L'aria della sera era fresca e piacevole, anche se riuscivo a percepire chiaramente il brivido di agitazione che si era appena propagato dal basso della mia schiena fino a farmi rizzare i capelli sulla nuca. Il treno che Hagrid mi aveva fatto prendere, aveva appena fatto la sua prima ed ultima fermata, ed ora tutto quello che riuscivo a vedere davanti ai miei occhi, era una scura e inquietante pozza d'acqua che arrivava fino ai piedi di una ripida montagna rocciosa, sulla quale si ergeva un castello. "Harry? Stai bene?" Mi richiamò Ron, forse vedendomi scosso.
Ronald, questo era il suo nome per intero, era un ragazzino timido e allo stesso tempo pimpante, che aveva preso di assalto il mio vagone sul treno, e al quale avevo offerto distaccatamente un rifugio. Non mi era molto simpatico, al contrario lo avevo trovato anche un po' fastidioso; insomma, non era mica da tutti intrufolarsi nel vagone di uno sconosciuto con la scusa di non avere alcun altro posto dove andare... ma forse tutto questo era dovuto al fatto che non ero mai stato bravo nelle interazioni sociali e mai lo sarei stato. Rabbrividii per l'ennesima volta e mi costrinsi a voltarmi verso il rosso, mettendo sù una facciata di finta sicurezza. "Sì sto bene." Borbottai altezzoso, e senza aspettare una sua risposta, mi diressi verso Hagrid, che nel frattempo stava illustrando agli altri studenti del primo anno, il modo in cui avremmo dovuto attraversare il lago. "Non credi che tutto questo sia un po' troppo romantico? Insomma... le barche, le candele, persino il panorama mozzafiato." Avanzai di qualche passo e ridacchiai alle parole del ragazzo che mi aveva appena rivolto la parola. Lo avevo visto di sfuggita alla stazione, ma non avevo avuto modo di capire di chi si trattasse. In effetti, quasi tutti gli studenti, escludendo Ron e una ragazza dai capelli ricci di nome Hermione, mi erano del tutto sconosciuti. Questo, però, aveva subito attirato la mia attenzione. Avevo sempre amato leggere, sin da piccolo, e quel ragazzino era talmente simile ad un eroe di una favola, da suscitare immediatamente il mio interesse. Aveva quei capelli biondi che prendevano una sfumatura grigia sotto i raggi chiari della luna e gli occhi color del ghiaccio, tanto freddi che stetti quasi per rabbrividire nuovamente. "Dici? Non me ne ero accorto." Mormorai non sapendo cosa dire. La realtà era che mi sentivo abbastanza inquieto e spaventato ed il panorama era l'ultima cosa alla quale stavo facendo caso. "Forse eri troppo concentrato ad evitare quel pel di carota." Disse facendomi l'occhiolino, sorrisi. Meno di cinque minuti e già stava conquistando la mia piena approvazione. Il ragazzo accennò un paio di passi in avanti e salì su una delle barche a riva, voltandosi poi verso di me, porgendomi una mano per facilitarmi l'impresa della salita. Accettai la sua offerta e mi arrampicai al suo fianco, finendo così vicino a lui da riuscire a sentire la stoffa del suo pastrano a contatto con la mia mano. "Sono Draco Malfoy." Annunciò approfittando della stretta di mano. Arrossii preso alla sprovvista dalla troppa vicinanza e dalla troppa sfacciataggine del biondo. "Harry Potter." Riferii sommessamente. Alle mie parole gli occhi grigi del ragazzo si fecero un po' più grandi, mentre la sorpresa invadeva i lineamenti del suo viso. Soppressi una smorfia e mi allontanai di scatto, finendo su uno degli altri studenti che aveva preso posto nell'imbarcazione insieme a noi. Draco prontamente mi afferrò, rimettendomi in equilibrio. "Ehi ehi ehi. Non c'è alcun bisogno di reagire così." Mi rimproverò esibendo un sorrisetto sghembo, quasi malizioso, che mi fece sorridere di rimando. "Scusa, in questi giorni è tutto così strano. Sono famoso da quando sono nato e lo scopro solo ieri... nei tuoi occhi ho visto la stessa sorpresa di chiunque mi abbia incontrato in queste ore e... non ti offendere, ma la cosa non mi piace affatto." Ammisi scrollando le spalle in un chiaro gesto di disagio. Draco ridacchiò, poi puntò lo sguardo dritto davanti a sè e rimase in silenzio, fino a quando la barca non approdò sull'altra riva e non fummo tutti saliti per le scale che portavano all'ingresso della sala principale. "Benvenuti ragazzi. Io sono la professoressa McGranitt e questa è la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Come tutti saprete, ognuno di voi sarà adesso smistato in una casa alla quale apparterrà per il resto dei suoi giorni in questa scuola, e a deciderla sarà il cappello parlante, proprio tra qualche minuto. Attendete qui il vostro momento... e mi raccomando, lasciate che a comandare sia sempre il vostro cuore." La donna mi rivolse un'occhiata in tralice e io aggrottai le sopracciglia. "Case? Smistamento? Di cosa sta parlando?" Chiesi a bassa voce, mentre la McGranitt si allontanava. Draco si appoggiò alla balaustra delle scale e borbottò qualcosa tra sè, prima di rispondere con garbo e gentilezza. "Le case sono delle sezioni della scuola. Una volta che il cappello ti ha smistato, quella sarà la tua nuova famiglia. Ogni cosa che farai farà perdere o aggiungere punti alla tua casa e alla fine dell'anno la casa con più punti vince un premio.Serpeverde, Grifondoro, Tassorosso e Corvonero. Sono queste le case." Mi disse convinto. Annuii mordendomi il labbro inferiore. "E tu in che casa vorresti essere smistato, Draco?" Chiesi con curiosità, ma anche un po' preoccupato, non avevo la minima idea di che cosa fosse lo smistamento. Sarebbe potuto essere un test delle attitudini o una semplice domanda diretta, ed io non avevo gli strumenti per affrontare entrambe le prospettive. Come facevo a scegliere una casa se non sapevo nemmeno quali fossero i suoi componenti? Draco ridacchiò e, staccandosi dalla balaustra, si avvicinò a me. "Ovviamente sarò smistato in Serpeverde, caro il mio sfregiato." Il suo tono era stranamente dolce, anche se le sue parole non erano del tutto positive. Stetti per rispondere qualcosa, ma dovetti rinunciare quando la McGranitt comparve di nuovo davanti a noi. "È il momento." Disse solo. Annuii anche se sapevo con estrema certezza che nessuno aveva bisogno del mio consenso. La fila di studenti, infatti, cominciò ad avanzare e io fui spinto a seguirla, fino a quando non riuscii a percepire l'ambiente circostante ruotare e cambiare, mentre assumeva l'aspetta di una grande sala dal soffitto infinito, dal quale si potevano scorgere le stelle luminose che formavano il cielo blu. Ai lati della nostra fila, si estendevano lunghi tavoli in legno, affollati di ragazzi e ragazze di tutte le età, che ci fissavano come se fossimo l'attrazione del giorno. Sicuramente erano passati anche loro dallo stesso corridoio simile ad una navata centrale di una chiesa, sicuramente avevano sentito la stessa pressione su di loro e sicuramente erano riusciti ad affrontare in pieno la prova che gli era stata parata dinanzi. Presi un respiro profondo e implorai me stesso di calmarsi. "Quando sentite chiamare il vostro nome, venite qui a sedervi. Io vi metterò il cappello parlante in testa e lui sceglierà la vostra casa." Annunciò la McGranitt nella sua voce ferma e squillante. Mi alzai sulle punte dei piedi e adocchiai uno sgabello, proprio davanti a me. Era lì che avrei dovuto sedermi?
Man mano che i nomi scorrevano e i ragazzi venivano smistati nelle diverse case, mi rendevo conto che non c'era nessun test da eseguire e nessun esame da svolgere. Dovevo solo sedermi su quello sgabello e attendere il mio verdetto. "Draco Malfoy." Chiamò la donna. Mi voltai alla ricerca del biondo, che stava già salendo i tre gradini per raggiungere la sua postazione. Il cappello fu posato sulla sua testa e subito annunciò il nome di Serpeverde, la casa alla quale Draco aveva mostrato di voler appartenere. Il tavolo dei Serpeverde accolse il nuovo arrivato con un grosso applauso, e subito il biondo si buttò su una delle panche e si lasciò andare all'entusiasmo dei suoi nuovi compagni, non prima di avermi rivolto un mezzo cenno, accompagnato da un ghigno malizioso. Sbuffai. "Harry Potter."
Possibile che me la stessi facendo addosso? Io che non avevo mai avuto una parola buona per nessuno? Io che avevo sempre affrontato la mia triste vita con un sorriso sfacciato sul viso e la schiena dritta? Scossi la testa e mi avviai a passo di carica allo sgabello, quasi come se fosse lui il mio unico e solo nemico, e io avessi il dovere di sconfiggerlo. Il silenzio regnava inquietante nella stanza, mentre il cappello mi veniva calato sulla testa. Una voce risuonò nella mia mente ed io fui costretto a mordermi il labbro. "Vedo indecisione nella tua mente... eppure il tuo cuore..." Cominciò ad elucubrare il cappello. Nella mia testa l'immagine di Draco si fece spazio tra le tante e pensai alla casa in cui lui era stato smistato. "Serpeverde eh? Avrei pensato più a qualcosa come Grifondoro, ma credo che Serpeverde sia una grande opportunità per te." Disse sospirando. Non capivo a cosa si stesse riferendo, infondo quanta differenza poteva esserci da una casa ad un'altra? "Oh lo scoprirai presto.... Serpeverde!"
Annunciò a gran voce il cappello, un sospiro di sollievo mi uscì dalle labbra e un sorriso mi affiorò al viso come un istinto irrefrenabile. Saltellai giù dagli scalini e mi precipitai al tavolo Serpeverde, tra le braccia del biondo, che subito mi strinse a sè.
"Questo sì che cambia le carte in tavola." Mormorò nel mio orecchio, tanto piano che non fui neppure certo di capire davvero le sue parole. "Benvenuto in Serpeverde." Disse poi ad alta voce. Sorrisi.#angolino autrice
Ehiiilà, so di aver concluso Romantica per mancanza di tempo, ma un po' di voi mi hanno chiesto di scrivere una nuova Drarry in cui Harry è un Serpeverde (_annalisa_pavel_ ) ed io non ho saputo resistere alla tentazione, anche perché negli ultimi giorni sentivo un bisogno impellente di scrivere... Giustificandomi in questo modo barbaro, mi rendo conto di non poter fare promesse riguardo le future pubblicazioni, ma confido nella vostra pazienza e fiducia. Ora: cosa ne pensate di questo nuovo inizio? Fatemelo sapere nei commenti qui sotto e/o accendendo la stellina.
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Double Trouble || Drarry
Fanfiction"[...] Serpeverde!" Annunciò a gran voce il cappello, un sospiro di sollievo mi uscì dalle labbra e un sorriso mi affiorò al viso come un istinto irrefrenabile. Saltellai giù dagli scalini e mi precipitai al tavolo Serpeverde, tra le braccia del bi...