Capitolo 10

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Sono due ore che siamo in giro per negozi, le ragazze hanno trovato i loro vestiti.
Daisy uno corto a gonna larga, bianco con del pizzo nero che le fa da monospalla.
Ginny un meraviglioso vestito viola corto, che verso il basso sfuma fino ad arrivare al bianco.
Ci hanno messo un po' a trovarli, ma finalmente ci sono riuscite.
Daisy andrà con un giocatore di football di nome Bob al ballo. Credo di averlo visto qualche volta nei corridoi e lei ogni tanto ci è uscita nell'ultimo periodo.
Sono contenta che sia riuscita a trovare qualcuno, forse, sarà la volta buona che si dimenticherà di Albert.
I negozi tra poco chiuderanno, al massimo ripasserò domani a cercare un vestito, magari con Jonah che mi ha sempre consigliato benissimo sui vestiti.
-Sunny, vieni! Abbiamo trovato un negozio- dice la mia migliore amica, sommersa dalle borse.
Entro, seguendo le due ragazze che hanno già salutato la commessa e stanno guardando i vestiti appesi.
Io mi fermo ad ammirare un meraviglioso vestito rosso, su un manichino,  ha del pizzo sul corpetto e ha anche delle maniche. Con una gonna liscia rossa, senza alcuna fantasia.
Ginny mi si affianca e guarda anche lei il vestito sul manichino.
-Daisy, l'abbiamo trovato- dice, richiamando la mora che osserva anche lei spiazzata il meraviglioso vestito.
-Mi sembra perfetto per te Sunny- dice, avvicinandosi e ammirandolo più da vicino.
La commessa, che sembra essere una donna di mezza età, si avvicina cordiale.
-Volete che ve lo mostri? Credo proprio che sia la tua taglia cara- dice, avvicinandosi al manichino e iniziando a spogliarlo.
-È quello giusto- mi sussurra Ginny all'orecchio.
Io guardo le mie due amiche, che stanno sorridendo come due ebeti, mentre io, dentro di me sono nervosa.
Non ho mai portato vestiti, men che meno, uno così lungo e nemmeno i tacchi.
Ho anche paura a come potrebbe starmi.
-No, ragazze penso che questa sia una pazzia- dico, iniziando a scrollare la testa.
-Non è una pazzia, provalo- mi incita Daisy, proprio quando la commessa mi sporge il vestito.
Lo prendo e vado nel camerino, lo metto ed esco.
La faccia delle mie amiche è meravigliata.
-Sunny, devi assolutamente prenderlo! È perfetto- dice Ginny, mentre vedo Daisy sorridere e annuire.
Mi guardo allo specchio e non credo di riuscire a riconoscermi.
Mi cade a pennello e mi fa molto più femminile, non sono abituata a vedermi così.
Rimango a bocca aperta.
-Le tue amiche hanno ragione, ti sta davvero bene. Sembra quasi che sia stato disegnato per te- dice la commessa, guardandomi dal mio riflesso nello specchio.
-Quanto costa?- chiedo infine, sperando che il prezzo non sia qualcosa di insostenibile.
-quattrocentocinquanta dollari- dice, guardando il cartellino.
È caro, non ho abbastanza soldi da parte.
-Lo prendiamo- dice Ginny, ma io la guardo sorpresa.
-Non ho tutti quei soldi da parte- dico, amareggiata, mentre mi guardo nello specchio.
-Non pagherai tu- dice Daisy.
Io le guardo stranita, non riesco a capire.
-Sono passata da tua madre, prima di venire qui.
Albert mi ha detto che tua madre avrebbe voluto pagarti il vestito, per questo oggi ti voleva parlare, tralasciando lo scherzo- dice ridacchiando.
-Oh, ma non posso comunque accettare. Non voglio un vestito che costa così tanto- dico. Sono grata a mia madre per la sua idea. Sono l'unica femmina e credo abbia sempre desiderato il giorno in cui avrei comprato il vestito per il prom.
Ma non voglio pesarle così tanto.
-Sunny, tua madre lo desidera davvero tanto. Come badget mi aveva dato seicento dollari, pensa che gliene ridarai comunque- dice Daisy, avvicinandosi a me.
-Accettalo Sunny, credo che la feriresti tanto se non lo comprassi. Ti dona davvero tanto- dice Ginny, avvicinandosi anche lei.
Sorrido e annuisco, hanno ragione. Se mia madre ha dato quei soldi, immagino che ci tenga davvero tanto al fatto che io abbia un buon vestito per il prom.
-La chiamerò appena comprato- dico, andando verso il camerino per potermi cambiare.
Arriviamo a casa, lasciamo Daisy a casa sua, che è poco distante dal centro e continuiamo per casa nostra.
-Sono molto contenta delle compere di oggi- mi dice Ginny, ferma a un semaforo.
-Si, anche io, grazie per i consigli- le dico, guardando il suo profilo.
È molto simile a suo fratello,a solamente nei dettagli, come il naso e la forma della bocca.
I capelli tendono al color mogano, con dei riflessi rossicci. È davvero molto bella Ginny.
- Ci mancherebbe, quando vuoi sono a disposizione- dice, scrollando le spalle e ripartendo, appena vede il semaforo verde.
Arriviamo a casa, scarichiamo dalla macchina di Tom tutte le borse e saliamo le scale.
Appena varchiamo la soglia, sentiamo un gran vociare in salotto.
-I ragazzi sono tornati- dice sorridente la mia amica, andando verso lo schiamazzo.
Io la seguo, vedendo un tavolo aperto e apparecchiato, un meraviglioso profumo di pomodoro sta inebriando la stanza.
-Pasta!- urla felice Mark, spuntando con i capelli bagnati.
-Ragazzi, mio fratello?- chiedo, non vedendolo in casa.
-È ancora al lavoro, poi andrà a cena con Becca mi ha detto- dice Robert, che sta accendendo la televisione.
-oh, ok grazie- dico, andando a posare le borse in camera, seguita da Ginny.
- Che succede?- mi chiede, appena entriamo in camera.
-Nulla- dico, fingendo un sorriso, mentre metto a posto le borse.
In realtà ci sono rimasta male, è la prima volta che mangiamo nella nostra nuova casa e lui esce con Becca. Non che Becca mi stia antipatica, anzi, ma avrei preferito che almeno sta sera ci fosse stato anche lui con me.
-Se è per tuo fratello, non restarci male.
Io, appena arrivata qui, mi sono ritrovata con un inglese maccheronico a parlare con Derek e Robert e fare cena con loro, da sola.
Perché? Tom non si era fatto spostare il turno da dj in discoteca quella sera- dice lei, appendendo il suo vestito.
-Sul serio?- dico, trattenendo una risata. Mi immagino Ginny da sola con Derek che fa lo spaccone e Robert che tenta di instaurare un rapporto.
-Sono molto seria! Quindi, non preoccuparti, i ragazzi sono innocui e poi, se ci sono tutti il casino e il divertimento sono assicurati- mi dice, sorridendo.
-Ragazze è pronto a tavola!- urla Roy nel corridoio, così noi lasciamo tutto e andiamo in cucina.
-Dove mi devo sedere?- chiedo, non sapendo se hanno dei posti fissi o meno a tavola.
-Lì, di fianco a Ginny- mi dice Robert, indicando con il dito il posto.
Io vado a sedermi e guardo l'enorme grilletto, che contiene pasta al sugo per otto persone.
-Quanto adoro il giovedì sera! La sera del cibo italiano- dice entusiasta Mark, guardando con gli occhi adoranti il grilletto.
-Ha cucinato Tom?- chiedo, mentre noto il moro mettere nei piatti la pasta, orgoglioso.
-La pasta è italiana e il sugo l'ho fatto io. Ho imparato da mia madre prima di venire qui- dice, passando il piatto a sua sorella.
-Si, nostra madre è molto brava a cucinare e adorava insegnarci. Così, sia io che Tom sappiamo portare un po' di Italia sempre con noi- dice rinfacciando.
Io sorrido e guardo i due fratelli, sono davvero molto legati e adorano le loro origini. Come biasimarli? Se io andassi in Italia ingrasserei di non so quanti chili.
Mangiamo, con i ragazzi che raccontano la loro giornata, dove Mark sostanzialmente ha fatto zapping sul televisore, Robert era al lavoro e Derek è rientrato solo per cena, perché poi deve uscire.
-Ragazzina, domani ti va di allenarti con me? Max pensa che potrei aiutarti- mi dice il moro, dall'altra parte del tavolo.
-Si, va bene- rispondo semplicemente.
-Perfetto, ci vediamo alle quattro, non arrivare in ritardo- mi dice e io alzo gli occhi al cielo, per poi annuire.
Non sono una ritardataria, anzi, io detesto il ritardo.
-Non tenerla troppo tempo ad allenarsi, alla sera dobbiamo uscire- dice Roy, tutto orgoglioso.
Noto Jack, Robert e Derek guardarlo in maniera interrogativa.
-Il ballo di primavera del liceo. Roy accompagna Sunny, io accompagno Ginny- dice Tom, gesticolando con la forchetta.
-Beh, vi auguriamo una buona serata- dice, quasi scocciato Derek, per poi alzarsi e posare le stoviglie nel lavandino.
-Perché ha reagito così?- chiedo agli altri, dopo aver sentito la porta sbattere.
-Non l'ha mai fatto, è una cosa abbastanza strana- dice Jack, alzandosi anche lui da tavola e raggiungendo l'amico.
-Non preoccuparti Sunny! Sarà stata una delle sue giornate pesanti al bar. Capita che sia più nervoso del solito- spiega Robert, gentilmente.
Aiuto i ragazzi a sparecchiare, io e Ginny laviamo i piatti, chiacchierando del più e del meno con Jack, che li asciuga e mette nella credenza.
-Bene, direi che si è fatto tardi, meglio se andiamo a dormire- dice Mark, vedendo che sono già quasi le undici.
Derek non è più uscito dalla sua stanza, Jack non ha detto il perché dell'improvviso cambiamento d'umore dell'amico, ma non abbiamo indagato oltre.
-Giusto, domani chi va a scuola dovrà alzarsi presto- dice Robert, guardando me, Ginny e Roy.
-A volte penso che Robert sarebbe un padre perfetto- dice l'ultimo, prendendo in giro il suo amico, che gli fa il verso.
-Non puoi negarlo Rob, a volte saresti un padre perfetto- lo asseconda Tom.
-Beh, posso dire che avrò un futuro e adesso, tutti a dormire- dice, indicandoci le stanze.
Noi annuiamo e andiamo verso le nostre camere.

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