Eri scritta nel mio destino

partorire in Calabria

L email era del ginecologo.
Ci aveva invitato per una visita ginecologica a Miami. Avevamo preso un appuntamento dopo i mondiali.

Paulo era in Russia e io mi alternavo tra le sue partite e i miei impegni lavorativi, set fotografici, set pubblicitari,interviste,sfilate era tutto così pieno di impegni.

Fino a quando l'argentina è stata squalificata dai mondiali.
Da quel momento Paulo si è distaccato tanto da me.
Io ho cercato di stargli vicino ma lui non me lo permetteva.

Eravamo a casa sua a Torino e io avevo appena finito di pulire la cucina.
«amore» mi sono seduta al suo fianco e gli ho preso la mano «vuoi parlare?»

Lui nemmeno mi guarda e così per tutta la giornata. Io ormai sull'orlo di una crisi nervosa scoppio a piangere.
Così lui mi consola e finiamo per fare l'amore, dopo piange e si sfoga e poi di nuovo il silenzio.

Passano i giorni e arriva una email dal ginecologo dove dice di andarlo a trovare verso il dieci di dicembre così possiamo fare tutti gli esami e tutte le cose per bene.

Finisce agosto e Paulo è ancora giù di morale.
Intanto i nostri impegni ci continuano ad allontanare.
Il parto di mia mamma e mia sorella si avvicina.
So delle sue storielle da una sera, mi sento uno schifo perché non sono alla sua altezza, non lo sono mai stata.
Paulo nemmeno mi guarda, si limita ad accettare la mia esistenza.

«ehi Mia» dice piangendo dal divano

«si?» lo raggiungo dal balcone

«perché sei ancora qui?»

«perché ti amo» mi siedo accanto a lui.

«non possiamo stare insieme lo sai?»
Lo guardo cercando di non piangere.

«Paulo..»

«no, ascoltami. Mi sto portando a casa una tipa diversa ogni sera per rendere meno doloroso tutto e per giustificarlo»
Inizio a piangere e lui se ne frega.
«io ti amo Mia, ma non puoi stare accanto a un annullitá come me»

«paulo sei l'uomo più meraviglioso che abbia mai visto. Io voglio stare solo con te.»

«anch'io ma meriti di più» Dice piangendo

«lo sai che anche se mi lasci continuerò ad amarti» lui ride tra le lacrime e mi abbraccia

«sei la donna della mia vita ma non puoi stare con un perdente come me.»

«paulo sei uno stronzo.» lo bacio e finiamo per fare l'amore.

Mentre siamo nel letto lui mi guarda e sorride
«ero serio prima, dobbiamo lasciarci per un po'»

«e se non ci sarò quando mi vorrai?»

«me ne farò una ragione»

«mhnn.. vediamo, visto che da fidanzato non vuoi. Mi staresti vicino da amico? Sai ci sono parti di massa in famiglia» lui mi abbraccia e mi accarezza la schiena.

«certo principessa, anzi perdonami se non ti sono stato vicino e grazie per quello che hai fatto per me.»

Tutto quello che stava dicendo e che stava succedendo era il massacro del mio cuore. Stavo una merda ma se quello voleva dire stare un po' più di tempo con lui allora avrei fatto di tutto.

I giorni passavano e io stavo sempre più di merda.
Prendemmo il volo per la Calabria.
Gli feci da guida turistica, lo portai in tutti i miei posti segreti.
Poi arrivati a casa gli feci vedere la mia camera si fermò a fissare le foto di qa famosissima esitate e postò addirittura una storia taggando il mio passino e me, nella storia c'era scritto "era scritto nel destino che io e te avremmo sconfitto tutto e tutti. Tu eri scritta nel mio destino. Noi diamo stati più forti del destino" . Inutile dire che trenta secondi dopo avevo le sue fan sotto al balcone..

Una volta stancate e allontanate ci siamo messi a riposare. Io cercavo di godermi ogni attimo con lui con la consapevolezza che dopo qualche giorno sarebbe finito tutto.

Quando ho visto mia mamma e mia sorella a pranzo con il pancione ho sentito il terreno scomparire da sotto i piedi. E ora avevo un'altra paranoia in testa. Io non avrei mai di sicuro avuto bambini. Io e Paulo ci stavamo lasciando.

Dopo pranzo Paulo venne al mio fianco
«stai bene?»

«sto uno schifo se tanto vuoi saperlo» piansi il pomeriggio, la sera e il giorno seguente. Ero inconsolabile.

Intanto i parti si avvicinavano e io mi sentivo una perfetta annullitá. Dio ma perché ero lì. Non potevo fare parte dei loro discorsi, non sapevo cosa si provava e non lo avrei mai saputo.
Paulo cercava di starmi vicino ma affrontare questa situazione era troppo difficile per me, molto di più di quello che avevo pensato.

E così una sera una settimana prima del ricovero di mia madre le si ruppero le acque io ero in uno stato pietoso, sembravo di marmo. Tutti la aiutavano e io avevo solo voglia di scomparire.
O anche solo l'abbraccio del mio quasi ex fidanzato. Ma adesso la priorità era mia madre.

Una volta avvertita mia sorella, per la paura, l'ansia le si ruppero le acque.

Io non riuscivo più a gestire le mie emozioni. Ero una cazzo di altalena dell'umore, tre minuti stavo bene e poi stavo male.

Paulo era triste per me ma felice per i bambini.
Quando mi dissero se volevo vederli dissi di no.
Avevo paura di crollare davanti a tutti.
Paulo invece prese il mio fratellino tra le mani e me lo portò davanti
«ehi Alex, saluta la sorellina, dici ciao Mia» gli muoveva la manina e io scoppiai a piangere. Era troppo bello con un bimbo in braccio.

«ciao piccolino, sono la tua sorellina» gli accarezzai la manina

«vieni con noi sorellina Mia, dobbiamo farti vedere Margherita la tua nipotina»  mi portò da mia sorella e vidi quella meraviglia in una coperta rosa con un paio di occhioni blu. «hai gli occhi della zia, chissà quanti ragazzi e quanti calciatori farai innamorare tu» disse accarezzandola. Fece gli auguri a mia sorella e si complimentò.

Io stavo malissimo inutile negarlo. Come dovrei stare?!

Usciti dall'ospedale mi prese la mano, mi portò a fare una passeggiata e cerco di starmi vicino. Senza lui non ce l'avrei mai fatta. Lo ringraziai e finimmo per fare l'amore nella mia cameretta.

La mattina dopo lo trovai a curiosare sul grande comò di fronte al letto. Prese una cosa e me la mise al dito. Era l'anello che lui mi aveva comprato anni prima in un negozio di souvenir.
«sei l'unica.»

Una volta che loro erano stabili e fuori pericolo tornammo a casa nostra. Lui a Torino e io a Milano. Eravamo ufficialmente degli ex.