Ale ha detto di non avere idea di come si scelga un cucciolo, ma immagino che ne abbia appena scelto uno. I suoi bellissimi occhi chiari hanno cominciato a brillare quando una piccola palla di pelo bianco gli si è tuffata tra le braccia e da allora non ha smesso di giocarci.
"Lui è arrivato da poco. Ha solo tre mesi, adottarlo sarebbe fantastico. Potresti anche dargli il nome che preferisci." Gli dice la responsabile, una ragazza che non si è risparmiata un po' troppe occhiate dolci nella sua direzione.
Sembra che Ale non la stia neanche a sentire, è troppo impegnato con il cucciolo.
Poi si gira verso di me. "Sole, ti piace? E' quello giusto?"
Ha gli occhi felici e sento qualcosa riempirmi il cuore. Ma che mi succede?
Mi accovaccio accanto ad Ale e accarezzo il piccolo che subito mi lecca le dita. "E' stupendo."
"Okay, allora prendiamo questo." Dice alla ragazza.
Prendiamo?
Mentre Ale compila un po' di carte per l'adozione io gioco con il cagnolino, fino a quando si addormenta sulle mie gambe. "Come hai intenzione di chiamarlo?" Gli chiedo, mentre siamo in macchina, diretti al negozio di animali.
"Hai qualche idea?" Mi chiede, lanciandomi un'occhiata.
"Il nome è qualcosa che dovresti dargli tu. E' il tuo cucciolo."
"Sì, ma tu mi hai convinto a prenderlo, quindi ti sei guadagnata l'onore."
Sorrido e guardo il piccolo. Ha il pelo candido nonostante la permanenza in canile non sia una condizione vantaggiosa per il pelo bianco. "Io lo chiamerei Snow."
"Sì, mi piace."
Allunga una mano e accarezza la testa del cagnolino, che apre un occhietto e lo guarda.
"Mi piaci proprio, Snow."
****
Quando usciamo dal negozio di animali, pieni di sacchetti e con un cucciolo pulito e profumato, è quasi mezzogiorno.
"Non ti nego che ho un po' paura a tornare a casa. Io e Snow potremmo restare senza un tetto, se a mia madre non piacesse la mia idea." Mi dice Ale, mentre riponiamo nel portabagagli i sacchetti.
"Snow potrebbe venire da me, nel caso."
"E io no?"
Lo guardo e lui trattiene un sorriso.
"Immagino che tu abbia un sacco di ragazze pronte ad ospitarti, no? Non serve che ti inviti io." Gli dico, strizzandogli un occhio.
"Questa frase sapeva di gelosia, cara la mia Sole." Mi prende in giro.
"Non confondere i sogni con la realtà, dicono che poi si rimanga delusi."
Lui scuote la testa con un sorriso e sale in auto.
"Stasera che hai da fare?" Mi chiede, senza guardarmi.
Dovrei avere un impegno? Che una ragazza sia totalmente libera di sabato sera non è ancora più triste che lo sia di venerdì sera?
"Stai riflettendo troppo, il che vuol dire che sei abbastanza libera da passare la tua serata con me."
"Scusa?"
Lui mi guarda e mi fa un sorriso dolce che mi costringe a deglutire, per cercare di rimettere in moto il mio cervello.
Sto diventando un po' troppo sensibile ai sorrisi di questo ragazzo.
"Di solito è così che ottieni quello che vuoi, con le ragazze?"
"Con la mia bellezza e la mia simpatia, intendi?"
"Sei fastidioso, lo sai?"
Lui ferma l'auto giù a casa mia. "Sì, me l'hanno detto in molte. Prima di cedere al loro istinto e venire a letto con me."
Tiro fuori la lingua, disgustata, ma nella mia mente si disegna un'immagine abbastanza nitida.
E basta, ma che mi succede oggi?
"Allora, facciamo qualcosa insieme stasera?"
"Sono libera di dirti di no? Perché ieri sera mi hai fatto una domanda simile, ma non ricordo di aver avuto chissà quanta libertà."
Lui ci pensa un attimo. "Sì, sei libera di dirmi di no. Se hai altro da fare o qualcun altro da vedere, per me va bene. Ieri eri una ragazza triste e io non lascio sole le ragazze tristi, di venerdì sera."
Sto per dirgli che ho qualcos'altro da fare e prepararmi a passare la serata a guardare un film strappalacrime che magari ho già visto chissà quante volte e che non ricordo più.
"Non ho niente da fare." Mi esce invece e Ale sorride. "Perfetto, allora ci sentiamo più tardi. Buon appetito, Sole." Quando si avvicina, senza staccare gli occhi dai miei, ho l'impressione che voglia baciarmi, e per un attimo il mio cuore va in tilt, ma poi poggia solo le labbra sulla mia guancia.
Faccio una carezza a Snow e poi esco dall'auto.
"A stasera."
Quando entro in casa, sono travolta da un odore buonissimo. Mi affaccio in cucina e trovo mia madre che cucina.
"Che profumo" Dico.
Lei mi guarda e sorride. Immagino sia felice che io le abbia rivolto la parola di mia spontanea volontà.
"Sto preparando le linguine agli scampi. So che ti piacciono." Le ha preparate da un paio di volte, da quando non ricordo più cosa mi piaccia e cosa no. "Sì, infatti."
"Stavo pensando, ti andrebbe un giro al centro commerciale, oggi pomeriggio? Pensavo a un po' di shopping."
In realtà dovrei studiare, ma infondo oggi è sabato e lo sguardo di mia madre è quasi implorante.
"Mi sembra una buona idea."
Lei sorride ancora di più. Potrebbe venirle una paresi facciale se continuasse a sorridere così. Eppure il suo sorriso mi fa sentire bene.
Che una parte di me sappia ancora quello che il mio cervello ha dimenticato?
"Comunque è quasi pronto."
"Arrivo."
Vado in camera a lasciare la borsa e Zara mi corre incontro scodinzolando.
Mi accovaccio e le gratto la pancia, proprio come ho imparato che le piace. "Ciao, piccola."
Rido quando vedo che rimane a pancia all'aria anche dopo che ho smesso di coccolarla, fissandomi con degli occhioni tristi. "Hai avuto la tua dose di coccole." Le dico e vado in bagno a lavare le mani.
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Ricordami di amarti
ChickLit[ COMPLETA] Appena iscritta alla facoltà di medicina, Sole non si aspetta di certo che in una sera di maggio, la sua comune vita da ventenne sia del tutto sconvolta. Quando un incidente le porta via la memoria, Sole continua ad andare avanti per ine...