Sole.

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Come mi è venuto in mente di poter andare a letto con lui? E dopo avergli parlato dell'incidente, tra l'altro.
Cosa pensavo, che davvero lui mi trovasse bellissima nonostante tutto? Dove credevo di essere, in un fottuto film d'amore?
Eppure dovrei aver imparato che la vita è la cosa più lontana dai film che esista.
E invece no, mi sono illusa, illusa che Ale potesse provare qualcosa per me, che potesse accettarmi così come sono, nonostante quello che mi è successo, e invece lui- lui, che si è portato a letto almeno mezza popolazione femminile di questa città- non è riuscito a venire a letto con me.
Come posso essere stata così stupida da scambiare un sentimento come la pietà per qualcosa di più?
Perché è questo che è stato. Pietà. Sapeva del mio incidente, mi ha vista piangere, e gli ho fatto pena.
E così ha deciso di starmi vicino, magari fino a quando non fosse stato certo che non avessi istinti suicidi, che ne so.
E io, come una perfetta ragazzina idiota, ho cominciato ad innamorarmi di lui, a sentire le gambe che tremano e le farfalle nello stomaco, a sciogliermi ogni volta che mi sorrideva.
Non ti ha neanche mai detto che eri la sua ragazza, e tu ci stavi andando a letto!
Non so neanch'io se sono più arrabbiata con lui o con me stessa, per essere una perfetta cretina.
So solo che appena mi chiudo alle spalle la porta della mia stanza le lacrime mi offuscano gli occhi, prima di cominciare a scendere sulle guance.
Mi stendo sul letto e mi porto le ginocchia al petto, continuando a darmi della stupida per aver pensato che un ragazzo come Ale, abituato ad essere circondato delle ragazze più belle e ambite della città, potesse essere in qualche modo attratto da me, la povera ragazza vittima di un incidente.
                                      ****
"E' tutto okay?"
Alzo gli occhi dal bicchiere di succo di frutta in cui continuo a girare la cannuccia da chissà quanto tempo.
Mi sforzo di mostrare un sorriso credibile. "E' tutto a posto, mi sento solo un po' stanca, dev'essere il caldo."
Lo sguardo di Serena però è quello di una che non ci crede per niente. "Anche se tu non lo ricordi, ti conosco da un bel po' di tempo perciò intuirei una bugia anche a occhi chiusi." Dice infatti. "Problemi in Paradiso?"
Alzo le spalle. "Sono stata una stupida a credere che tra me e Ale potesse funzionare."
Lo sguardo di Serena si fa comprensivo. "Senti, lo so che quello che ti ha detto non è facile da accettare, ma questa volta credo che lui abbia davvero buone intenzioni. Tu non te lo ricordi, ma eravate così uniti prima che tu sapessi di quella dannata scommessa, e.."
"Aspetta, cosa hai detto?"
Chiedo, sperando di aver sentito male, perché quello che ho intuito non mi piace per niente.
Serena si blocca, mi fissa, e vedo una serie di emozioni succedersi nei suoi occhi, e alla fine a prevalere è una via di mezzo tra la paura e l'incertezza.
"Non è per questo che avete litigato?" Mormora, sempre più pallida.
Se in questo momento non fossi così scossa da non sapere se sono sveglia o sto sognando, mi preoccuperei che possa svenire da un momento all'altro.
"No, abbiamo litigato perché come un'idiota mi sono praticamente offerta di andare a letto con lui e lui mi ha respinto ed ero totalmente convinta che fosse perché non riusciva a provare niente che andasse oltre la pietà per me, ma ora comincio a farmi un'idea ben diversa."
Serena si inumidisce le labbra e fa per parlare.
"No, aspetta. Mi stai dicendo che per tutto questo tempo ho frequentato il ragazzo che è stato con me per due anni per portarmi a letto e vincere una scommessa? E nessuno di voi mi ha detto niente?"
"Mi dispiace, ma..."
Scuoto la testa. "Non avresti dovuto aiutarmi dopo quello che mi è successo, in qualche modo, invece che permettere a un viscido idiota di approfittare della mia vulnerabilità?"
Lei deglutisce, in evidente difficoltà. "Non avrei mai permesso che lui si approfittasse di te, Sole. Sono uscita con lui appena ho saputo che lo frequentavi per dirgliene quattro, ma mi sono trovata davanti un ragazzo innamorato con l'unico scopo di darti una mano a superare quello che stavi passando. Pensi che non mi fossi accorta che era l'unica persona capace di farti ridere dall'incidente? Ho pensato che potesse farti bene..."
"Che potesse farmi bene essere presa in giro un'altra volta? O pensi che uno che è stato capace di fingere per due anni non sia capace di fingere il tempo necessario a convincerti del suo amore per me?"
Sento la rabbia montare dentro, ed è un'emozione nuova da quando mi sono svegliata in quel letto di ospedale, ma scopro che è più facile da gestire rispetto al dolore e per questo la preferisco.
Perché sento che se mi lasciassi andare alla tristezza di aver considerato l'unica persona capace di farmi sentire viva quella che meno di tutti se lo meritava, potrei cadere a pezzi.
"Se avesse finto, saresti già finita nel suo letto, Sole."
"Perché il fatto che provi un minimo senso di colpa per aver giocato con me a suo piacimento fa di lui una persona buona, vero?"
Serena si passa una mano tra i capelli.
"Dovevo essere io a scegliere, non voi. E' da quando mi sono svegliata che non fate che scegliere voi al posto mio. Ho perso la memoria e probabilmente non sarò mai più la persona che ero prima di salire su quell'auto, ma sono viva e nessuno di voi ha il diritto di decidere come dev'essere la mia vita." Sento le lacrime bruciarmi gli occhi e anche gli occhi della mia amica diventano lucidi.
"Mi dispiace, Sole, mi dispiace tanto. Non volevo farti del male... Volevo solo che fossi felice, ero.. stanca di saperti triste, di vedere i tuoi occhi rossi di pianto, volevo riavere la mia Sole. Perdonami." Una lacrima le scivola sulla guancia e lei la rimuove subito col dorso della mano.
Sembra così sincera che mi si stringe il cuore.
E all'improvviso, questa scena mi sembra terribilmente familiare.

Ricordami di amartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora