Capitolo 37

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Tobio stava ritornando a casa dall'allenamento a piedi. La macchina serviva ai genitori quindi aveva fatto lo sforzo di andare a piedi nonostante fosse dicembre e il freddo riusciva ad entrare anche dentro le ossa. In quella giornata si era aspettato di tutto, infondo era il 22 dicembre, suo compleanno, e aveva avuto ragione. La squadra di pallavolo gli aveva organizzato una festa a sorpresa e lui gli aveva gridato contro. Non voleva più festeggiare da quando Shouyou era scomparso, anche perchè era stato proprio il rosso a decidere di fargli una festa a sorpresa il primo anno del liceo. Quelle feste gli ricordavano troppo il suo piccolo gigante e non aveva voglia di essere triste il giorno del suo compleanno. Alla fine alla festa erano arrivati tutti, ma proprio tutti, i ragazzi che aveva conosciuto durante il liceo per le varie partite. Perfino OIkawa aveva fatto un salto, come aveva detto lui, in Giappone per fargi gli auguri. Cerano tutti tranne la persona che lui voleva. Natsu gli era sembrata un po' strana, come se stesse cercando di non dire qualcosa di importante, solo che non era riuscito a chiederle cosa non andasse visto che Tetsu l'aveva trascinata a ballare per tutta la giornata.

Erano le 22.30 e l'aria era diventata più gelida. I suoi amici l'avevano invitato a stare con loro al negozio di Ukai per continuare la festa, ma lui aveva detto di no, era stanco e voleva solo riposarsi. Prese le cuffiette dal borsone e mise la musica a tutto volume, almeno non avrebbe pensato al freddo o a qualcosaltro. Non si accorse però che qualcuno lo stava chiamando a gran voce.

Ci volle un bel po' prima che Hinata riuscisse a raggiungere Tobio, fra le stampelle che gli limitavano i movimenti e la neva che lo faceva scivolare. Tobio non aiutava visto che aveva quelle stramaledettissime cuffiette. Che poi il moro era uno di quei ragazzi che preferiva non mettere le cuffie quando camminava per paura di non sentire la gente, allora perchè le aveva indossate?

Quando Shouyou riuscì a raggiunger il ragazzo gli tolse con forza le cuffiette prendendole dal filo facendo spaventare il proprietario.

-è da mezz'ora che ti chiamo, sai quante volte ho rischiato di cadere con queste?- disse il ragazzo indicando le stampelle e guardando il moro in cerca di una qualche reazione.

Tobio dal canto suo non riusciva a credere ai suoi occhi. Possibile che il ragazzino rosso davanti a lui fosse il suo Hinata? Oppure era solo una sua immaginazione? Decise di parlare.

-Shouyou sei davvero tu?-

-e chi altri? Babbo Natele? Sai è il 22 dicembre mancano tre giorni a natale e sto cercando qualche renna per la mia slitta vuoi farne parte?- chiese il ragazzo sarcastico facendo nascere un piccolo sorriso sulle labbra di Tobio.

-Hinata boke- disse poi abbracciandolo stretto timoroso che il rosso potesse scappare da qualche parte senza avvisarlo.

-scusa- disse poi il moro continuando a tenere il ragazzo stretto fra le sue braccia.

-non sei tu quello che si deve scusare, ma io. Ti ho gridato contro quando eri l'unica persona che credeva ancora in me- disse Hinata sciogliendo l'abbraccio.

-io non capisco, di cosa stai parlando?-

-possiamo andare a casa tua a parlare? Qui sta iniziando a fare freddo- Tobio annuì e fecero il piccolo pezzo di strada che mancava insieme con il moro che ogni volta guardava alla sua destra per accertarsi che Hinata non fosse un miraggio. Una volta entrati nella camera del moro Shouyou si sedette sul letto del ragazzo imitato subito dopo dal più piccolo.

-ti ricordi che ti dissi di aver fatto domanda alla tua stessa università?- chiese il rosso guardando le loro foto appese alla parete. Tobio non rispose, ma si ricordava perfettamente.

-il giorno in cui abbiamo litigato mi è arrivata una lettera dove dicevano che non avevano bisogno di un altro giocatore di pallavolo e che erano al completo. Un modo carino per dirmi che non mi volevano tra i piedi- il rosso sospirò -avevo immaginato una risposta del genere, quindi consigliato anche dal coach Ukai ho mandato domande di ammissione in tutte le università che avevano squadre di pallavolo. Sai cosa mi hanno risposto? Che un tappo come me non sarebbe andato da nessuna parte. Mi sono infuriato. Ukai mi ha tranquillizzato dicendomi che con il tempo potevo continuare a crescere, che sarei riuscito ad entrare in un'altra università senza problemi. Il giorno dell'addio al club sentendo tutti gli altri che erano riusciti ad entrare nelle università che avevano scelto mi sono sentito inutile. Avevo un'ultima speranza però, una cosa alla quale ci tenevo molto. Il vecchio allenatore della nazionale Giapponese mi aveva detto che voleva vedermi giocare, voleva un centrale nella squadra. Ero felice, potevo continuare a giocare con te, però..- la voce del rosso si bloccò e iniziarono a scendere calde lacrime dai suoi occhi, le asciugò velocemente -..però non appena mi ha visto mi ha detto: "ti ricordavo più alto. Mi dispiace ma non cerco dei puffi". Mi sono infuriato e ho sfogato tutta la mia frustazione su di te. Mi dispiace-  Shouyou non fece in tempo a dire le ultime due parole che si ritrovò le labbra di Tobio sulle sue.

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