Pushing me away — Jonas Brothers.
Terminata la prima lezione, io e Is ci dividiamo.
Costeggio gli armadietti lungo il corridoio e lo percorro interamente, prima di raggiungere l'aula del Signor Turner.
Sposto il mio sguardo sulle persone che la popolano, e mi rendo conto di non conoscere nessuno. Mi siedo accanto alla finestra, sperando che il posto accanto al mio resti vuoto.
Quando Turner fa il suo ingresso, non si perde in ulteriori spiegazioni che non gli riguardano, e inizia la lezione.
Dopo qualche minuto qualcuno bussa alla porta, ma sono troppo concentrata sulla mia equazione per darci peso.
«Scusi per il ritardo." Riconoscendo quella voce, mi rendo conto che forse avrei dovuto.
«Non riesce ad arrivare in orario neanche il primo giorno.» Sbotta Turner, ma Harry non gli dà peso.
«C'è un posto libero lì», dice, indicando quello accanto al mio, «Si sieda e ascolti la lezione.»
Decisamente questo sarà l'ultimo primo giorno che speravo di vivere.
Harry si lascia cadere sulla sedia, e quando il suo braccio sfiora il mio, lo sposto.
Tento di riprendere l'equazione cercando di risolverla, ma con il suo sguardo su di me la mia concentrazione mi abbandonerà definitivamente.
Mentre Turner continua i suoi monologhi e le sue performance sulla lavagna — cancellando e riscrivendo senza neanche dare il tempo di cercare di capire cosa stia dimostrando in modo così forsennato — io tento di restare al passo.
Getto un'occhiata sul foglio di Harry, e sembra che lui ci sia riuscito. Ha terminato ogni esercizio in contemporanea con il professore, e io sono sempre più sorpresa.
Quando si accorge che lo sto osservando si volta, ma velocemente distolgo lo sguardo dal suo, abbassandolo sul mio foglio.
«Credo che tu abbia bisogno di un aiuto.» Sostiene, continuando a tenere i suoi occhi su di me.
«Ce la faccio da sola.» Rispondo, evitandolo.
«Sicura? Perché a me sembra di no.»
«Se continui a parlare e a fissarmi non riuscirò mai a concentrarmi come dovrei.» Scatto, e lui sembra sul punto di fare lo stesso.
«In realtà, eri tu a non riuscire a smettere di guardare.» Mi provoca, ma tento di non darci peso.
«Pensa alle tue equazioni, Harry.»
Il resto della lezione trascorre lentamente, e Harry non ha più detto una parola dopo aver cercato di farmi cedere. Il sollievo mi attraversa quando mi accorgo che — almeno per oggi — le nostre lezioni in comune sono terminate.
La mensa della scuola è uno dei luoghi comuni dove la divisione e la differenza tra le classi sociali è ancora più evidente di quanto non lo sia già.
Senza pensarci troppo mi avvicino ad un tavolo libero, aspettando Is. Qualche minuto più tardi le faccio segno, quando la vedo ferma all'ingresso spostando lo sguardo sui tavoli. Mi raggiunge e prende posto vicino a me, prima di chiedermi come stia andando.
«Uhm, piuttosto bene.» Le dico, omettendo la lezione di Turner con Harry. «A te, invece?»
«Ho scoperto di avere molte lezioni in comune con Will.» Afferma, con un sorriso che le illumina il volto.
Confrontiamo i nostri orari, ma siamo insieme soltanto con la Heiden.
«Hai gli allenamenti?» Mi domanda, continuando a lanciare sguardi al suo cellulare, poggiato sul tavolo davanti a lei.
Le poche volte che pranziamo insieme, è perché Will deve allenarsi. E' nella squadra di football della scuola, e spesso i suoi orari non coincidono con quelli di Is.
«Sì.» Rispondo. «Ci vediamo più tardi?»
«Certo.» Annuisce e ci dividiamo ancora.
Siamo tutte in fila, una di fianco all'altra, di fronte al coach. Tra le sue mani ci sono già cronometro e fischietto, e mi preparo a quando non riuscirò più ad avere la sensibilità del mio corpo, dopo questo primo allenamento.
L'acqua è limpida e niente sembra distrarla dalla sua tranquillità. La luce filtra dalla serie di finestre che circondano perimetralmente il soffitto, riflettendosi su di essa.
«Questo è un anno importante per molte di voi." Inizia il coach, attirando l'attenzione di tutte. So già a chi si riferisce, e so anche che non sono l'unica.
«Per alcune», riprende «Questo sarà un anno decisivo e fondamentale. Avrete la possibilità di ricevere una borsa di studio che vi aprirà la strada per il college, ma dipenderà solo ed esclusivamente da voi. Ricevere una borsa di studio per il nuoto è decisamente ciò di cui ho bisogno, così da non gravare sulla mia famiglia.
«Anche se adesso siete qui, domani potreste star uscendo da quella porta.» Dice indicando l'ingresso alla piscina, in tono severo.
Anche se si tratta soltanto di una squadra scolastica, l'allenatore Barrie prende seriamente il suo compito e il valore sportivo da attribuire alla squadra.
Le selezioni per riuscire ad entrarci non sono semplici, e una volta entrate, niente lo sarà neanche lontanamente. Lui ha il potere di sbatterti fuori quando vuole, non importa chi sei e se hai del potenziale. Se non lavori, se non ti impegni e se non segui le regole, puoi anche risparmiarti l'umiliazione e uscire fuori di tua spontanea volontà.
Nessuno ti tiene dentro, ma in un attimo, nonostante tu lo sia, potresti non esserlo più.
Nel momento in cui le parti del mio corpo sfiorano la superficie, e quello dopo dove sono completamente immersa, mi rendo conto di quanto mi sia mancato tutto questo, e che è esattamente ciò che voglio fare. In qualche modo, il nuoto mi rappresenta.
Inizio a muovermi e a far scivolare il mio corpo sulla superficie, e ogni pensiero, ogni preoccupazione, sparisce.
Ci alleniamo per le successive due ore, e le mie previsioni non erano del tutto sbagliate.
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Shelter [Harry Styles]
FanfictionDISPONIBILE IN TUTTE LE LIBRERIE E GLI STORE ONLINE DAL 28 OTTOBRE 2021! Come se fossero fuoco e pioggia, faccia a faccia ma senza riuscire a guardarsi davvero, come Venere e Marte, come stelle diverse. Così diversi da scontrarsi, eppure così neces...