Capitolo 21 -Swami-

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Guardo dallo spioncino e cerco di capire se lui è ancora lì, area libera.
Mi rilasso e cerco di riprendere a respirare regolarmente, vado in cucina e bevo un bicchiere d'acqua.
"Buongiorno. Sei bellissima! " esclama Dea entrando in cucina.
Ormai Dea è quasi al terzo mese, un piccolo gonfiore inizia a vedersi. Ha i capelli tutti in disordine ed indossa un pantalone rosa decorato da unicorni ed una maglia bianca a mezze maniche alzata di poco sulla pancia.
"Anche tu" dico ridendo.
Mi fa la linguaccia e, mentre io le spiego dell'accaduto, lei si prepara la colazione.
"Io ho una domanda da farti. Se vi amate per quale motivo non state insieme? Se vi amate perché non vi prendete? Se vi amate perché continuate a giocare a nascondino con i vostri sentimenti?" dice Dea girando il latte.
"Non lo so. L'unica cosa che so è che lui è sposato e non posso provarci." dico rassegnata.
"Swami, mi deludi. Esistono i divorzi, parlagli con calma." dice Dea buttando giù due fette biscottate.
"Comunque qualche bacio può scappare anche se lui è sposato, tanto vi amate...tutto è lecito." dice ridendo.
Io la guardo malissimo e lei alza le mani in segno di resa e ride come una bambina.

Quando siamo tutti pronti partiamo da casa. Io prima di uscire vado a lavarmi i denti e a sistemarmi il rossetto, poi mi preparo la borsa per la spiaggia per il pomeriggio.
"Possiamo andare?" chiede mio padre guardando mia madre aggiustarsi i boccoli.
"Anne, amore, sei bellissima." dice mio padre posizionandosi dietro di lei e abbracciandola.
"Non è vero, ho preso chili dopo il parto e ho iniziato a perdere capelli."dice mia madre mettendo il broncio.
Mio padre la bacia e, nel più assoluto silenzio, Samir ride. Una risata dolcissima e quasi commovente, mia madre infatti lo guarda e lo abbraccia.

Una volta in macchina mio padre mette una canzone degli anni 90', Back for Good dei Take That. Dea la canticchia ed io guardo fuori il finestrino abbassato. Il vento caldo mi smuove i capelli, l'odore del mare prende possesso della macchina e tutto fa capire che sarà una bellissima giornata estiva.
Davanti casa Jones ci sono già tantissime macchine e la Holden, ultimo modello, rossa di Elia spicca. È lucida, pulitissima e bellissima.
Dea subito scende e si sistema il suo vestitino verde acqua acquistato quasi un mesetto fa.
Elia le va incontro e la bacia, io li guardo e penso alla loro fortuna, al loro amore e al bambino. Io insisto che sarà un maschio mentre mia madre è convinta che sarà un femminuccia.

La casa è piena di gente, volti nuovi e volti conosciuti, vicini di casa, ex colleghi dei miei, amici di famiglia, i miei compagni del liceo con le loro fidanzate e altre persone che non conosco.
"Sharif" dice Jim avvicinandosi e dando una pacca amichevole sulla spalla di mio padre.
"Anne" dice Amanda.
I signori Jones sono sempre vestiti di tutto punto, credo di non averli mai visti con un abbigliamento inappropriato.
"Swami pronta ad avere un padre imprenditore?" mi chiede Jim.
"Scusa??" chiedo stupita. Mio padre imprenditore?
"Eh si, apriremo una ditta di cosmetici naturali." dice mio padre fiero di sé.
Jim ci porge cinque bicchieri di champagne e brindiamo a questa bella notizia.
"Buona sera, come va?" si aggiunge a noi un signore dall'aspetto burbero ma vestito in modo molto elegante, giacca, cravatta e pantaloni neri ed una camicia bianca senza neanche una piega.
Avrà una trentina d'anni, alto e con una chioma ribelle racchiusa in uno chignon, una barba molto curata e degli occhi color ghiaccio.
"Piacere signora Gordon. Io sono Adam Fernandez, sono un socio dell'azienda. Mi occupo della contabilità, della parte amministrativa insomma." dice e saluta i signori Jones che poi si allontanano con i miei genitori lasciandomi sola con questo australopiteco.
"Tu sei la figlia del mio socio giusto?" dice poi guardando nella mia direzione. Ma seriamente si sta rivolgendo a me così? Sta parlando con la sorella? Bha...
"Swami Gordon, la figlia del tuo socio." dico trucidandolo con lo sguardo.
"Il piacere è tutto mio, non ho mai visto una fanciulla così bella. Sembri uscita da una favola...dell'orrore." dice ridendosela.
Io lo guardo allibita, ma sta facendo sul serio?
"Senti ho conosciuto davvero tante persone, tra cui anche soggetti che si credevano una divinità scesa in terra. Tu però davvero sei al limite. Ci conosciamo da dieci minuti e già ti prendi tutta questa confidenza, oltretutto offendi anche e sai il mio cognome solo perché mio padre è tuo socio. Invece sai il mio nome solo perché io ora mi sono presentata ma ci scommetto la testa che non ti ricordi neanche l'iniziale del mio nome. Detto questo ti saluto Adam." dico calcando sul suo nome poi giro i tacchi e vado via.

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