-No Ginny, non darai una festa qui!- dice serio Tom, entrando in casa e appoggiando il suo borsone per terra.
-Per favore!- dice la ragazza, facendo il labbruccio e seguendo il fratello fino in casa.
Li sento poi borbottare qualcosa in italiano, in maniera che io e i ragazzi con me in salotto non possiamo capire, ma penso non siano parole molto dolci quelle che sta dicendo Tom a Ginny.
Vedo poi Ginny sbucare per un attimo, fare un cenno di saluto veloce e fiondarsi in camera nostra, sbattendo la porta.
Non credo che sia andata molto bene la discussione con suo fratello.
Tom esce poco dopo dalla stanza, con una birra in mano e con la faccia sconsolata, guardandoci e sorridendo in maniera mesta.
-Difficile fare il fratello maggiore, vero?- chiede mio fratello, seduto di fianco a me, guardando il ragazzo che si limita ad annuire.
-Beh, io avevo in mente di fare qualcosa questo weekend al Ray, perché non le dici che potremmo organizzarla lì?- chiede Jonah, sorridendo.
Jonah sembra risvegliarsi e sorridente annuisce, per poi correre da sua sorella a proporle l'idea.
-Sei stato gentile ad offrirglielo- dico, dando una spallata giocosa a mio fratello, che sorride.
-Per gli amici, questo ed altro- mi risponde, facendomi l'occhiolino, tornando a guardare la televisione e concentrandosi come gli altri sulla partita.
E' un fantastico sabato sera autunnale, fuori piove, ci sono un sacco di birre nel frigorifero e una partita importante in televisione, così i ragazzi hanno deciso di radunarsi tutti insieme, per passare del tempo a casa.
-Ma quello era un fallo, dai, era evidente- dice ad alta voce Jack, puntando le mani contro lo schermo, mentre vedo Mark e Rob arricciare il naso e negare con la testa.
Tra poco inizieranno a litigare, ne sono sicura, per poi cominciare a sbraitare come delle aquile.
Vedo il mio telefono illuminarsi e riconosco il numero, che ormai so a memoria.
E' la madre di Joachim.
Dopo che siamo andati a trovarlo e ci hanno comunicato che avesse un trauma cranico dato dal forte incidente che aveva subito, con qualche frattura a braccia e gambe.
Ho chiamato subito la madre di Joachim, per dirle la situazione.
Ormai è passata una settimana e non pensavo l'avrei risentita, dopo che io e Jonah le avevamo descritto come mai ci fossimo allontanati dal figlio e lei aveva detto di aver capito e ci aveva ringraziati di essere comunque andati a trovare il figlio e accertarci delle condizioni.
Non ho molta voglia di rispondere, ma sapendo che è una donna sola, con il marito a migliaia di chilometri per lavoro, in questo periodo, decido di rispondere.
-Pronto, Clare, mi dica- dico, alzandomi dal divano per allontanarmi dal chiasso che stavano facendo i ragazzi davanti alla televisione.
-Buonasera Sunny, non volevo disturbarti, ma Joachim ha chiesto di te e tuo fratello, vorrebbe parlarvi- dice con voce dolce.
Sento i nervi a fior di pelle, non voglio più vedere Joachim, se non a qualche gara e non voglio andarci a parlare per nessun motivo.
Lui mi ha fatto capire quanto tenesse a me a New York, non credo di avere altro da condividere con lui.
-Clare, scusa ma siamo davvero molto impegnati in questi giorni io e mio fratello. Lui con il lavoro e io con la scuola e gli allenamenti. Mi spiace davvero- dico, cercando di sembrare il più onesta possibile.
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Fango, Ruote e Amore
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