capitolo 7

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Sara chiuse la chat di Instagram sorridendo. Aveva appena finito di parlare con Tanaka. Quello era l'unico momento che potevano farlo visto il fusoorario.
Mise il telefono in borsa e guardò davanti a sé la pista. Marco e Simon si stavano allenando sulla coreografia di apertura per il Grand Prix. Quell'anno infatti toccava proprio all'Italia ospitare l'evento più atteso del pattinaggio di figura. Entrambi i ragazzi erano emozionati di aprire un evento tanto importante e, chissà, anche di parteciparvi. Le note della canzone diventarono più forti e i due ragazzi insieme alle due pattinatrici iniziarono a pattinare seguendone ritmo della musica.
Sara era fortunata, molto fortunata, ad avere per amico Simon. Amava da morire tutti gli sport, sopratutto pallavolo e fioretto, e non perdeva mai l'occasione di trascinare i suoi amici a una partita (anche di uno sport che lei stessa non capiva tipo il tennis) e poter vedere le prove delle coreografie del Grand Prix era una cosa fantastica.
Il tempo passa e i ragazzi finiscono di provare la prima di una serie di coreografie. Sara applaude felice, a parte qualche passo non proprio in sincronia la coreografia è stata eseguita in maniera eccellente.
-ma cosa applaudi. Marco cerca di non pensare alle gare quando provi che sbagli ogni volta. E tu Simon vedi di non fare passi troppo lunghi e veloci. Erica non riesce a seguirti- era stato Roberto a parlare, il loro allenatore. Marco non disse niente alle sue parole, ma annui asciugandosi il sudore, mentre Simon mise il broncio.
-non è colpa mia se faccio i passi troppo veloci. È Erica che è lenta- disse poi guadagnandosi un'occhiatccia dalla ragazza in questione.
-tu ti devi adeguare ai suoi passi. Non so ancora come avete fatto ad arrivare terzi alla gara tutti e due-
-io faccio pattinaggio solo da tre anni, non puoi pretendere che riesca ad adattarmi a tutto. E poi abbiamo vinto grazie ai miei bellissimi salti-
Sara rise al litigio che era appena scoppiato tra istruttore e allievo. Simon era un ragazzo attivo e vivace, che non smetteva mai di attaccare briga con chiunque incontrasse... e molto bravo quando si impegnava nelle cose. In soli tre anni di pattinaggio era arrivato a un livello molto alto tanto da poter partecipare alle qualificazioni per il Grand Prix. E, anche se  lo rimproverava sempre, Roberto era molto orgoglioso di quel ragazzo vivace e allegro. Vivace e allegro quando non cadeva in depressione ripensando a qualcosa che era successo in Inghilterra che lo aveva demoralizzato al massimo.
-per oggi basta provare. Domani mattina vi voglio tutti energici e pronti per provare. Proveremo anche le coreografie per le qualificazioni, quindi venite belli carichi.- disse Roberto salutando i ragazzi.  Simon, Marco e Sara si si incamminarono verso gli spogliatoi mentre Erica e Lisa continuavano a provare qualche passo.
-quella lo fa apposta ad andare lentamente. Non segue nemmeno la musica-
-calmati Sim. Non ha voglia di ballare con te per questo fa così.- disse Marco togliendosi i pattini dai piedi e poi stiracchiando le braccia.
-chibi-chan è stato un berrissimo arrenamento- un ragazzo castano arrivò difronte ai tre ragazzi e sorrise in direzione di Simon
-si dice bellissimo allenamento stupido- rispose il ragazzo in questione guardando male il castano -e poi non chiamarmi chibi-chan-
-su su. Non fare così. Sei rimasto un nanetto è ovvio che ti chiami Chibi-chan- rispose quello dando delle pacche sulla testa al rosso che gli arrivava a stento al gomito.
-perché le frasi complicate le dici bene e quelle corte le sbagli sempre? Mi puoi spiegare Tooru?-
-quando mi concentro parlo bene, ma sono stanco. È stata una giornata pessima quindi concedimi errori- rispose Tooru massaggiandosi stancamente le tempie.
-qualche esame?- chiese Sara al ragazzo giapponese rimanendo fuori dallo spogliatoio dei ragazzi.
-no solo lezioni stancati e voglia zero di dormire-
-si vede da quelle bruttissime occhiaie che non dormi. Sei in ansia per qualcosa?-
-no tranquilla, ho solo lasciato il mio ragazzo perché non voglio obbligarlo a stare con me quando siamo lontani chilometri-
-e gli hai spiegato il perché lo hai lasciato oppure fai come Simon che non dice le cose come stanno e poi cade in depressione?-
-no. Non ho detto il perché, ma è meglio così credimi Sala-
-si dice Sara non Sala, Baka!- disse la ragazza dando in ceffone al giapponese che rideva dell'espressione arrabbiata della ragazza.
-Oikawa Tooru smettila di importunare Sara! E poi cos'è questa storia che hai lasciato Iwaizumi?- chiese Simon uscendo dallo spogliatoio con indosso una felpa rossa più grande di lui, jeans neri e converse gialle.
-niente che ti interessi Chibi-chan- disse il castano prima di fare una linguaccia ai due e uscire dalla palestra seguito dagli sguardi dei due ragazzi.

---angolo gufo---
So che non aggiorno da taaanto tempo e mi dispiace davvero ma ho davvero poco tempo. Spero di riuscire a scrivere un altro capitolo in questi giorni. A presto
la_pazza_di_fantasy

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