Capitolo 1

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Stavo scendendo le scale di corsa e nel mentre mi infilavo la mia giacca blu elettrica, ero troppo fuori orario e dovevo assolutamente muovermi se non volevo arrivare in ritardo al nostro appuntamento a lume di candela nel più lussuoso ristorante della città di Milano. Mancavano gli ultimi gradini, li saltai come un vero e proprio professionista, rimasi impressionato di me stesso e feci una faccia soddisfatta, interrotta subito dopo dallo scontro frontale con Maria, la signora delle pulizie del condominio, mi scusai immediatamente e lei mi disse dove stessi andando così elegante e così di fretta così le risposi:

"Ho un appuntamento con Silvia e voglio rendere la cosa tra noi due ufficiale, ma la fortuna e il destino non sono dalla mia parte, visto che la sveglia che avevo impostato nel telefono è suonata con un'ora di ritardo!".

Maria mi rimproverò e disse che dovevo muovermi se non volevo rimanere solo per il resto della vita. Con Maria avevo vissuto tantissimi momenti della mia infanzia, ormai la consideravo come una seconda mamma, mi dava i consigli su come fare colpo sulle ragazzine, come comportarmi con le persone...
Aprii il portone e infilai le chiavi della mia nuova Audi A3 decapottabile e sfrecciai a massima velocità per le strade di Milano pregando in tutte le lingue del mondo di non aver preso una multa.

Dopo una ventina di minuti, vidi da lontano quello che sembrava essere un ristorante ma sfortunatamente il parcheggio esterno era al completo; così dopo altre ore di imprecazioni finalmente trovai un posto libero di fianco a dei bidoni della spazzatura di certo non un posto molto adatto per parcheggiare una macchina di nemmeno due mesi, ma d'altronde non avevo altre scelte. Scesi dalla macchina e mi incamminai per una decina di minuti verso il locale. Durante il tragitto decisi di spruzzarmi il nuovo profumo che mamma mi aveva regalato per il mio ventitreesimo compleanno e per ultimo accesi il telefono e azionai la fotocamera frontale per vedere se i capelli fossero al posto giusto, li sistemai giusto un po' dando una forma più sensuale al ciuffo biondo. Entrai nel locale e fui subito accolto da alcuni camerieri

"Salve, lei dovrebbe essere il signor. Rossi, il suo tavolo è sempre dritto leggermente sulla destra, il numero 7, buona serata"

seguii le indicazioni che l'uomo mi aveva dato e trovai Silvia con il giubbetto ed il telefono in mano.

"Ciao tesoro, scusa per il ritardo, mi dispiace così tanto che non puoi nemmeno immaginare, sono un cretino perché come mi avevi detto tu avrei dovuto impostare due sveglie sul telefono ma non l'ho fatto e perdonami"

Silvia disse: "Senti Federico, sono stufa dei tuoi continui ritardi e del tuo solito comportamento da menefreghista, me ne stavo giusto per andare, mi fai sempre aspettare in qualsiasi occasione, te l'ho detto fin troppe volte che gli orari devono essere rispettati e questa volta mi hai veramente stancata. Goditi la cena da solo caro Federico."

E dopo queste parole prese la sua borsa e camminò via, sinceramente non sapevo proprio cosa fare, sapevo di aver sbagliato ma non avevo il coraggio di fermarla così la lasciai andare. Mi sentivo uno stupido, uno stronzo, mi presi la testa con le mani e tirai un pugno abbastanza forte sul povero ed innocente tavolino. Dopo qualche minuto arrivò un cameriere che mi chiese cosa volessi ordinare e addire il vero la fame mi era passata da un pezzo ma sembrava brutto uscire e non avvisare nessuno quindi ordinai una semplice pizza Margherita. Il cameriere dopo aver segnato la mia ordinazione disse:

"come mai un bell'uomo come lei è tutto solo in questa stanza piena zeppa di persone?"

improvvisamente odiai quel cameriere ma un briciolo di fatti suoi no eh? Una persona non può stare da sola in santa pace? Alzai lo sguardo per rispondere e non so cosa successe ma mi dimenticai le parole che la mia mente aveva elaborato per una eventuale risposta. Aveva un ciuffo molto simile al mio, moro, occhi azzurri, due piercing al labbro, un grembiule che gli ricopriva metà vita, una camicia bianca e dei pantaloni neri strappati leggermente sulle ginocchia; pareva avere anche la stessa mia età. Il cameriere mi svegliò da questo breve stato di trance riportandomi nel mondo reale con due semplici parole

"Tutto bene?"

Lo guardai negli occhi ma non riuscii a reggere lo sguardo così risposi:

"si si scusami ma sono appena stato scaricato dalla mia futura ragazza nel bel mezzo di un ristorante"

cercai di spiegare brevemente senza troppi particolari. Lui mi guardò con una faccia dispiaciuta ma non troppo e disse

"credo che capiti a tutti almeno una volta" e se ne andò.

Avevo già detto che odiavo questo cameriere? Che stronzo ma come si permette a rispondermi in questo modo! Okay sarà stato anche un bel ragazzo ma sicuramente è uno di quei soliti tipi stronzi con 100 fidanzate contemporaneamente.
Dopo un paio di minuti la mia pizza arrivò, la fame mi era sparita completamente, dopo quelle parole finali di quel cameriere maleducato e senza cuore. Mangiai a malapena una fetta e mi sentii subito sazio. Chiesi successivamente se potevano mettermi la pizza in un cartone da poterla poi portare a casa.

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