CAPITOLO 7.

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"La tua vita è stata un po' complicata Oyà. Posso darti del tu, vero?"
"Ma si certo che puoi." La donna arrossì. "Per favore puoi dirmi che cosa è successo in questo frangente?"
"E' una storia un po' lunga, mettetevi comode." Guardò l'orologio ed erano quasi le sei del pomeriggio; Ocram già accusava un certo languorino, anche perché lì si cenava alle sette e mezza in punto. Comunque si decise a mettere da parte questo pensiero, si posizionò nel modo più comodo possibile sulla sua poltrona e inizio a raccontare le vicende.
"Quando Ilang fu devastata, ogni donna e ogni bambino aveva perso la vita. In quegli anni io ero ancora un semplice allievo in questa scuola; fui addestrato a combattere al pari dei semi-dei affinché un giorno, quando mi sarei seduto su questa poltrona, sarei stato in grado di difendere me stesso e la scuola. In realtà dovevano passare ancora degli anni prima che io potessi assumere questo incarico, ma ahimè, mio padre fu preso come ostaggio da Kokou mentre guidava la battaglia sul territorio ormai arido di Ilang. Tuttavia non lo portò sull'Olimpo e credo che sia stato così per via del fatto che un uomo mortale, per quanto nobile possa essere il suo animo, non può accedere al regno dei cieli. A dirla tutta mi stavo chiedendo, nel sentire la tua storia, come abbia fatto la madre di Navir ad essere ammessa nell'Olimpo. Comunque sia, questi sono dettagli. Dicevo.. una volta preso come ostaggio, Kokou lo sottopose alle torture peggiori; lo frustava con il laccio infuocato e lo bastonava con la mazza d'Artenia. Insomma, voleva che soffrisse e morisse nel modo peggiore. Nel mentre aveva fatto in modo, con i suoi poteri, di trasmettere nelle menti di tutti noi quelle immagini. Abbiamo visto tutti, me compreso, la fine che ha fatto mio padre. Se ci ripenso, mi viene una fitta al cuore. Non ho mai scoperto dove fosse avvenuto tutto ciò e non sono mai riuscito a trovare il corpo. Quando quelle immagini mi mostrarono l'ultimo istante della vita di mio padre, lui disse: << questo non sarà l'unico uomo che ucciderò; sappiate che non avrò pietà per nessuno che sia donna o che sia bambino. Voglio vedere la razza umana estinguersi, trionferò sul regno dei cieli e degli inferi; voi sarete tutti al mio cospetto. Tuttavia, non vi nascondo che non ho ucciso quest'uomo per divertimento. Senza di lui, Paraalang è debole ed io sto arrivando.>> Finito quel massacro, le nostre menti furono liberate. Una sfilza di anime si inoltrarono nella pianura e tutti i semi-dei iniziarono a combattere. Ma come si può sconfiggere un esercito immortale? Non era possibile. Per fortuna, ogni volta che un anima si avvicinava a un dio, essa stessa provava dolore. Credo sia stato, come vi dicevo poco fa, perché gli dei non possono nuocere nessuno di loro. Io faccio eccezione. E' così assurdo che un uomo così vulnerabile davanti ad un dio, sia stato messo a dirigere una scuola per semi-dei. Da quel giorno, mi chiedo sempre come farò a proteggere i miei ragazzi. Mi sono allenato, superato e distrutto per poter raggiungere il livello in cui adesso sono. Tuttavia, come Achille era forte e indistruttibile fino a quando però non gli toccarono il tallone, così io sarò forte e indistruttibile finché un soldato immortale o un dio non si avvicinerà al mio corpo. In ogni caso, cerco di non pensarci. Quel giorno Paraalang fu rasa al suolo. Siamo fortunati che la nostra scuola sia frequentata da semi-dei, almeno con i loro poteri non abbiamo avuto problemi a ricostruire tutto. Io alla fine, fui eletto direttore. Troppo giovane ed inesperto, ne ho fatti tanti di errori." Ocram si toccò la folta chioma con l'aria triste e pentita. Sospirò.
"Poco dopo la mia elezione" virgolettò con le dita la parola – elezione- " Kokou mi fece trovare un messaggio sulle mura di questa stanza. C'era scritto: col sangue di tuo padre io ti dico che verrà una giovane semi-dea per tentare di sconfiggermi, ma tu farai la fine di tuo padre e nessuno sarà mai in grado di distruggere ciò che sto creando. Vi dico che era una scritta ENORME, prendeva tutte le pareti. Ho fatto tinteggiare tutto nella speranza di dimenticare quelle parole ma non ci riesco. Ogni notte sogno mio padre, le immagini che ho visto e la scritta. Indescrivibile l'orrore che ha portato sulla nostra terra e su quelle vicine. Come si può diventare tanto folli per un amore non corrisposto?" Effettivamente quella era una delle domande che tormentava Oyà da sempre. Ma lei non avrebbe mai avuto una risposta.
"Scusate, in tutto questo la semi-dea sarei io? E che poteri dovrei avere? E come faccio a sconfiggere un dio se non so nemmeno come si fa un uovo alla coque!" Navir aveva alzato il tono della voce; sentiva sulle spalle un peso che non sapeva se sarebbe riuscita a sopportarlo. Qualche giorno fa era in una stanza dal tetto bianco e il giorno dopo era in un castello medievale a parlare di battaglie con eserciti immortali e di super poteri alla super-girl. 

O santo cielo.

"E poi un'altra cosa, sbaglio o il tempo qui passa diversamente che sulla terra? Non ci sto capendo più nulla." Si era guardata allo specchio che c'era alla sua sinistra e si rese conto di non avere l'aspetto che aveva memorizzato l'ultima volta che si specchiò sulla terra.
"Ecco, questa è una cosa di cui non ti avevo ancora parlato cara nipote. Quando abbiamo lasciato la terra avevi 15 anni, nel momento in cui abbiamo usato il tempo-metro.."
Navir la guardò con l'aria di chi non avesse capito un cavolo.
"Il tempo-metro era quella sfera che ci ha portati qui." Disse Oyà con l'aria stizzita.
"aaah.. ok ora puoi continuare."
"Dicevo il tempo-metro ci ha fatto saltare da un universo ad un altro. Quindi quello che per te è stato un attimo, in effetti sono stati due anni terresti. Insomma qui hai circa 17 anni.. considerando che era quasi il tuo compleanno diciamo che stai raggiungendo la maggiore età."
"Che COOOOSAA?"
"Già. Scusami con tutto quello che ho avuto per la testa mi sono dimenticata a informarti di questo particolare. Per quanto attiene alle tue domande, ricordi quando eri nel negozio di Kaleika e hai ucciso quell'uomo?"
"Aspettate un momento, ha ucciso un uomo?" Intervenne Ocram sbalordito.
 "Un imprevisto. Credo sia stato mandato a cercare Navir da Kokou. Gli avrà fatto non so quale diavoleria. Comunque.." si rivolse nuovamente alla nipote "ricordi questo avvenimento?"
"Ahimè, si."

"E ricordi come è successo?"
"Io ricordo che mi ha fatto infuriare; ho fatto un salto e l'ho atterrato. A quanto pare gli ho rotto l'osso del collo. Ricordo che aveva la testa penzolante." A Navir scesero le lacrime dagli occhi.

"Non piangere tesoro mio, ti sei dovuta difendere. In ogni caso hai appena enunciato due delle tue capacità: super-forza e super-agilità."
"E di quante capacità dovrei essere in possesso?"
"Penso che tu abbia tutte le caratteristiche di un figlio nato dall'unione di due dei. Quando tuo padre e tua madre ti concepirono, c'era una strana congiunzione astrale. Le stelle celesti si erano allineate, cosa che non capitava da tempi immemori ormai. Inoltre sei il frutto del vero amore e, diciamo, che non sono tutte stupidaggini quelle leggende sul vero amore e bla bla bla. E' per questo che sei destinata a combattere Kokou, perché sei un suo pari. In ogni caso, tutto ciò che riguarda il tuo futuro è scritto nel filo d'oro nascosto negli inferi. In quel filo, vedrai se sconfiggerai Kokou."
"Quindi, devo scoprire le mie altre doti. Anche se credo di averne trovata un'altra. Ocram, sta arrivando una certa Gerdra per dirle che la cena è quasi servita e che l'aspettano nella sala comune."
Mentre Oyà e Ocram guardavano stupefatti Navir e le stavano per chiedere come avesse fatto, ecco che bussarono alla porta.

"Signore la cena è quasi servita; i ragazzi e gli insegnanti l'aspettano nella sala comune." Ancora con la bocca aperta dallo stupore, Ocram rispose alla donna:
"Grazie Gerdra, sto arrivando e fai in modo che ci siano due posti in più per le nostre ospiti."
"Si mio signore." La donna fece un inchino e andò via, chiudendosi alle spalle la porta.
"Super-udito, signori e signori!" Navir scoppiò a ridere e per la prima volta dopo giorni si sentì in vena di essere felice.
"Signore, seguitemi che ci aspetta una valanga di roast-beef. Qui i cuochi sono fantastici; sono anche loro semi-dei, discendenti dei cuochi celesti."
Navir e Oyà si guardarono ed entrambe seguirono Ocram verso la sala comune. 

ILANG: Navir e l'eredità del dio.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora