Capitolo 5 -Adhane-

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Quando aprii gli occhi la mattina dopo, la prima cosa che vidi fu la mano di Draco spalmata sulla mia faccia. Eravamo entrambi stesi sullo stesso materasso che avevamo trovato la sera prima in una delle tante stanze. Avendo freddo, lo avevamo trasportato nella sala principale, davanti al camino, e ci eravamo accampati lì, con l'ausilio di una decina di coperte. Imprecai contro il mio migliore amico e mi tolsi la sua mano dal viso, prima di guardare di qua e di là alla ricerca di un orologio. Avrei scommesso che non ce ne fosse neppure uno nei paraggi, considerando il fatto che io e Draco eravamo stati capaci di riempire quel luogo soltanto di cose futili; mi dovetti, però, ricredere, quando il mio sguardo catturò le lancette di un pendolo, proprio sopra il camino.  Erano le nove e mezza.
Mi sollevai dal materasso alla velocità della luce e agguantando la prima coperta che mi capitava tra le mani, uscii fuori, scendendo le scalette in legno per poi dirigermi in fretta verso la casa.
"Harry?" Galen era seduto al tavolo della sala da pranzo, con la gazzetta del profeta tra le mani e una tazza vuota davanti. Mi osservò in maniera critica, facendomi sentire in imbarazzo. Avevo gli stessi vestiti della sera prima, stropicciati dalla notte e parzialmente coperti dal plaid che avevo sulle spalle, mentre i capelli erano di certo tutto fuorché ordinati.
Galen al contrario era vestito di tutto punto, con un jeans scuro ed un maglioncino dalla trama larga che gli donava un'aria ribelle che gli stava a pennello, sottolineata dalle onde nere che gli scendevano sulle spalle. Il gene della bellezza doveva essere sicuramente un gene presente in tutta la famiglia... "Se avessi saputo prima che ti saresti presentato in questo stato, avrei posticipato il nostro incontro ad un orario più consono." Mi prese in giro, appoggiando al lato del tavolo il giornale, come a farmi capire che non avesse alcuna intenzione di distrarsi da me.
"Il mio abbigliamento è stato scelto in maniera del tutto intenzionale." Dissi camminando verso di lui, sedendomi su una delle sedie al suo fianco, guardandolo con aria di superiorità.
Lui serrò le labbra per evitare di scoppiare a ridere, poi mi versò del caffè, porgendomi una tazzina che io presi senza neppure ringraziare.
"Allora presumo che anche il tuo ritardo sia del tutto intenzionale." Fece intuitivamente, appoggiando i gomiti sul tavolo ed il mento sulle mani. Annuii bevendo un sorso dalla mia tazza, accavallando le gambe sotto il tavolo.
Per qualche istante entrambi rimanemmo in silenzio, io a sorseggiare tranquillo il mio caffè e lui a guardarmi come se io fossi uno spettacolo interessante e lui avesse comprato il biglietto a prezzo pieno.
"Allora, Galen. Ti propongo una cosa."
Misi anche io i gomiti sul tavolo, imitando la sua posizione con aria di sfida. "Sorprendimi." Rispose lui, prendendo subito parte al mio giochetto, con un sorriso sghembo sulle labbra.
"Avevo una mezza intenzione di sgattaiolare via per andare a comprare alcuni regali di Natale. Che ne dici di farmi da accompagnatore?" Chiesi con voce suadente. Lui sorrise ancora di più. "Non ti facevo un ragazzo da pacchetti regalo, ma... ci sto."

Il resto della mattinata passò tranquillo. Draco di era svegliato molto più tardi di me, e quando si era interrogato sulla mia scomparsa, io avevo detto semplicemente che ero sceso a fare colazione prima, preso dalla fame. Ovviamente il mio migliore amico mi aveva creduto, infondo non avevo mai avuto motivo per mentirgli... "Senti Dray. Stanotte ho dormito di merda. Credo che andrò a schiacciare un pisolino." Avvertii il biondo, non appena ci alzammo da tavola dopo il pranzo. Galen non ci aveva onorato della sua compagnia durante il pasto e la cosa aveva fatto stranamente piacere a Draco e aveva preso alla sprovvista me. Io e Galen eravamo rimasti d'accordo per vederci sul retro verso le tre del pomeriggio, ma non vederlo in sala da pranzo mi aveva fatto dubitare della sua parola. Forse aveva cambiato idea riguardo alla nostra piccola fuga, oppure aveva deciso di evitarmi.
"Io sarò costretto a presidiare ad una delle tante riunioni di famiglia." Sbottò il Malfoy in risposta ai miei piani pomeridiani. Gli sorrisi dolcemente. "Ci sarà da divertirsi." Lo presi in giro bonariamente, dandogli un buffetto sulla testa. Lui per tutta risposta si buttò sul mio letto e prese a fissare il soffitto, senza dire una parola.
"Senti Harry, per quanto riguarda..."
Ma io non gli lasciai terminare la frase. Non avevo la minima intenzione di portare avanti una conversazione nella quale non sapevo che posizione prendere. Se aveva voglia di parlare di quel bacio che ci eravamo scambiati, meglio troncare subito. Cosa avremmo potuto dirci? Avremmo solo creato dell'imbarazzo nella nostra amicizia e non era decisamente il momento di farlo, dato che per le prossime due settimane io ero ospite in casa sua. "Draco. Davvero, non mi sembra il caso." Dissi deciso. Lui alzò il busto, rimanendo seduto accanto a me. "Sì, forse hai ragione. Credi di resuscitare per cena?" Chiese accennando ad un sorisetto, anche se percepivo la tristezza velata nei suoi occhi. Sorrisi in risposta. "Ho bisogno di un pisolino, non di una morte precoce."
"Bene allora, ci vediamo all'M&P più tardi." E detto questo, uscì dalla mia stanza, nella quale ci eravamo rintanati di riflesso, dopo essere andati via dalla sala da pranzo. Sospirai di sollievo e controllai l'ora. Erano le tre meno un quarto.
Corsi alla finestra e la spalancai, per mia fortuna la mia camera era munita di una piccola veranda sorretta da due colonne dalla scanalature profonde, perfette per poter essere utilizzate come scalette di appoggio per scendere e salire senza essere visti dall'interno.
Mi accertai di aver chiuso la porta a chiave e scavalcai la ringhiera della veranda per scendere poi sulle colonne, stando attento a dove mettevo i piedi. Ricordai la prima volta che avevo fatto quello stesso percorso. Narcissa aveva beccato me e Draco a prendere in giro la piccola Aries, così eravamo stati costretti a chiuderci in camera mia per scappare da un'eventuale punizione. Avevamo, però dimenticato, che non si può scappare da una strega dotata di bacchetta, semplicemente chiudendosi a chiave in una stanza.
Narcissa, infatti, aveva aperto la porta con facilità e noi eravamo stati costretti ad elaborare in fretta un altro piano.
Le colonne della veranda erano state la nostra salvezza. Ridacchiai nostalgico, e distratto dalla mia memoria, non mi accorsi che un pezzo della struttura fosse caduto, creando un punto vuoto che mi fece perdere l'equilibrio. Per quanto il mio primo istinto fosse quello di gridare, non lo feci, mentre la presa diventava sempre più scivolosa ed io cadevo nel vuoto. Chi lo avrebbe mai detto che fosse così alto? Pensai un attimo prima di atterrare al suolo. Nessun rumore di ossa spezzate, nessun dolore lancinante, solo la presa ferrea di qualcuno che doveva essersi trovato da quelle parti nel momento della mia caduta. Aprii gli occhi e mi specchiai in quelli scuri di Galen.
"Sai... Galen non sembra il tuo vero nome." Dissi senza nemmeno pensarci. Non sapevo da dove fosse spuntato fuori quel pensiero, e non sapevo neppure cosa mi avesse spinto a pronunciarlo ad alta voce, ma ero sincero. Il ragazzo mi posò a terra con freddezza e fece un passo indietro, facendomi credere che la mia affermazione lo avesse offeso. Poi però si sciolse in un tenero sorriso, che mi fece tremare il cuore.
"Infatti non lo è." Si limitò a rispondere, facendomi rimanere di stucco. "Davvero? Allora perché ti fai chiamare Galen?"
Chiesi curioso, lui scosse la testa, divertito dalla mia reazione sorpresa.
"Se mi dici come mai ti stavi lanciando in caduta libera da quella colonna forse potrei pensare di rispondere alla tua curiosità." Disse accennando alla veranda con un gesto repentino del capo che gli fece ondeggiare i capelli neri sulla fronte. Sospirai. "Le vecchie abitudini sono dure da mandar via..." Dissi criptico, riservandogli un'occhiolino ammiccante. Il ragazzo scosse nuovamente la testa e ridacchiò di gusto. "Andiamo. La macchina ci sta aspettando."
Mi avvertì. Aggrottai le sopracciglia, confuso. Non avevo minimamente pensato a come avremmo fatto a raggiungere dei negozi dal Manor, ma evidentemente Galen era stato più previdente di me.
Davanti alla villa, a qualche metro di distanza dal cancello principale, vi era parcheggiato un taxi. Alternai lo sguardo tra quest'ultimo ed il mio accompagnatore. "Scommetto che non mi facevi un tipo da taxi." Ridacchiò Galen con le mani affondate nelle tasche del giubbotto di pelle che aveva addosso, e il fiato che si condensava davanti a lui in piccole nuvolette. "Non tutti i maghi sanno apprezzare le invenzioni babbane..." Sottolineai affondando il collo nella sciarpa verde e grigia che portavo al collo. Galen annuì.
"Beh, quando hai sedici anni e non ti è permesso utilizzare la magia, le invenzioni babbane ti rendono la vita decisamente più facile." Ammise.
"Hai sedici anni ma non frequenti Hogwarts. Come è possibile?" Chiesi curioso. Lui si strinse nelle spalle, aprendo lo sportello del taxi, lasciandomi entrare per primo per poi chiedere al conducente di portarci a Londra. "Sono uno studente della Durmstrang... In realtà anche Draco avrebbe dovuto frequentarla, ma zia Narcissa si è opposta. Non voleva che suo figlio fosse così lontano da casa." Mi raccontò giocherellando con gli anelli che portava alle dita in maniera del tutto indifferente. "Non avete un bel rapporto, vero?" Chiesi a bruciapelo. Era evidente che Draco non provava alcuna simpatia per suo cugino, ma vedevo che per Galen la situazione era diversa: rispondeva alle provocazioni di Dray, ma non era mai lui a provocarle; o almeno, era quello che io avevo potuto osservare in quel poco tempo che avevo passato con entrambi. "Non è sempre stato così. Io e Draco siamo sempre stati legati. Lottavamo per gli stessi ideali e  condividevamo ogni cosa." Mi disse sincero. Vedevo nei suoi lineamenti la nostalgia con la quale pronunciava quelle parole. "Poi cosa è successo?" Chiesi a bassa voce, Galen sorrise triste. "Beh, è complicato da spiegare." Disse semplicemente. Mi trattenni dallo sbruffare per la frustrazione. "Tenterò di fare uno sforzo per capire." Mormorai, insistendo. "Mio cugino ha cambiato idea su alcune cose con il passare degli anni, e ha cominciato a percorrere una via che non mi apparteneva, allontanandosi sempre di più. Il problema è che si è sempre ostinato a vedere soltanto quel che voleva,e non mi ha mai dato la possibilità di raccontargli tutta la storia per intero." Raccontò. Era strano pensare a Draco in quella situazione. Lo avevo sempre visto come qualcuno su cui poter contare, la persona che mi sarebbe rimasta accanto, qualsiasi cosa fosse accaduta. Eppure adesso sentivo il timore che mi avrebbe abbandonato così come aveva fatto con Galen. Il motivo del suo allontanamento non mi era ancora chiaro, eppure la rivelazione di Galen aveva insinuato in me il dubbio. "Qual'è il tuo vero nome?" Chiesi. Non aveva nulla a che fare con quello che mi stava dicendo, ma sentivo l'impellente necessità di saperlo. Una storia raccontata da qualcuno che nasconde il proprio nome, potrebbe essere una storia inventata, ma se Galen mi avesse parlato senza maschere...
"Non esageriamo, Harry. Galen è il mio vero nome. Solo che è il secondo. Il mio primo nome è Adhane." Rivelò. Rimasi senza parole. Perché oscurava un nome stupendo ed imponente come quello?
"Perché allora ti fai chiamare con il tuo secondo nome?" Chiesi con un groppo alla gola che non riuscivo a mandare giù. Mi sentivo tremendamente in colpa nel parlare con quel ragazzo senza che Dray ne fosse a conoscenza, e mi sentivo ancor più in colpa se pensavo a quanto mi piacesse passare del tempo con lui.
Draco era il ragazzo che avevo sempre sognato di avere al mio fianco per la vita, e non solo come amico. Avevo voluto sempre avere di più con lui, eppure, ora che forse la nostra relazione aveva preso una piega più intima ed avvincente, io mi trastullavo insieme a suo cugino. Scossi la testa e mi obbligai a lasciar perdere quei pensieri. Non stavo facendo nulla di sbagliato. "Adhane è il nome che ha scelto mio padre. Galen invece lo ha scelto mia madre." Disse come se questo potesse farmi capire tutto. In realtà non avevo la minima idea di che cosa quelle parole potessero significare, e non potevo nemmeno arrischiarmi a chiederlo direttamente al ragazzo, così mi limitai ad annuire e rimanere in silenzio.
Il tassista ci salvò dall'imbarazzo che si sarebbe venuto a creare se fossimo rimasti a fissarci senza proferire parola, avvertendoci che avevamo raggiunto la nostra meta. Adhane pagò agguantando alcune banconote babbane ed io mi limitai a ringraziarlo per aver pagato anche per me, poi insieme ci avviamo lungo il corso principale. "Credo sarebbe davvero carino da parte tua regalare a Draco una cosa del genere." Mi disse Adhane quando passammo davanti ad un negozietto di antiquariato. Seguii il suo indice fino a quando i miei occhi non incrociarono quello che anche lui stava guardando, ovvero una coppia di braccialetti di perle. Uno era completamente nero, con una perla bianca che risaltava in mezzo a quelle scure; l'altro era esattamente l'opposto, con le perle bianche in mezzo alle quali spiccava una di colore nero. Erano bellissimi, ma il solo pensiero di regalarne uno a Draco e tenerne un'altro per me, mi faceva arrossire come uno scolaretto. "Non ti sembra un po' troppo romantico?" Chiesi guardandolo con diffidenza. Adhane rise, poi si strinse nelle spalle. "Credevo foste una specie di coppia, voi due..." Mormorò, mantenendo un voce di tono basso, per evidenziare la gravità della cosa. Arretrai di qualche passo con le mani davanti la bocca e lo sguardo sconvolto. "Oh mio dio, no. Io e Draco siamo amici." Gridai. Adhane soppesò le mie parole con sguardo serio e pensoso, poi si illuminò. "Bene bene. Questa è decisamente una notizia inaspettata." Fece, strofinandosi le mani con fare malvagio, io arretrai ancora di più. Poi cominciai a correre come un forsennato, mentre Adhane mi urlava di fermarmi. "Non mi farò prendere da te. Maniaco!" Urlai a mia volta, continuando a correre, ridendo come un pazzo.
Peccato che nemmeno una decina di metri più avanti, mi ritrovai chiuso in un vicolo cieco. Così mi appoggiai con le spalle al muro e sorrisi. "Giuro che non farò nulla che tu non voglia." Mi prese in giro il moro, alzando le mani in alto per testimoniare le sue buone intenzioni.
"Ma certo che non lo farai." Dissi io, di rimando. Aspettai che Adhane si facesse più vicino, poi, quando fu ad un palmo di distanza dal mio viso, scattai in avanti superandolo. "Siamo qui per fare dei regali, no?" Feci retorico. Adhane rise.
"Va bene, Potter. Hai vinto tu."

Ehilà, eccomi di nuovo qui con un nuovo capitolo. Per quanto le visualizzazioni stiano aumentando a vista d'occhio, quasi nessuno si sta facendo sentire...
Beh, se vi è piaciuto questo piccolo pezzo della storia, fatemelo sapere con un commentino e/o accendendo la stellina qui sotto.

Domandina del giorno: chi immaginate nei panni di Galen/Adhane?

Double Trouble || DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora