Vedere il modo in cui Sole si rilassa addentando un pezzo di waffle mi scalda il cuore. Non mi è sfuggito il modo in cui si è irrigidita notando la folla nella caffetteria, e nemmeno mi sono sfuggiti i suoi occhi chiari arrossati e disperati, quando l'ho incontrata in università.
Penso che siano stati quegli occhi a convincermi a restare un po' con lei.
Ho fatto di tutto per non incontrarla dopo l'incidente. La guardavo da lontano, telefonavo ai suoi genitori per sapere come stesse ma ho evitato ogni contatto diretto.
Sono stato un bastardo con lei e so che se avesse ancora la sua memoria, non passerebbe con me neanche un secondo del suo tempo e, perciò, non volevo approfittare della sua vulnerabilità. Ma era troppo difficile assecondare il mio nobile proposito, davanti a quello sguardo.
Perché Sole non sta bene. Non sta bene per niente. E non solo perché la sua memoria è andata in pensione, ma perché non sopporta di essere guardata come se fosse un cucciolo abbandonato e non la bellissima e brillante ragazza che è. "Potrei persino uscire con te una seconda volta, per questi meravigliosi waffle." Dice ridendo, mentre cerca di ripulirsi dalla Nutella con cui si è sporcata. "Cioè, non che questa sia un'uscita vera e propria..."
Dovrei assecondarla. Dovrei assecondarla e non vederla più. "Certo che lo è. Però la prossima sarà un po' meglio organizzata."
Certo, proprio quello che pensavo.
Il suo cellulare squilla e Sole lo tira fuori dalla tasca, sgranando gli occhi.
"Chi fa venti chiamate a una persona?" Esclama.
"E chi non le sente, se non chi è estremamente coinvolta dalla brillante compagnia che ha affianco?"
Sole alza gli occhi al cielo e si porta il telefono all'orecchio. "Sì?" Risponde, e mi sembra un po' a disagio.
Dio, come dev'essere vivere con gente che dice di conoscerti da una vita, gente che si preoccupa per te ma che tu non ricordi di aver mai visto in vita tua?
Perché è dovuta succedere proprio a lei una cosa così assurda? "Deve essersi attivata la modalità 'silenzioso', non ho sentito nessuna chiamata." Mormora dopo qualche secondo di silenzio. "Ora sono in caffetteria a mangiare qualcosa, ci vediamo fuori appena finisci okay?" Di nuovo silenzio. "A dopo." E riaggancia. Sembra che la sua mente stia di nuovo percorrendo pensieri poco carini.
"Non avrai un fidanzato, vero?" La prendo in giro.
Per fortuna funziona, perché Sole sorride e potrei giurare che la corrente elettrica qui dentro sia del tutto superflua.
"Un marito, in realtà. E una bambina."
Rido. "Come mai niente ragazzi nella tua vita?"
Cercavo di fare conversazione, ma a giudicare dal modo in cui deglutisce, sono un vero idiota.
"Com'è che si dice, non ho trovato la persona giusta?" dice dopo qualche istante, riprendendo a sorridere.
"Fino a stamattina, vorrai dire."
Smettila, idiota, sai benissimo di non poter andare avanti per molto con questa storia. Non sarai mai la persona giusta per lei, mai.
Sole fa roteare gli occhi.
"Le ragazze di solito non cercano i principi azzurri più che i ragazzi presuntuosi e troppo sicuri di sé?"
"Touchè. Però di solito fanno uno strappo alla regola per il mio charme."
Lei sospira. "Mi arrendo."
"Non fare finta di non essere la ragazza più felice del mondo in questo momento. Hai di fronte a te un ragazzo magnifico e hai appena mangiato i waffle più buoni della tua vita."
Che avrà mangiato almeno un altro miliardo di volte, ma questo non deve saperlo per forza.
"Almeno su una cosa siamo d'accordo, e non riguarda il ragazzo di fronte a me."
"Ahi."
"Non volevo ferire i tuoi sentimenti." Dice, camuffando un mezzo sorriso.
Mi piace il fatto di riuscire ancora a farla sorridere, anche in questa situazione così strana da sembrarmi irreale.
Non illuderti, Ale, se solo si ricordasse di te non ti permetterebbe neanche di dirle 'ciao', figuriamoci di farla sorridere.
Metto a tacere questa fastidiosa voce nella mia testa e mi rivolgo a Sole. "Oh, certo che volevi."
Lei ride e beve un sorso d'acqua . Dà un'occhiata all'orologio che porta al polso. "Dovrei tornare in università, la mia amica mi aspetta."
"Torni a casa con lei?"
"Già." Fruga nella sua enorme borsa alla ricerca di qualcosa, sospetto del portafoglio.
"Offro io." Le dico, tirando fuori dalla tasca una banconota. "Cosa?"
"L'idea dei waffle è stata mia." E le strizzo un occhio.
"Ma..."
"Niente ma. Se non hai troppa fretta ti accompagno in università." Mi offro e vedo un sorriso che si affaccia sulle sue labbra.
"Va bene."
Pago il conto, ignorando il solito sguardo un po' troppo insistente della ragazza dietro il bancone. Quando torno da Sole, che mi aspetta pronta per andarcene, vedo che sta sorridendo divertita.
"Che c'è?" Le chiedo, aprendo la porta della caffetteria e lasciandola passare per prima.
"Le ragazze ti fanno sempre gli occhi dolci in modo così spudorato?" Ride.
Alzo le spalle. "Immagino che non sia una cosa così strana per te."
Sole sembra non capire.
"Immagino che anche tu riceva la tua buona dose di occhi dolci quotidiana."
Una risata sarcastica le esce dalle labbra, suppongo prima che riesca a impedirselo. "Non proprio." Risponde a denti un po' stretti.
Vorrei tanto dirle che si sbaglia. Sono sicuro che gli unici sguardi che riesce a vedere sono quelli di compassione, mentre non si accorge neanche di quanti ragazzi la guardino con emozioni molto meno nobili.
E' sempre stato così. Con i lunghi capelli biondo cenere, gli occhi color ghiaccio e un corpo con tutte le curve al posto giusto ha sempre attirato l'attenzione dei genere maschile. Non sono mai stato un tipo geloso, eppure era difficile anche per me mantenere la calma, quando non era così difficile immaginare i pensieri dei ragazzi che la guardavano.
All'improvviso mi sembra passata un'eternità da allora. E la consapevolezza che quell'incidente avrebbe potuto portare via non solo la sua memoria, ma ogni parte di lei, mi colpisce come uno schiaffo in piena faccia.
Certo, era una considerazione che avevo già fatto, ma con lei qui accanto sembra cento volte più orribile.
"Okay, eccoci arrivati." Dice, fermandosi davanti al cancello dell'università.
Mi rendo conto di aver sprecato questo po' di tempo insieme con i miei pensieri, invece di parlarle.
"Già." Trattengo con tutte le mie forze l'impulso di accarezzarle una guancia, così come quello di chiederle di uscire almeno un'altra volta. "Ci vediamo in giro, allora."
Sole si attorciglia alle dita la punta della coda in cui ha raccolto i capelli, come fa sempre quando è nervosa.
"Potremmo.. Hm.. Fare un giro, un giorno di questi. Sai, così posso offrirti qualcosa anch'io." Butta fuori dopo qualche istante, abbassando lo sguardo.
Conoscendola, non deve esserle costato poco questo invito. So che dovrei rifiutare, ma il ricordo di quegli occhi arrossati dal pianto, e insieme la vista di come si morde il labbro inferiore, a disagio, mi portano a desistere.
E' solo un'uscita, cosa sarà mai?
"Domani sera potrebbe andar bene?"
Lei alza gli occhi su di me, con uno sguardo che definirei incredulo. Si aspettava davvero che le dicessi di no?
"Certo, sarebbe perfetto."
Sto per salutarla quando mi rendo conto di aver dato per scontato di avere il suo numero di cellulare, quando non dovrei affatto averlo.
"Dovresti lasciarmi il tuo numero, così possiamo accordarci per domani."
Lei aspetta che io lo segni e poi mi fa un sorriso. "Allora a domani." Dice, contenta.
"A domani." Le dico, e avrei davvero bisogno di un pizzicotto per accertarmi di non stare sognando.
****
Marco beve un sorso della sua birra continuando a fissarmi senza parlare, dopo che gli ho prospettato il mio imminente appunt... la mia imminente uscita con Sole.
Sì, un'uscita amichevole, niente di più.
"Hai intenzione di guardarmi per tutto il resto della serata o mi onorerai con qualche parola?"
"Vuoi davvero sentire quello che ho da dire?"
"E quando mai te ne preoccupi?"
"Okay, allora sappi che ti stai comportando da vero coglione. Quella ragazza non vorrebbe neanche vederti se solo si ricordasse di te, e a ragione, direi."
Questa volta tocca a me mandare giù un lungo sorso di birra., non senza desiderare di stare bevendo qualcosa di molto più alcolico.
Il mio amico continua a guardarmi. "Cosa pensi di fare, ricominciare una storia con lei, fingendo di non conoscerla e approfittando del fatto che abbia perso la memoria?"
"No, non è questo che voglio fare."
"E allora che cosa hai in mente?"
"Voglio solo aiutarla."
Marco inarca un sopracciglio, scettico.
"Penso che in questo momento il nostro passato debba essere messo in secondo piano. Fin'ora non ho fatto altro che tenermi lontano da lei, non sono neanche..." Stringo i denti, ricordando quanto sia stato duro non potermi neanche accertare di persona che stesse bene. "Non sono neanche andato a trovarla in ospedale."
Lui tira un sospiro. "Esatto, è per questo che non capisco perché all'improvviso tu stia mandando a puttane tutti gli sforzi che hai fatto per rispettare quello che lei voleva, anche se non lo ricordava più."
"Perché oggi per la prima volta mi sono reso conto di quanto lei stia male. Certo, non mi aspettavo che fosse felice come una Pasqua, ma stamattina mi è sembrata... distrutta. Ho visto come i suoi occhi si sono illuminati quando le ho detto di non conoscerla, quando ha pensato che io non l'avrei guardata con compassione o non so che altro e che poteva sentirsi normale con me. Forse posso fare qualcosa per lei, forse posso aiutarla almeno un po' a superare questo momento terribile e non posso tirarmi indietro."
"E cosa succederà quando qualcuno le dirà che in realtà vi conoscevate o quando ti sfuggirà dalla bocca qualcosa che non doveva sfuggirti?"
"Spero che per allora sia abbastanza forte da farcela da sola." "E se dovesse dirglielo Serena?"
"E darle un ulteriore motivo per far star male la sua amica? Nah."
Guardo Marco riflettere.
"La prossima obiezione?" Gli chiedo, quasi divertito.
"E tu pensi di farcela? Stare vicino a lei, rivivere.."
"Immagino che si chiami karma. Mi sono comportato da bastardo e questa è la mia punizione. Ma Sole non ha fatto niente per meritarsi quello che le è successo, perciò non mi tirerò indietro perché ho paura, non sono più un ragazzino." "Okay, amico, se ne sei sicuro provaci, ma ricordati che Sole è fragile in questo momento, perciò non fare cazzate, o sarò io il primo a spaccarti la bella faccia che ti ritrovi."Che ne pensate dell'idea di Ale? Voi cosa avreste fatto al suo posto? Fatemelo sapere lasciando un commento :)
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Ricordami di amarti
ChickLit[ COMPLETA] Appena iscritta alla facoltà di medicina, Sole non si aspetta di certo che in una sera di maggio, la sua comune vita da ventenne sia del tutto sconvolta. Quando un incidente le porta via la memoria, Sole continua ad andare avanti per ine...