Capitolo 22.

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Aria vide l'amica tornare sconvolta, con gli occhi rossi e l'aria confusa.
"Tutto ok, Navir?"
"Si. Ora mi riprendo." Disse tra un singhiozzo e un respiro profondo.
"Dov'è Akram? Era uscito a cercarti." Aria le fece l'occhiolino, quando Akram giunse sulla soglia.
"Sono qui."
Navir non si girò; non aveva il coraggio di guardarlo in faccia e così tenne lo sguardo basso e si diresse verso il divano.
"Ok, l'aria mi sembra abbastanza tesa. Ma va bene."Aria scrollò le spalle e si sedette accanto alla amica, sbuffando.
Navir, decisa a non pensare a quel bacio, prese nuovamente a discutere con Tradamar.
"Allora, cosa dobbiamo fare?"
"Bhé, inoltrarci all'inferno è difficile ma non impossibile. Tuttavia, penso che tu non sia pronta, ancora, per affrontare tuo zio. Ho letto nella tua mente che hai dei "super-poteri" particolari, vero?"
"Si. Il super- udito, la velocità, l'agilità e una buona dose di abilità nel combattimento; inoltre, ho la capacità di prevedere il futuro o, quanto meno, quello che penso sia il futuro."
"Una buona dose di abilità nel combattimento? Stai scherzando, spero! Hai battuto i migliori guerrieri a Paraalang, compreso il signorino lì". Aria era divertita dalla sua stessa affermazione e indicò Akram, il quale, dal canto suo, si limitò ad accigliarsi.
"Cosa hai visto, fin'ora?" Tradamar era, visibilmente, più interessato alle visioni che alle affermazioni di Aria e, per tale ragione, nemmeno ci fece caso. Navir, invece, si sentì lusingata dalle parole della amica e sorrise, arrossendo.
"Una battaglia; io con la spada di fianco ad un altro guerriero, pronti a batterci contro Kokou. Tuttavia, intorno a noi, vi era solo morte e distruzione."
"Hai la spada di Shango?"
"Si." Navir si alzò e prese la spada che aveva riposto in un angolo della casa, insieme al suo zaino.
La tenne in mano e la avvicinò al potente mago, poiché essa non si faceva toccare da nessuno tranne che da Navir stessa.
"Meravigliosa. Ti è capitato di toccarla e di avere visioni?"
"Si, una volta sola."
"Affascinante.."
"Eh, Tradamar per favore..non ho il super-potere di leggere le menti."
"Oh, si cara. Hai ragione. Bhé, come ben sai tuo padre è il dio del destino. Di sicuro saprai che tu sei il frutto del vero amore e bla bla bla;Tuttavia, la cosa importante di cui esserne a conoscenza è che, in un certo senso, hai ereditato il potere di tuo padre. Non so cosa sia accaduto realmente, ma era una usanza delle divinità più importanti stipulare contratti in cui vi era scritto che, nel caso di morte, destituzione o avvenimenti che impedissero al dio di sfruttare le sue abilità, il potere passasse al primogenito, sia che fosse un dio sia che fosse un semi-dio. Uccidere un dio è praticamente impossibile, lo sai, ma poteva pur sempre accadere qualcosa. Ciò serviva a preservare la "specie" e l'uso del potere stesso.
Se tuo padre stipulò tale contratto, cosa che ritengo altamente probabile, tu possiedi il suo potere, essendo la primogenita e l'unica figlia. Ciò va a confermare la mia tesi secondo cui Ifà è bloccato all'interno delle scatole infernali. Quando tocchi la spada, riesci a prevedere il futuro perché in essa c'è tutto il potere di un dio. E' questo a svegliare la tua capacità premonitrice."
"Quindi, ciò che vedo è ciò che accadrà?"
"Una delle possibili vie."
Navir guardò la spada come se fosse la prima volta; fino a quel momento, non aveva immaginato quanto potere racchiudesse quella lama.
"Ragazzi. Credo che sia ora di andare all'inferno." Decisa Navir si alzò in piedi e levò la spada in alto, con la mano destra. Era il momento di dare una svolta alla sua vita. C'erano troppe vite in gioco e lei non poteva permettersi di perdere altro tempo.
"Siamo con te." Akram la stava guardando con un misto di orgoglio e paura negli occhi. Per un attimo Navir pensò che, forse, il ragazzo accanto a lei fosse proprio lui. Sorgeva, dunque, spontanea una domanda.. Dove sarebbe stata Aria?
Adesso, però, non era il momento di preoccuparsi del futuro. Doveva vivere il presente e cercare di apprendere il più possibile dalla presenza di due maghi tanto potenti.
Calò la notte mentre pianificavano le attività che si sarebbero svolte sull'isola, da lì al mese successivo. Non potevano rischiare di arrivare impreparati negli inferi e, per di più, Tradamar era fuori allenamento oltre che indiscutibilmente senza forze.
Navir e gli altri scoprirono presto che la piccola abitazione aveva una porticina di fianco al camino, la quale conduceva al piano superiore. Ivi c'erano tre stanzette piccole e semplici.
Navir e Aria dormirono, come sempre, insieme. Akram in una stanza con un letto e i due maghi in una altra stanza con due letti singoli.
Nonostante la stanchezza della giornata, i pensieri non lasciarono, a Navir, modo di addormentarsi precocemente.
Rimase sveglia per quella che sembrò una eternità, a fissare, ancora una volta, un soffitto bianco illuminato dalla tenue luce della luna, la quale penetrava dalla piccola finestra. La sua mente andò ad Oyà e al suo corpo tenuto al sicuro da una ampolla di vetro. Con questo pensiero, crollò qualche istante dopo. 





SPAZIO AUTRICE. 

Poche parole per questo capitolo, ma è l'inizio della discesa negli inferi. Che ne pensate?


ILANG: Navir e l'eredità del dio.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora