Kim Taehyung [1]

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《 Gangstar 》

Ero ormai abituata a rimanere chiusa nella mia stanza quando arrivavano le altre gang per fare affari con il mio ragazzo.
Questa volta Taehyung mi aveva avvisata che non dovevo assolutamente muovermi perchè "questa gente", come li aveva definiti, era sin troppo pericolosa.
Naturalmente non lo ascoltai e, una volta essere stata certa che tutti i membri di ogni gang fossero dentro la sala riunioni, scesi in cucina per prendermi da mangiare.

Mi stavo tranquillamente gustando il mio solito toast quando la porta della sala riunioni si aprì di scatto.
Da essa uscirono 3 uomini grossi come degli armadi che mi guardarono con aria curiosa.

Continuai a mangiare, fissandoli dritti negli occhi. Non ero mai stata una ragazza debole e forse questo era uno dei motivi per cui Tae aveva scelto me, mi facevi rispettare e lui voleva questo.

-"Ciao bambolina." disse uno dei tre ammiccando.
-"Bambolina lo dici a qualcun'altro." risposi a tono.
-"La gattina ha tolto fuori le unghie." aggiuse l'uomo accanto.

Si avvicinavano pericolosamente a me e non sembrava avessero buone intenzioni. Notai, però, la calibro 35 posta nel cassetto affianco alla dispensa. Ringraziai mentalmente Tae per aver messo pistole e armi ovunque.

La presi velocemente e la puntai su di loro, nello stesso momento in cui il mio fidanzato e 5 uomini uscirono dall'altra stanza.

-"Y/n ma che cazzo stai facendo?" disse Tae, quasi preoccupato.
-"Solo un secondo oppa. Voi tre, allontanatevi prima che vi faccia saltare il cervello." affermai dura.

I tre uomini tornarono dentro la sala riunioni sotto l'occhio attento di Taehyung, che si spostò poi su di me che ero tornata a mangiare il mio toast.

-"Mi spieghi che hai in testa?" ti chiese, quasi arrabbiato.
-"Senti, si stavano avvicinando troppo, e lo sai che vado in escandescenze facilmente." dissi.

Lui si passò una mano in faccia, disperato, e mi guardò con un sorrisino.
-"Ne parliamo dopo, non va bene così, torna in camera e restaci." disse, prima di tornare nella sala.
Feci quello che mi ordinò, non aveva senso disobbedire ancora, sapevo già cosa mi sarebbe toccato quando avrebbe finito con quelli.

Dopo circa 20 minuti che ero chiusa nella camera sentì da sotto 3 spari ed uscì subito correndo dalla camera dirigentomi giù per le scale.
Appena arrivai la scena che mi si parò davanti era terribile, gli stessi tre uomini che si erano avvicinati a me giacievano a terra sanguinanti, di fronte a loro Taehyung con una pistola, grossa quanto una casa, stretta nella mano destra.
Spalancai gli occhi alla vista del mio fidanzato con in mano quell'arma, il suo collo è contornato dalle vene, un evidente segno di rabbia. Si voltò a guardarmi e una lacrima scese sul mio viso, corsi di nuovo su per le scale senza degnarlo di una parola.

Arrivai in camera mia e scoppiai in lacrime, ero disperata, non l'avevo mai visto così, non l'avevo mai visto uccidere.

Dopo circa un'ora lui arrivò nella stanza e io ero distesa sul letto cercando di metabolizzare tutto quello che era accaduto.

-"Y/n.." sussurra.
-"Taehyung, che cazzo ti è saltato in testa?!" urlo, spingendolo e piangendo.
-"Non urlare. Ora ti spiego tutto." disse, chiudendo la porta della camera.
-"Sarà meglio che tu abbia una spiegazione valida a tutto questo!"
-"Hanno parlato di te. Sanno che sei il mio punto debole, credevano però che io rimanessi impassibile e subissi. Si sbagliavano." disse, tutto d'un fiato.
-"Cosa hanno detto..?"
-"Una battuta idiota. Hanno detto 'Bellina la tua bambolina, è anche abbastanza forte, dove l'hai trovata? Anche noi la vogliamo così' io sono uscito fuori di testa, non ho retto e ho sparato." mi rispose, a testa bassa, visibilmente in imbarazzo.
-"Oppa.. non era necessario che tu reagissi così.. ti verranno a cercare.."
-"Non mi importa. Nessuno si deve permettere di toccare la mia piccola." affermò, prendendoti per i fianchi e appoggiando la fronte sulla tua.
-"Ti amo, Taehyung."
-"Anche io, y/n."

Passarono due settimane e arrivò la polizia, li avevano trovati.
Avevano trovato la loro gang e ed erano arrivati a casa nostra, per portarli via.
Ero in lacrime mentre lo ammanettavano, lui guardava l'agente con un sorrisino malefico.

-"Salutala Kim. Non la vedrai per un bel po'." gli disse, guardandomi.
-"Tranquilla piccola, non ascoltarli, ci rivedremo presto." mi disse, facendomi l'occhiolino e lasciandomi un tenero bacio sulle labbra.
-"Taehyung, ti prego, non lasciarmi." risposi, in lacrime.
-"Andrà tutto bene, Jungkook si prenderà cura di te mentre sarò via. Pensala come se stessi andando ad uno dei miei viaggi di lavoro, tornerò." sorrise.
-"Mi mancherai." gli dissi, baciandolo.
-"Anche tu."

I mesi passarono lenti senza di lui, Jungkook faceva di tutto per farmi distrarre ma quando lui non c'era piangevo senza sosta. Mi mancava, senza Taehyung non mi sentivo forte come una volta. Ero debole e fragile.

6 mesi.
10 mesi.
1 anno.
1 anno e mezzo.

Taehyung non tornava, non potevo neanche vederlo, era stato messo in isolamento e poteva parlare solamente con il suo avvocato.

Una mattina, però, qualcuno suonò alla porta. Andai ad aprire e scoppiai in lacrime.
Taehyung era in piedi davanti a me con un enorme mazzo di fiori in mano, due passaporti ed il suo solito sorriso rettangolare che mi faceva impazzire.

-"Ti avevo promesso che sarei tornato, e io mantengo le mie promesse." mi disse all'orecchio, sussurrando.
-"Ora fai le valige, ti porto via da qui." continuò, per poi baciarmi.
-"Ti amo Taehyung, sei la mia forza." gli risposi, baciandolo.
-"Ti amo anche io y/n, non dimenticarlo mai."

One Shot // BTSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora