Capitolo 16

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Mi sveglio con un dolore lancinante alla pancia.
Intorno a me è tutto buio, con gli occhi ancora assonnati e che fanno fatica ad aprirsi, guardo lo schermo del mio telefono e vedo che sono le cinque del mattino.
Il dolore non diminuisce, non credo sia nulla di buono.
Corro in bagno, cercando di fare meno rumore possibile, per non svegliare nessuno.
Tra poco saranno tutti svegli, dopotutto è solo mercoledì.
Arrivo nel bagno, chiudo la porta e accendo la luce, corro a fare pipì e vedo la peggior cosa che possa vedere una ragazza, il sangue.
Alzo gli occhi al cielo e capisco il perché del mio dolore.
Fantastico, mi ci mancavano solo loro a completare il tutto.
Mi cambio le mutande, ormai queste sono da buttare via.
Torno di fretta in camera mia, non ostante i miei piedi nudi facciano abbastanza casino sul parquet.
Prendo assorbente e mutande e me le metto.
Il mal di pancia non si placa, così decido di andare in cucina, c'è uno sportello dove tengono le medicine da prendere con l'acqua, magari c'è qualcosa che uso anche io, per queste situazioni.
Arrivo, senza pochi crampi e passi leggeri, alla cucina, mi avvicino agli sportelli e sulle punte comincio a cercare. Ma le ditte stanno diventando insostenibili, mi viene voglia di piegarmi per levarmi il dolore che provo.
Decido di accasciarmi con il sedere a terra e le ginocchia strette al petto, così il dolore sembra attenuarsi, ma non riesco a fare a meno di gemere se mi muovo, perché fa davvero male.
Ogni volta è sempre la stessa cosa, mi fanno male il primo giorno e poi, passa tutto come se non ci fosse alcuna differenza.
Non so quanto tempo passa, non so nemmeno se mi sono addormentata sulle mie ginocchia, so solo, che sento la porta dell'ingresso aprirsi.
Mi sporgo per guardare, ma dalla mia poderosa altezza, purtroppo, non vedo proprio nulla.
Sento dei passi venire verso di me e riconosco dei capelli scuri, che appartengono a Derek che ha già lavorato di notte, non ostante fossimo tornati tardi.
Lo vedo sporgersi, con faccia preoccupata, oltre l'isola e grazie alla luce di un lampione, vedo il suo volto preoccupato e curioso, i suoi occhi che in questo momento sembrano due pozzi scuri, animarsi.
-Sunny?- chiede, guardandomi e avvicinandosi preoccupato.
-Che cazzo ci fai qui? Sul pavimento freddo? Solo con delle mutande e una maglietta?- chiede, tirandomi su come se fossi una bambola di pezza.
Il dolore alla pancia, che è diminuito, torna immediatamente a farmi male, appena sono in posizione eretta.
-Ho mal di pancia- riesco a dire, in parte stanca, perché vorrei dormire ma con troppo male.
Lui apre lo sportello delle medicine, lasciandomi appesa al bancone. Prende una scatola ma non so che pastiglie siano, per poi passarmi un bicchiere d'acqua e la pastiglia.
-Bevi- mi dice secco e io mi limito a buttare la pastiglia e bere.
Ora ho anche freddo, sarò stata venti minuti su quel pavimento freddo, si inizia a intravedere l'alba dalla finestra della cucina.
-Vieni con me- dice, prendendomi per mano e andando verso la sua camera.
Peccato che la condivida con mio fratello e Robert.
Apre la porta e vedo due letti vuoi e in completo ordine. Ieri sera alla fine, sono usciti e non sono più rientrati.
Io guardo Derek, che si sta togliendo la camicia nera, per buttarla da una parte remota della stanza e si sta piegando per togliersi i pantaloni.
I suoi muscoli sono tonici e si muovono in completa armonia sotto il mio sguardo.
Sembra stiano facendo una danza sinuosa e invitante.
Io non credo di aver mai visto un ragazzo più bello, non che gli altri siano brutti, ma lui è davvero bello, con il suo viso da bad boy e un corpo da urlo.
-Ragazzina? Vuoi bavare ancora per molto?- chiede, sogghignando e io alzo gli occhi al cielo.
Riesce a preoccuparsi per un nano secondo e poi, tornare a essere un'idiota patentato il secondo successivo.
-Non dovremmo dirlo a Ginny e gli altri che sono qui? Anche perché non credo che riuscirò a dormire, tra un ora vado a scuola- dico, toccandomi la pancia che fa ancora un po' male.
-No, non credo ci andrai. Telefono ora a tuo fratello, tu scegli pure un letto e mettitici a dormire- dice, prendendo il suo iPhone e uscendo dalla stanza.
È proprio un vizio girare in boxer per casa, prima o poi prenderò un infarto se ne vedrò più di uno dei ragazzi in boxer.
Prendo il letto di mio fratello e mi infilo sotto alle coperte, il male si è un po' calmato, ma è comunque presente e fastidioso.
Io vorrei capire perché deve capitare proprio a noi, per una volta al mese, questa grandissima rottura di palle, cioè il ciclo.
Sento la porta riaprirsi e intravedo il viso di Derek, concentrato sul suo telefono, che essendo acceso gli illumina il viso.
Poi, ha un altro telefono in mano, che riconosco essere il mio, lo sblocca tranquillamente, il che mi fa incuriosire su come ci sia riuscito e poi, disattiva qualcosa.
Spegne entrambi i telefoni e mi porta il mio, sul comodino.
Io faccio finta di dormire, cercando di regolarizzare il respiro.
-Domani andremo dal ginecologo ragazzina. Tuo fratello mi ha detto che è da un po' che devi fare un controllo. Ti ci accompagnerò io, domani mattina, tanto non andrai a scuola- spiega tutto questo con voce dolce e piano, accarezzandomi la testa.
Il suo tocco mi fa rilassare e il mio respiro si fa ancora più calmo, sento che sto per andare nel mondo dei sogni, ma poco prima di addormentarmi.
-Buonanotte ragazzina- dice, dandomi un bacio su una tempia e io credo di aver sorriso, perché lo sento ridere, con una voce meno gutturale e sporca della sua. Così, con quella risata mi addormento.

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