"Allora, mi vuoi dire chi è questo misterioso ragazzo dei waffle con cui devi uscire?" Mi chiede Serena, accarezzando quella palla di pelo nero che è Zara. A quanto pare sono stata io a chiamare così la cagnolina. Chissà perché ho scelto proprio questo nome.
"Allora?" Insiste Serena.
Per un attimo esito, perché mi sembra di raccontare qualcosa di personale a una perfetta estranea. Tuttavia, dato che ormai sono tutti perfetti estranei per me, magari posso provare a fidarmi. Infondo, se davvero la nostra amicizia era così forte, potremmo provare a ricostruirla da zero, con il tempo.
"Si chiama Alessandro e a quanto pare non sa nulla della mia... perdita di memoria." O, almeno, è molto bravo a far finta di non saperlo. Non sono così stupida da credere che non gli sia arrivata nessuna voce al riguardo, ma forse, non conoscendomi, non gli importava.
Immagino che dovessi essere brava a capire gli altri, prima, a giudicare da come non mi sfugge l'espressione strana di Serena. "Lo conosci, per caso?"
"Non lo so.. Hm... Immagino ci siano un po' di Alessandro in giro per l'università.. Dovresti darmi qualche dettaglio in più."
"Alto, moro, occhi azzurri... un fisico perfetto..." Sento le mie guance arrossarsi, mentre il suo sguardo si incupisce.
"Hai un'espressione poco rassicurante... Non dirmi che l'unica persona che mi abbia fatta sentire normale da quando la mia vita è stata messa a soqquadro è un maniaco o un assassino." Un'ombra di tristezza le passa per un attimo negli occhi color nocciola.
"Ma no, non è un maniaco né un assassino. Penso di averlo visto in giro, qualche volta. E' un tipo che si fa notare."
Direi che si fa molto più che notare. "Mi sono sempre piaciuti i ragazzi così appariscenti?"
E' la prima volta che le chiedo qualcosa della mia vita di prima. Una volta aver saputo le cose che dovevo necessariamente sapere, ho preferito ripartire da zero, piuttosto che chiedere di cose che ormai non ricordo più e che in ogni caso mi sarebbero sembrate semplici storie inventate.
La mia amica è piuttosto veloce a riprendersi dalla sorpresa e mi fa un sorriso. "Direi di sì."
Sto per chiederle se ho mai avuto un ragazzo, ma lei interrompe i miei pensieri. "Allora, cosa hai intenzione di indossare per questo appuntamento?"
Sorrido un po'. "Non è un appuntamento, solo.. un'uscita con un nuovo amico."
"Okay, se lo dici tu allora sarà così." Dice, per niente convinta, alzandosi dal letto e avvicinandosi al mio armadio.
"Posso?"
Annuisco e lei comincia a frugare nel mio guardaroba alla ricerca di qualcosa che trovi abbastanza carino da farmi indossare.
Mentre la guardo, non posso fare a meno di riflettere. Immagino che dovessimo essere amiche sul serio, prima, e mi chiedo quanto sia difficile per lei mostrarsi sempre allegra e piena di entusiasmo, pur avendo rischiato di perdere la sua migliore amica e, in gran parte, avendola davvero persa per sempre.
"Direi che questo può andare, che ne dici?" Mi dice, riemergendo dal mio armadio con un vestitino nero di cotone, che mi sembra un po' troppo aderente.
Sul serio indossavo vestiti del genere?
La mia espressione dev'essere piuttosto eloquente, perché Serena scoppia a ridere.
"Io ci ho provato. Sono sempre stata innamorata di questo vestito, ma sei sempre stata ostinata nel non volerlo indossare una seconda volta."
"Beh... credo che la mia ostinazione al riguardo non sia venuta meno. Immagino di potertelo regalare, però."
"A me non starebbe mai bene come a te." Dice con una mezza risata, ripiegando l'abitino.
****
Alla fine ho optato per un semplice paio di jeans attillati e una camicetta a quadretti.
Quando arrivo alla piazza dove devo incontrare Ale, lui non c'è ancora. Mi siedo a una panchina e aspetto, chiedendomi per la centesima volta dove io abbia trovato il coraggio per chiedergli di vederci una seconda volta. Immagino sia stata la disperazione, a quanto pare è un buon movente. Passare quasi due mesi ad essere guardata come un uccellino ferito è deprimente. Ale è la prima persona a non avermi guardato così. Ad avermi guardato come se fossi una qualsiasi ragazza persino degna di qualche attenzione da parte sua.
"Ehy, siamo pensierose?"
Balzo in piedi spaventata, prima che i miei occhi incontrino i suoi e il mio corpo si rilassi. I rumori improvvisi, di qualsiasi natura siano, giocano ancora brutti scherzi al mio subconscio, immagino sia uno dei fantastici regali dell'incidente.
Gli occhi di Ale si incupiscono per un istante, poi recupera la solita aria scherzosa. "Di solito faccio ben altro effetto alle ragazze..."
Alzo gli occhi al cielo. "Dovrai accontentarti, allora."
"A quanto pare. Vuoi fare un giro in macchina o facciamo una passeggiata?"
Neanche la macchina è una buona amica del mio subconscio, al momento. Cerco sempre di muovermi a piedi. "Passeggiata?"
"Okay." Risponde lui, tranquillo.
Camminiamo in silenzio per qualche minuto. Probabilmente l'aria dovrebbe essere carica di imbarazzo, e invece aleggia una strana tranquillità tra di noi.
"Dimmi qualcosa di te." Mi dice ad un certo punto, rompendo il silenzio, e rivolgendomi uno sguardo sorridente.
Vado nel panico. Non credo che 'sai, ho fatto un incidente più o meno due mesi fa e non ricordo niente di niente.' suoni bene ad una prima uscita.
E vorrei tanto sapere anch'io qualcosa in più di me.
"Che vuoi sapere?" Chiedo, prendendo tempo.
"Una cosa qualsiasi. Cosa ti piace fare quando hai tempo libero, per esempio."
A parte spremere in tutti i modi il mio cervello perché rigetti un po' di ricordi? "Mi piace ascoltare la musica. E leggere."
Al momento i libri sono l'unica cosa che mi faccia dimenticare la mia situazione molto poco carina.
"Fammi indovinare, storie d'amore?"
La mia libreria era piena di narrativa rosa, perciò immagino proprio che fosse il mio genere preferito. "Scontato?"
"No, ma me l'aspettavo."
"Perché?"
"Perché sembri una di quelle che disegnano cuoricini dappertutto."
Tiro fuori la lingua disgustata. "Sul serio?"
"No, per niente." Ride lui, guardando la mia espressione. "L'ho solo immaginato."
"Per fortuna. E a te cosa piace?"
"Le moto. Lo sport. Le belle ragazze." E mi strizza un occhio. "Dimmi che non speravi di fare colpo, perché era un tentativo patetico."
"Continui ad offendere i miei sentimenti."
"Non era mia intenzione." Dico con una linguaccia. "Dicevi, le moto? Ne hai una?"
"Purtroppo non ancora, sono spiacente. Era un modo per chiedermi di venire a fare un giro così da potermi stringere per tutto il tragitto?"
"Scommetto che guardi anche molti film di fantascienza."
Ale ride di nuovo. "Sediamoci un po'." Dice , sedendosi con le gambe a penzoloni sul muretto che costeggia il lungomare.
Lo imito e faccio scorrere lo sguardo sulla distesa d'acqua increspata dalle onde, tinta dagli ultimi toni del tramonto. "Anche il mare ti piace." E' un'affermazione, più che una domanda.
"Già." Confermo. "Mi fa sentire tranquilla."
"Sì, anche a me."
Sposto lo sguardo su di lui. La sua bellezza mi colpisce esattamente come la prima volta che l'ho visto, ieri. Come fa un essere umano ad essere così bello?
Lui stacca gli occhi dalle onde e li porta su di me. "Un'altra cosa che ti piace parecchio è fissarmi. Piace un po' a tutte, ma a te particolarmente."
"Comincio a capire perché non hai una ragazza. Immagino non riuscirebbe a sopportarti neanche per cinque minuti."
"Chi lo ha detto che non ho una ragazza?"
Alzo un sopracciglio. "Ce l'hai?"
"No." Ammette.
"Ecco, appunto."
"Ma potrei averla, se volessi."
"Sì, ma dopo cinque minuti saresti di nuovo single."
"Io non credo proprio."
Alzo gli occhi al cielo. "Ammesso che non sia questo il motivo per cui sei single, cosa in cui credo fermamente, qual è? Preferisci pensare a divertirti e non impegnarti?"
"Non potrei stare aspettando la persona giusta?"
"Penso che non ci crederei neanche se volessi." Non è uno di quelli che aspettano la persona giusta e il mio intuito è abbastanza affidabile, a quanto pare.
"Ahi." Dice, divertito. "Allora diciamo che è stata una... scottatura passata."
Una ragazza che l'abbia tradito? Perché mai?
"Ti stai interrogando troppo sulla mia vita privata."
"Non stavo mica pensando a te."
"Penso che non ci crederei neanche se volessi." Mi rifila le mie stesse parole.
Io rido, poi mi viene in mente una cosa.
"Conosci Serena?" Non l'ho bevuta la storia secondo cui l'abbia visto in giro all'università. Era piuttosto turbata.
Lo sguardo di Ale si fa più attento. "Serena chi?"
"La mia amica. Le ho parlato di te oggi e sembrava strana, anche se mi ha detto di non conoscerti. Non vorrei mi steste tenendo nascosta una qualche relazione segreta."
Ale si rilassa e ride. "Immagino che se la vedessi saprei di chi si tratta. Ho una buona memoria per le studentesse dell'università. Ma niente storia segreta."
"Detta così sembri uno stalker."
"Potrei esserlo, chi lo sa. Potrei cominciare a cercarti ovunque e altre cose inquietanti." La sua espressione è buffa e non posso fare a meno di ridere.
Rimaniamo senza parlare per qualche minuto.
"Hai mal di testa?" Mi chiede.
Non mi ero neanche accorta di aver portato le dita sulla tempia. Il mal di testa e io siamo amici per la pelle, ultimamente.
"Lo ho spesso. Neanche ci faccio caso."
Un'ombra passa nei suoi occhi, ma poi se ne va.
"E' stata la prima volta che una ragazza ti ha chiesto di uscire, vero?" Gli chiedo, dopo qualche secondo, cambiando argomento.
"Immagino di sì. Ma te l'avrei chiesto io in ogni caso."
"Perché di solito ci provi con qualunque cosa respiri?" Lo prendo in giro.
"Perché di solito non incontro ragazze così fastidiose da tenere sveglia la mia attenzione."
"Vuoi dire 'in gamba'."
"No, credo proprio che intendessi quello che ho detto."
"Allora lasciami dire che i tuoi metodi seduttivi non sono un granché."
"Stai dando per scontato che io voglia sedurti."
"Non credo che tu voglia sedurre me in quanto me, ma solo me in quanto ragazza."
"E' la seconda volta che mi dai del donnaiolo."
"Perché le ragazze ti guardano. E tu sei un ragazzo libero. Perciò immagino che tu ti diverta."
"E' un modo per dirmi che sono bello?"
"Non penso ti serva la mia approvazione."
"Lo prendo per un sì."
Scuoto la testa, sorridendo.
"Anche tu ricevi un sacco di sguardi."
Pietosi? Certo, potrei scommettere che batto il record di quelli ricevuti da tutti gli studenti dell'università. "In realtà no. E se non fossi venuta a sbatterti contro non mi avresti notata neanche tu."
"In realtà ti avevo già notata. E ti guardano eccome, e neanche tanto innocentemente."
Rido. "Okay, direi che questo argomento può essere abbandonato."
"Come vuoi. Di che vuoi parlare, allora?"Come prosegue la lettura? Non dimenticate di lasciare una stellina se vi piace e un commento per darmi la vostra opinione! :)

STAI LEGGENDO
Ricordami di amarti
Chick-Lit[ COMPLETA] Appena iscritta alla facoltà di medicina, Sole non si aspetta di certo che in una sera di maggio, la sua comune vita da ventenne sia del tutto sconvolta. Quando un incidente le porta via la memoria, Sole continua ad andare avanti per ine...