Capitolo 3

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"Federico alzati devi andare a lavorare, oggi è lunedì forza! Allora come è andata con Silvia ieri sera? Raccontami tutti i dettagli per favore sono curiosa! Però prima devi alzarti da quel maledetto letto! Hai capito?"

"Mamma per favore lasciami dormire in santa pace, non ne voglio parlare"

"Fede non è andata bene ieri? Cosa è successo?"

"Mamma HO DETTO DI LASCIARMI STARE PER FAVORE!"

"Federico non alzare la voce in questo modo! Ti avevo solo chiesto se era andata bene ieri sera, ma se non ne vuoi parlare ti lascio stare".

Chiuse la porta e se ne andò in cucina a preparare un caffè. Mi sedetti sul letto, con gli occhi impastati dal sonno decisi di affrontare la giornata e di alzarmi da quel letto. Presi una maglietta nera, mi infilai dei pantaloni bianchi strappati e per finire le mie Vans rosse e andai in cucina dove mi ritrovai tutta la colazione pronta.

"Buongiorno Federico, come stai?" non avevo molta voglia di rispondere così mi limitai ad annuire mentre continuavo a mangiare la brioches.

"Buon lavoro, ci vediamo oggi a pranzo!"

"Grazie mamma, ti voglio bene." Queste furono le uniche parole che ebbi pronunciato questa mattina. Salii in macchina e con calma mi avviai verso il negozio in cui lavoravo. Avevo trovato un posto di lavoro in un negozio di dischi, essendo una mia passione la musica, ho trovato pane per i miei denti, mi pagavano il giusto, c'era molta gente che veniva ad acquistare i cd, molte volte venivano persino gli artisti a fare i firma copie dei loro nuovi album, è un negozietto abbastanza famoso, si chiama Il Ventitré Dischi e si trova non molto lontano dal Duomo di Milano. Una volta arrivato a destinazione, spensi la macchina e rimasi a controllare i miei vari social. Non sono un tipo molto attivo su di essi ma a volte mi piace pubblicare qualche stories e pubblicare qualche foto di me a petto nudo. Avendo le mani di burro, mi scivolò il telefono e finì tra i due sedili, un posto un po' impossibile da raggiungere per un ragazzo che ha le mani grandi...cerco in tutti i modi possibili di raggiungerlo ma il mio occhio si concentra su un foglietto bianco a lato del sedile del passeggiero, lo raccolsi e non mi ricordavo di aver scritto mai una cosa del genere, quella non era la mia scrittura sarà stata del ragazzo che avevo accompagnato ieri sera, lo lessi e trovai scritto: "niente è per sempre, tu sei il mio niente" una frase molto bella e con un significato davvero profondo, mi domandai se l'avesse scritta lui perché se così fosse avrebbe del talento da vendere quel ragazzo. Dopo diversi tentativi riuscii a prendere il telefono e a rendermi conto che anche sta volta ero in ritardo. Scesi dalla macchina ed entrai dentro al negozio.

Anche questo giornata di lavoro era finita, mi diressi verso la macchina e decisi di fare una piccola sosta prima di tornare a casa. Arrivai in via Roma e prima di consegnare il fogliettino da lui perso, scrissi dietro il mio nome e numero di cellulare, in caso avesse bisogno di qualsiasi cosa e infine lo imbucai nella sua cassetta della posta con sopra scritto Benjamin Mascolo, (presumo sia lui, non ci sono molti Benjamin in giro, quindi speriamo di aver azzeccato cassetta.)


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