Last Day Parte Prima

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Mia pov's

Questa è l'ultima sera che Paulo rimane in Argentina perché deve tornare  giocare contro il Napoli. Quindi per salutarlo abbiamo organizzato una cena fuori.
Sono in totale confusione non so come comportarmi.
In questi tre giorni siamo stati benissimo, abbiamo riso e scherzato e non potrei essere più che felice di questo.

Sono quasi le sette di sera e sono appena uscita dalla doccia. Indosso un jeans biano corto a vita bassa e una canottiera nera con le bretelle sottili, metto le vans nere e lascio i capelli ricci sciolti.

Scendo in salotto e Ignazio insieme a Emma e Allyssa che giocava con un peluche sul divano. Mi avvicinai a lei visto che dovevamo aspettare Juan e Marcela. Damiano era a Buenos Aires per lavoro.

<andiamo su a cambiarci> disse Emma e salì insieme al suo ragazzo al piano di sopra.

Allyssa mi stava spiegando qualcosa sul perché un peluche era bianco e l'altro marroncino nonostante avessero la madre uguale. Io la stavo ad ascoltare. Fino a quando due mani si posarono sui miei occhi.
Riconobbi il profumo forte e allo stesso tempo dolce.

<Paulo..>

<come hai fatto? Non ho nemmeno parlato> disse baciandomi le guance per salutarmi guardandomi sorpreso

<Ho i miei mezzi> dissi e lui prese in braccio la piccola salutandola

<di che cosa stavate parlando?> chiede sedendosi accanto a me

<Ally glielo spieghi tu?>

<Fii certo> iniziò a spiegargli la storia e Paulo giocava con lei facendo la voce dei pupazzi mentre io li osservavo.

<Paulo dai un pupasso a Mia zi seeerve la mamma orsa>

<oh, si certo> mi passa un peluche e mi invita con la testa ad avvicinarmi. Mi avvicino e mi prende per un fianco facendomi sedere sulla sua coscia.
Lo guardai e lui guardava Ally sorridendo. Continuava s fare le voci così mi aggiunsi anche io. Allyssa si mise in ginocchio avvicinandosi a noi per abbracciarci. La guardai sorpresa così come Paulo, la stringiamo forte. Paulo la mise sulle mie coscie e ci abbraccio entrambe.

<grassie per avermi abbrassiato> disse Allyssa e Paulo la abbracciò più forte. E io strinsi forte forte entrambi. 
La mano di Paulo scivolo stotto la mia maglia, prima sulla mia schiena e poi sul mio fianco. Iniziò ad accarezzarmi il ventre facendomi venire i brividi su tutto il corpo, i battiti erano accelerati e la gola era secca.
E intanto nella mia testa mi chiedevo perché cavolo lo stava facendo. Che senso aveva fare tutto ciò. Ero staccata da tutto il mondo sentivo solo le mani di Paulo sul mio corpo.

La mia testa diceva di non cedere che tutto sarebbe stato difficile poi quando lui non ci sarebbe stato, ma il mio corpo chiedeva di più si voleva spingere oltre.

Emma tornò e ci staccammo. Saliamo sulla macchina di Paulo e ci avviamo verso il ristorante.
Lasciai la giacca in macchina e entrammo dentro, ci sedemmo e aspettammo Juan e la sua ragazza.

Paulo giocava con Allyssa, Ignazio età fiori a fumare mentre io parlavo con Emma di mia madre e della sua gravidanza.

Paulo pov's

Eravamo seduti al tavolo tutti insieme e mentre giocavo con la figlia dei miei migliori amici sentii il discorso che stavano facendo le due ragazze.
Mi si spezzò il cuore ricordando la sua  confessione di qualche giorno prima.
Decisi di non intromettermi fino a quando non arrivò Marcela e iniziò a parlare della sua gravidanza.
Le presi la mano e la strinsi accarezzandola con le dita. Lei si girò verso di me e mi guardò con quegli occhioni dolci e grandi, ci lessi la delusione dentro e mi sentii così inutile perché non potevo accontentarla.

Passarono solo 10 secondi e con il labbro tramante mi chiese.
<potresti accompagnarmi a prendere la giacca in macchina?> annuii e mi alzati dalla sedia.. Appena fummo fuori, davanti alla macchina, fuori dalla loro visuale la presi per un braccio e la attirai a me stringendola forte a me.
Senti il profumo forte che i suoi capelli emanavano, accarezza i con la mia mano con essi..
<non sono forte> disse con la voce spezzata dai singhiozzi e io sentivo il cuore cadere pezzo dopo pezzo.

<no, ascoltami, tu sei forte, sei speciale e io lo so.. Io ti conosco. Sei la ragazza più dolce e sensibile do questa terra e io sono orgoglioso di conoscerti>

Lei si stringeva a me e io non sapevo assolutamente che cosa fare.. La stringeva a mia volta e dopo un po' si stacca e con gli occhi lucidi mi guarda, poi sorride e si asciuga le lacrime.. Prende la pochette dalla macchina e si sistema il trucco poi entra nel ristorante lasciando la giacca sul sedile. Chiudo la macchina e entro anch'io, li raggiungo e sento che Emma le sta chiedendo della giacca, vedo la sua faccia imbarazzata e quasi quasi mi viene da ridere.. Entro con la giacca in mano e gliela appoggio sulle spalle.

<Non sarei un bravo cavaliere se non porterei le sue cose> dico prendendo posto accanto a lei

<cavaliere o schiavo> dice Ignazio puntandomi il dito facendoci ridere e guadagnandosi una gomitata da parte della sua ragazza <che c'è?! Dipende dai punti di vista> dice massaggiandosi il punto dolorante.

Tutti ridono e io guardo Mia che sorride come se niente fosse è io mi chiedo se sia davvero possibile, se una donna, un essere umano possa essere così forte. È proprio vero che le donne sono superiori a noi, aldilà del parto, della questione gravidanza, del fatto che riescono a superare tutto e più facilmente di noi, noi uomini che le smezziamo i cuori e le deludiamo sempre, aldilà di questo loro hanno una forza, non intendo quella fisica, una forza psicologia che le aiuta a vivere le aiuta a capirci a capire il mondo in generale, la donna è un opera d'arte che merita di essere osservata. Merita di essere amata fino alla fine con tutti i suoi difetti e i suoi pregi. Bisogna innamorarsi di tutto il pacchetto completo se si vuole essere un uomo a tutti gli effetti. Le donne sono esseri speciali..

A distrarmi dal mio monologo intellettuale interiore è una piccola donna, appunto, che picchietta con la manina sulla mia coscia mentre con l'altra tiene un peluche..
<potresti aiutarmi a mangiare? > chiede e io sorrido.. La prendo in braccio e la siedo sulla mia gamba.

<certo nanerottola> dico e la aiuto a cenare imboccandola, lei mangia la pasta sporcandosi e io attentamente le pulisco la bocca. <ti piace? > Lei annuisce

<Piaze anche a Mr. Teddy > dice mostrandomi il peluche

<oh mi fa piacere > dico felice.  Continuo a aiutarla a mangiare mentre mangio anch'io e parlo con gli altri. Dopo aver finito di mangiare si appoggia al mio petto stringendo il suo Mr Teddy e prende sonno.. Le accarezzo i capelli mentre parlo con gli altri e sento un paio di occhi che mi guardano, che mi fissano, che mi studiano.. Mi giro e alla mia destra trovo lei sorridermi. Ricambio il sorriso e continuiamo a cenare mentre scherziamo.

Arriva l'ora del dolce e la bimba ormai da un pezzo è nel mondo dei sogni fatto di unicorni svolazzanti, fatine, folletti, cose fatate, arcobaleni e dio solo sa cos'altro.
Suo padre Ignazio la prende dalle mie braccia e la mette nel passeggino coprendola.. Finiamo il dolce, ovviamente pago tutta la cena io e decidiamo di fare una passeggiata tutti insieme visto che c'era un'aria calda e confortevole..

Camminando arrivammo a un parco.. Una sola panchina sembrava vuota, una panchina abbastanza piccola.. Juan prese in braccio Marcela mentre Ignazio la sua fidanzata, mi sedetti e senza pensarci presi mia per un polso e la feci sedere sulla mia gamba.
Lei era un poco spaesata ma comunque la conversazione sulla marca di pannolini che comprava Emma per Allyssa non  fini..

Passò un po' di tempo e entrambe le coppie se ne andarono insieme con la macchina di Juan mentre io e Mia stavamo tornando vicino al ristorante dove c'era la mia macchina..

In quel momento, mentre la guardavo camminare a testa bassa affianco a me mi venne un idea e la espressi ad alta voce

<vuoi passare la mia ultima sera con me?>

To bee continued

Eri scritta nel mio destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora