Capitolo 7

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Battelfield - Jordin Sparks.

Quando salgo sul bus, ringrazio che non sia pieno e prendo posto.

Harry è seduto dove lo era anche l'altro giorno. Continuo ad evitarlo, nonostante sappia che non possiamo andare avanti in questo modo, e che non possiamo farlo per sempre.

Il mio sguardo è rivolto verso l'esterno, e quando percepisco un'altra presenza accanto a me sussulto, portandomi una mano sul petto.

Quando mi volto e vedo di chi si tratta, capisco che avrei dovuto immaginarlo.

«Dio, smettila di fare così.»

«Ti ho spaventata?» Chiede, e un angolo delle sue labbra si sposta verso l'alto, in un accenno di sorriso.

«Cosa vuoi?» Replico, non rispondendo alla sua domanda.

«Dobbiamo decidere l'opera.» Sostiene, come se niente fosse.

«Stai parlando sul serio?» Gli domando, sperando che non lo sia. Non so più neanche cosa sperare.

«Non dovrei?»

«E te ne ricordi adesso, Harry?» Scatto. «Ieri ci sono state concesse due ore per farlo, ma tu hai lasciato l'aula dopo neanche il termine della prima ora.»

«Probabilmente sono stato costretto a farlo.» Dice.

Lo guardo aspettando che dica qualcos altro, e lui lo fa.

«Non puoi dettare regole a tuo piacimento. Sei soltanto una che crede di poterlo fare.»

«Tu non sai niente, Harry.» Distolgo lo sguardo dal suo e riprendo a guardare oltre, come se lui non ci fosse.

Percepisco le lacrime lottare per scendere e rigare il mio volto, ma non posso lasciarmi andare. Non adesso.

HARRY'S POV.

Ho definitivamente compreso che tra me e Claire non potrà mai funzionare.

In nessun modo.

Ci ho provato, ho tentato di recuperare e di prendere in mano la situazione facendomi avanti, ma lei mi ha respinto. E' quello che fa sempre, che fa sempre con me. E questo non cambierà mai, perché nessuno dei due è disposto a farlo per l'altro.

Ignorare ciò che proviamo da praticamente tutta una vita è dannatamente inutile, e io non sono mai stato il tipo che rincorre le persone.

Sono quello a cui non importa di niente, che usa le ragazze per una sola notte, e quello che tutti evitano. Mi sono costruito io questa barriera, è vero, ma abbatterla non rientra nei miei piani.

Claire è ancora di fianco a me, la testa poggiata contro il finestrino, e una fastidiosa aria innocente che la contorna.

Ha i capelli debolmente raccolti, e un libro sulle gambe. Da dove sono ora, riesco a vedere il suo profilo, ma ho bisogno di smettere di farlo.

Prima che arriviamo a scuola sono già pronto per scendere e andare via. Non ho intenzione di scusarmi con lei, e non riesco neanche a capire per quale motivo l'abbia presa così male.

CLAIRE'S POV.

Sento Harry allontanarsi, e ringrazio che non abbia aggiunto più nulla prima di andarsene.

Sono una delle ultime a scendere, ma non mi importa, non questa mattina.

Sono consapevole che tra qualche minuto lo rivedrò e sarà tutto come è sempre stato, ma continuare ad evitare l'inevitabile non servirà ad entrambi.

Quando raggiungo l'aula, Is è già al suo posto, e il suo sorriso raggiante si spegne quando mi vede. Le vado accanto e le sorrido, ma lei mi conosce troppo bene.

«Dimmi che cos'hai.» Esige, il tono deciso.

«Ho discusso con Harry.»

«Ancora, Claire?» Dice tra la sorpresa e l'esasperazione, come se vivesse la situazione in prima persona. Io scrollo le spalle.

«Non riesco a comprendere il vostro rapporto, ammesso che ne abbiate uno. E' come se lui tirasse fuori una parte di te che conosce soltanto lui - l'unica che conosce, in realtà.»

Mette una mano sulla mia e mi costringe a guardarla.

«So quanto possa essere difficile, ma devi cercare di passarci sopra. Siamo all'ultimo anno, non puoi permettergli di rovinarti.»

Isabelle ha ragione. Ha sempre ragione, ma se ieri avevo una speranza, adesso non ne ho più.

«Dobbiamo ancora scegliere quale sarà la nostra opera.» Sospiro, e lei fa lo stesso.

Il professor Biew fa il suo ingresso insieme alla Heiden, e insieme coagulano per questo compito che sembra avere un'importanza vitale.

Più o meno entrambi ripetono ciò che sapevamo già, ma quando iniziano a chiedere quali saranno i gruppi per le opere, il panico si fa strada dentro di me.

Quando sarà il nostro turno, cosa dovremmo dire loro?

Sento gli occhi di Harry su di me, ma non mi volto. Le coppie sono quasi terminate, e non riesco neanche a pensare ad una scusa che potrei utilizzare per temporeggiare.

«Rain, Styles,» Ci richiama la Heiden, «Voi cosa avete deciso?»

Il suo sguardo e quello di Biew si sposta da me a Harry, insieme a quelli di tutta la classe. Nessun suono fuoriesce dalle mie labbra, ma prima che chiunque dica qualcosa, lo fa Harry.

«Ieri non siamo riusciti ad incontrarci.» Inizia, e non riesco a capacitarmi di come possa apparire così tranquillo. «Quindi credo che lo faremo al prossimo.»

Biew annuisce, ma so che la Heiden ha capito ogni cosa.

«Per evitare che voi togliate altro tempo alle prove, e dato che il numero delle opere disponibili si è ristretto, lo faremo noi per voi.» Da una parte sono sollevata, perché così eviteremo altre discussioni per questo.

Ma dall'altra, lasciare a lei campo libro mi spaventa. Si volta e si confronta con Biew, sussurrando qualcosa che non riesco a decifrare. Qualche istante dopo torna a darci la sua attenzione.

«Sorprendentemente, l'opera più famosa di Shakespeare è stata quella meno scelta, quindi potreste sorprenderci voi nel rappresentarne una scena.» Un sorriso curva le sue labbra e un velo di entusiasmo percorre la sua voce. «Sto parlando di Romeo e Giulietta.»

Al suono di quelle parole, l'aria nei miei polmoni sembra dissolversi improvvisamente.

E quando mi volto verso Harry, mi rendo conto che - per una volta - proviamo la stessa cosa.

Non so quanto tempo impiego per elaborare le parole della Heiden, ma ancora adesso continuo a sentirle nella mia mente.

Romeo e Giulietta. Dovremmo mettere in scena Romeo e Giulietta. Io e Harry.

Il suo volto è completamente inespressivo, e io non so cosa pensare.

Come possono due persone così diverse come noi interpretare dei ruoli dove regna un amore incondizionato e senza tempo, sopravvissuto oltre le divergenze, e oltre la morte dei protagonisti?

Sembra quasi paradossale il fatto che io e Harry vorremmo passare meno tempo possibile insieme, quando invece i personaggi dell'opera che dovremmo interpretare farebbero di tutto pur di trascorrere anche un solo istante con l'altro.

Di una cosa sono sicura : sarà una tragedia degna di quella di Shakespeare.

A/N.

Se i capitoli sono brevi ne pubblicherò due al giorno, sotto anche consiglio di GaFairndale.

Mi fareste sapere cosa ne pensate?

Un bacio!

Shelter [Harry Styles]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora