Ale.

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Guardo ancora una volta il cellulare, per controllare che ore siano.
Sole è andata a mangiare una pizza con Serena, perciò a breve dovrebbe tornare, o almeno spero, per il bene del mio cuore, che a questa velocità rischia di schizzarmi fuori dal petto prima che io riesca a dirle 'Ciao.'
Sono sicuro che inserirò questa giornata nella Top 10 delle più brutte della mia vita.
Aver visto Sole con Luca e poi essere venuto a sapere da Serena che Sole era in ospedale è stato un duro colpo alla filosofia del prendere la vita con leggerezza che ho tatuato sulla mia pelle. Mi sono praticamente catapultato in ospedale, ben sapendo che Sole non mi avrebbe voluto lì.
Ma è una cosa così incomprensibile che io volessi vederla e accertarmi con i miei occhi che stesse bene?
Ne ha passate talmente tante che alla vista del suo viso stanco quando è uscita dal Pronto Soccorso, avrei solo voluto prenderla tra le braccia e portarla via da tutto questo dolore. Perché le cose brutte accadono sempre a chi non le merita?
Ci fossi stato io in quell'incidente, avrei anche potuto pensare ad una sorta di giustizia divina per tutto il male che ho fatto alle persone -a mia discolpa posso dire che la maggior parte delle volte non era mia intenzione-, ma Sole?
Il mondo è fortunato che esistano persone come lei, eppure fa di tutto per eliminarla.
Do un calcetto ad un sassolino sul marciapiede, che rotola lontano da me.
Avrei voluto restare con Sole a mangiare una pizza, ma era giusto che io non disturbassi il momento tra lei e la sua migliore amica, e soprattutto non prima di aver capito se mi odia ancora o se ho una minima speranza di essere perdonato.
Nella prima opzione, penso che prenderò il primo volo per il posto più lontano da qui.
Forse sono un idiota, ma non penso di essere in grado di vedere Sole e di non poterla tenere tra le braccia o di non poter baciare le sue labbra.
Il suono del motore di un'auto mi fa voltare in tempo per vedere Sole salutare Serena con una risata e un bacio sulla guancia.
Per un istante, rimango imbambolata a fissarla, colpito da quanto sia bella dopo aver passato uno dei momenti peggiori della sua vita.
La sua bellezza mi farà sempre sentire così?
Lei scende dall'auto e, dopo un ultimo saluto alla sua amica, si gira e mi vede.
La vedo bloccarsi e mi chiedo se non stia valutando l'idea di correre dall'altra parte della strada.
Mi avvicino e, prendendola per un polso, la tiro via dalla carreggiata. Devo aver usato un po' troppa forza, perché lei viene a sbattere contro il mio petto e io mi perdo per un attimo nel suo profumo di vaniglia. "Basta con gli incidenti, per oggi." mormoro, allontanandomi un po' per schiarirmi le idee.
La guardo in viso per cercare di capire se è felice di vedermi, ma la sua espressione è indecifrabile e io comincio a pensare di aver fatto una cazzata a venire qui.
"Se vuoi andare a dormire perché sei stanca, posso... Posso rimandare quello che ho da dirti a un altro giorno." Dico, deglutendo.
"E scamparla così? Dimmi pure, sono curiosa di ascoltarti."
E' il momento di tirare fuori le palle, come si suol dire. Prendo fiato e fisso i miei occhi nei suoi.
"Ti ho detto un sacco di cazzate, Sole. Non è vero che ho saputo dell'incidente da voci di corridoio, l'ho saputo da Serena e ho telefonato ai tuoi genitori ogni giorno che tu hai passato in ospedale, per accertarmi che tu stessi bene. Ti starai chiedendo perché io non sia venuto di persona a trovarti, e qui veniamo ad un'altra delle mie bugie. Non era la prima volta che ti incontravo in università, quella in cui ti ho portato in caffetteria. Come Serena ti ha raccontato, ti conoscevo bene prima dell'incidente, ma dopo aver saputo della scommessa, volevi solo che io sparissi. Così, quando Serena mi disse che avevi perso la memoria, una parte di me voleva riprovarci con te, ma l'altra mi diceva che non potevo approfittarmi di te e che tu meritavi di meglio." Prendo fiato e cerco di non scoraggiarmi quando vedo Sole impassibile. Devo arrivare fino in fondo. "Sono stato un coglione a scommettere su di te e sono stato un coglione a non dirti la verità dopo l'incidente. A mia discolpa posso solo dirti che non sapevo quanto saresti diventata importante per me quando ho fatto quella scommessa, e che non sono riuscito a dirti la verità perché ti amo e il pensiero di perderti un'altra volta mi uccideva."
Qualcosa cambia nell'espressione di Sole, come se si fosse appena ammorbidita, e questo mi dà la forza di continuare. "Nei miei piani, a questo punto avresti dovuto dirmi che mi perdonavi, perciò il discorso che mi sono preparato finisce qui." Sorrido. "Ma ora che sono qui, sento di dover aggiungere qualcosa. Io so benissimo di non meritarti. Tu meriti qualcuno che non ti ferisca mai, che ti tratti come una principessa, che ti faccia sentire straordinaria, perché è questo che sei. Non sei una persona come le altre, tu sei in gamba, sei coraggiosa, sei forte, sei intelligente e sei... Sei bellissima. E io non sarò mai all'altezza di una persona come te.
Ma ti amo, ti amo così tanto che ho paura che il cuore mi salti fuori dal petto ogni volta che sorridi e che qualche strano animale abbia fatto il nido nel mio stomaco ogni volta che ti guardo. Sono innamorato perso di te, e anche se so che forse questo non basta, dovevo dirtelo.
Perché so che se non l'avessi fatto, me ne sarei pentito per tutta la vita." Concludo, prendendo fiato e deglutendo, nel tentativo di mandar via le lacrime che sento appannarmi gli occhi.
Sento il battito del mio cuore nelle orecchie e, facendomi coraggio, alzo lo sguardo sul viso di Sole.
Le lacrime che le brillano negli occhi chiari mi fermano il respiro.
Lei si inumidisce le labbra e io devo lottare contro l'impulso di baciarla.
"Devo essere diventata improvvisamente una di quelle ragazzine sdolcinate, perché che io ricordi tu non sei mai stato troppo bravo con le dichiarazionid'amore." Dice, asciugandosi una lacrima.
"Solo perché non ricordi le mie dichiarazioni d'amore." La prendo in giro.
"Ti sbagli, le ricordo tutte, una per una." Ribatte, e io aggrotto la fronte. "Ho ricordato un po' di cose prima che quella macchina mi scaraventasse contro il parabrezza, oggi. Una di queste mi ha stupito. Sai qual è stato il mio ultimo desiderio, prima dell'incidente che mi ha portato via la memoria per quattro mesi?"
Cerco di controllare l'emozione di avere appena saputo che Sole si ricorda tutto e mi obbligo a non prenderla tra le braccia per non lasciarla andare mai più.
"Di non morire?" Rispondo invece.
"E' quello che pensavo anch'io. Invece ho desiderato di poterti vedere almeno un'ultima volta, prima di morire. Qualcuno deve avermi ascoltato." Alza le spalle. "Ho cercato in tutti i modi di odiarti, ma avevo già fallito prima che quel camion cambiasse la mia vita."
A sentire le sue parole, non riesco ad evitare che le lacrime che ho tanto cercato di trattenere mi scivolino sulle guance. E' la cosa più assurda è che non mi importa, non mi importa che possa sembrare patetico o debole, mi importa solo che Sole, la mia Sole, è di nuovo qui. E non mi odia neanche.
Faccio un passo verso di lei, ma lei mi ferma con la mano. "Le cose che hai detto meritano una risposta come si deve. Sei stato uno stronzo egoista, e forse hai ragione tu, forse non mi meriti e dovrei mandarti al diavolo. Ma non ho mai amato nessuno nella mia vita, e poi mi sono innamorata per ben due volte di te. Sarai uno stronzo, ma mi hai fatta sentire speciale quando tutti mi facevano sentire una specie di relitto umano. E poi sono una persona tendenzialmente romantica, perciò come potrei perdonarmi, se non ti perdono, di essermi fatta scappare un amore che forse non ritroverò mai più in vita mia?"
A questo punto, sono abbastanza convinto che se non la baciassi morirei proprio ora e proprio qui.
Perciò la prendo tra le braccia e premo forte le mie labbra sulle sue. Lei mi getta le braccia al collo e mi stringe a sé, come se fosse ciò che ha sognato di fare nell'ultimo decennio.
Le nostre lingue si incontrano, e così le nostre lacrime, e per la prima volta mi trovo a pensare che la storia delle anime gemelle non sia solo una cazzata perché i polpettoni romantici abbiano successo.
Come altro potrei spiegare il fatto che il solo tenere questa ragazza tra le braccia, il solo poterla baciare, il solo pensare che passerò almeno i miei prossimi giorni al suo fianco, mi fa sentire invincibile?
"Ti amo." Mormora, asciugandomi le lacrime con i pollici e guardandomi in un modo che credo che ricorderò per sempre. Appoggio la mia fronte sulla sua. "Penso di averti amato nell'esatto momento in cui mi hai fatto ridere dicendomi che ti piaceva il vecchietto alle mie spalle, in quel pub."
"Te lo ricordi?" Mi dice ridendo.
"Mi ricordo ogni cosa di te."
Lei sorride e io raccolgo col polpastrello un'altra lacrima che le è caduta su una guancia.
"Ti amo." Ripete. "Ma se mi farai ancora del male, ti farò a pezzetti e lascerò il tuo corpo a putrefarsi in un posto in cui nessuno potrà trovarlo."
"Non ti facevo tipa da film gialli." Dico ridendo, e poi la bacio di nuovo.
Lei mi stringe forte a sé, facendo aderire il suo corpo al mio. All'improvviso, l'unica cosa a cui penso è che devo esserle più vicino. Non posso più aspettare, ho bisogno di lei in tutti i modi che conosco.
"Che ne dici di avvisare i tuoi che stasera rientri un po' più tardi?"
Lei aggrotta la fronte.
"C'è una cosa a cui dobbiamo assolutamente rimediare. Non sia mai che una ragazza stupenda si sia sentita rifiutata da me." Le dico, dandole un bacio sulle labbra.
Lei ride, e io la porto a casa.
Siano ringraziati i miei genitori e i loro week-end estivi fuori città.

Ricordami di amartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora