Stefany iniziò a cercare dentro la sua borsa qualcosa, in modo nervoso.
"Ma dove cavolo l'ho messa!"
"Zia se non ti sbrighi, la polizia ci arresterà. Anzi, mi arresterà. E la gente sta facendo un po' troppe foto per i miei gusti."
"Trovata".
Stefany estrasse, dalla borsa, una piccola pallina verde smeraldo. La lanciò in aria e subito, si propagò nel cielo una luce fortissima. Dei raggi si diramarono da quella piccola sfera che vorticava per aria, prima in modo confuso e poi in verticale su Navir e Stefany. D'improvviso, la macchina sembrò dissolversi nel nulla e la ragazza si strinse il più forte possibile a sua zia. Le sembrò come se venissero risucchiate in un vortice, i suoi capelli si confondevano totalmente con la sua pelle e non riusciva a vedere nulla se non delle strisce colorate che sembravano sfrecciassero davanti a lei. Mezzo secondo dopo, era sdraiata per terra, del tutto ancorata a sua zia. Aprii gli occhi e ciò che vide non era la sua città, piuttosto un posto del tutto sconosciuto e strano.
"Alzati Navir"
"Zia mi vuoi spiegare? Dove siamo?"
"Siamo a Ilang, la terra perduta. Qui il tempo o qualsiasi cosa tu vedrai non sarà mai uguale a tutto ciò che conosci. Quella piccola sfera era magica; grazie ad essa ho salvato te 7 anni fa e grazie alla stessa ti ho riportata dove tutto ebbe inizio. Questa è la tua terra, Navir."
Navir strabuzzò gli occhi, provò a dire qualcosa ma decise di tacere e guardarsi intorno. Sotto i suoi piedi c'era solo sabbia, come quella del deserto, e intorno a lei alberi dalla forma squadrata si muovevano come ondulati dal vento. Ma non c'era vento. La cosa le sembrò troppo strana, la sabbia era immobile e sua zia stava lì a fissarla in attesa di una risposta.
"Perché gli alberi si muovono? Non c'è vento."
"Qua nulla è come sembra tesoro mio; gli alberi si muovono perché in essi vi sono le anime tormentate di uomini e donne, morti a causa di una guerra atroce. Dopo che il loro corpo emise l'ultimo respiro, ognuno di essi si trasformò in albero e le loro anime restarono intrappolate per punizione divina. La loro forma squadrata è data dalla deformità dei loro corpi; ognuno di loro è stato massacrato, percosso, distrutto fisicamente e psicologicamente."
"Ma quale dio può essere tanto crudele da fare questo?"
"Mio fratello, Kokou. Il dio della guerra."
"Nono, non è possibile, ferma un secondo. Tu sei la sorella di un dio? E perché sei qui con me e non nell'olimpo o in cielo da qualche parte? Mi stai prendendo in giro?"
"No purtroppo, io mi chiamo Oyà ed ero una dea. Ho rinunciato alla mia immortalità per salvarti."
"Una dea? Salvarmi? Da cosa? Perché?"
"E' una storia molto lunga, ma ci sarà tempo per raccontarla. Adesso dobbiamo incamminarci verso la scuola di Ilang, dove tu andrai."
"Cioè mi porti via dal pianeta terra, arriviamo in questo posto non si capisce in che modo e l'unico luogo in cui vuoi portarmi è una scuola?"
Oyà sorrise. " Navir è una scuola speciale. Imparerai a fare quello per cui sei nata."
"E sarebbe?"
"Combattere."
Oyà fissò negli occhi Navir; lei era terrorizzata. Cosa significa che era nata per combattere? La paura le invase ogni fibra del corpo, ma adesso era con sua zia e questo le bastava per sentirsi protetta.
Iniziarono a camminare a passo svelto in quel deserto sabbioso; ovunque si girasse vi erano quegli strani alberi e poco dopo ne vide uno ancora piccolo che ipotizzò potesse essere stato un bambino. Come si possono commettere tali abomini? Come si può far soffrire così tanto delle persone innocenti? Se era vero che lei fosse nata per combattere contro tutto ciò, allora quello che la aspettava sarebbe stato l'inferno. Camminarono per un tempo che sembrò una eternità; ad un tratto entrarono all'interno di una cittadella. Sembrava una di quelle città medievali, di cui parlano i libri di storia, dove tutto era precario e allo stesso tempo sublime. Navir fu attratta dal modo in cui erano costruite le case; erano fatte di pietra, i massi erano grossi e larghi, il tetto era di legno ed erano piuttosto piccole. La porta d'ingresso e le finestre avevano una forma arcuata ed erano anch'esse in legno con le maniglie in ferro. Davanti a queste piccole case c'erano o dei piccoli giardinetti o dei grandi spiazzali fatti in pietra. L'unico problema era la gente. Ecco, non c'era nessuno in quelle strade; le case sembravano fatiscenti ed abbandonate. Dove erano finiti tutti? Potevano mai essere morti?
STAI LEGGENDO
ILANG: Navir e l'eredità del dio.
Fantasia//COMPLETATO//✔ *Trama*👇 In una terra dilaniata dall'ira funesta di un dio, una giovane donna, nata dall'unione di due come frutto del vero amore, si ritrova a combattere per la salvezza della sua terra e del suo popolo. La terra di ILANG (Deserto...