta arrugginita, come la chiamo io, parte con il solito rumore un po' troppo accentuato, a cui però mi sono abituata.
Lancio un'occhiata all'orologio e in automatico premo il piede sull'acceleratore.
Già sento nelle orecchie la voce di mia madre.
No, non ho una mamma orribile, anzi, non la scambierei con nessun'altra mamma al mondo, anche se non sempre glielo dimostro. E' solo che è un po' troppo apprensiva, dove 'apprensiva' è un vero e proprio eufemismo.
Il mio cellulare squilla sul sedile accanto al mio, ma lo ignoro. Niente cellulare alla guida.
Nè alcool, né nient'altro che possa mettere a rischio la mia vita o quella di qualcun altro con la sola colpa di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Canticchio la canzone che viene fuori dal mio cellulare, perché ovviamente quest'aggeggio non è in possesso di una radio. Quando convincerò mia madre a comprarmi un'auto nuova?
Sono stati così i miei ultimi momenti di quella vita.
Pensavo a un'auto nuova, alla canzone che stavo canticchiando, agli imminenti rimproveri di mia madre, alla festa a cui ero appena andata.
Nessuno sa quali siano i suoi ultimi secondi, fino a quando quelli non arrivano.
Vedo il camion venire velocemente molto vicino a me, freno con tutte le mie forze, ma quello va troppo veloce, e sembra che il conducente non mi abbia visto. Suono il clacson ripetutamente, con tutta la forza che ho, e leggo il panico negli occhi dell'autista quando si accorge che non riuscirà a frenare in tempo.
In questi secondi, vedo la mia vita scorrere davanti ai miei occhi. Le persone che amo e che non vedrò più, la mia cagnolina che mi aspetta a casa per le coccole della buonanotte, Serena che aspetta domani per parlare della mia bravata alla festa, mia madre che non mi vedrà tornare a casa, mio padre che si sveglierà e rassicurerà mia madre, dicendole che sono solo in ritardo, senza sapere ancora che la mia vita si è fermata una comune sera di maggio.
Lo stridio dei freni anticipa il colpo, il rumore dei vetri è un sottofondo al dolore lancinante alla testa e, prima del buio totale, eccolo lì, il mio assurdo ultimo desiderio.
LUI.
Tra le mille cose che sarebbe logico desiderare, l'unica che si fa strada dentro di me in questo terribile momento è che io possa vedere lui anche un'altra sola volta. Perché non sono ancora pronta a dirgli addio.Cosa ve ne pare? Volete che la continui? Lasciate una stellina e un commento per farmelo sapere!
STAI LEGGENDO
Ricordami di amarti
ChickLit[ COMPLETA] Appena iscritta alla facoltà di medicina, Sole non si aspetta di certo che in una sera di maggio, la sua comune vita da ventenne sia del tutto sconvolta. Quando un incidente le porta via la memoria, Sole continua ad andare avanti per ine...