Capitolo 7 -Vigilia-

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"Non ti aspettare che io dica qualcosa, Potter." Draco arricciò le labbra in maniera contrariata e mi fulminò con lo sguardo, prima di tornare a guardare il fuoco, come se dentro ci fosse qualcosa di importante. "Hai già detto qualcosa, Malfoy." Lo rimproverai io, senza perdere la serietà. Non volevo far finta che non fosse successo nulla.
"Sai cosa intendo..." Sbuffò l'altro infastidito.
"Se intendi che non mi vuoi raccontare per quale motivo dovrei rimanerti attaccato come una zecca, no non lo so." Replicai.
A questo punto Draco si passò una mano tra i capelli, frustrato e mi diede tutta la sua attenzione.
"Vengo in questa casa da quando ti conosco. Ho passato più tempo qui che in qualsiasi altro posto. Cos'è cambiato?" Chiesi, voltandomi anche io verso il biondo, in modo che ci trovassimo seduti uno davanti all'altro. "È la presenza di tuo cugino? È questo che ti preoccupa?" Domandai ancora, dato che il biondo non sembrava essere totalmente propenso al dialogo.
"Tu non sai niente su quel ragazzo." Dichiarò a bassa voce Draco. Quasi come se il solo pronunciare quelle parole gli procurasse del dolore fisico.
"Questo me lo hai già detto. Dimmi qualcosa che non so."
Accennai alzando gli occhi al cielo.
Vidi il biondo chiudersi per un attimo nei propri pensieri, poi un lungo sospiro uscì dalle sue labbra pallide.
"Mi hai detto che quello che sai della morte dei tuoi genitori è che sono morti per mano di un uomo cattivo, ma che non sai chi sia quell'uomo..."
Cominciò, io annuii anche se non riuscivo a capire per quale motivo Draco portasse sempre fuori quello stesso discorso.
"Io so perfettamente chi ha ucciso i tuoi genitori, Harry."
Il mio cuore perse un battito, ma rimasi in silenzio, in attesa che Draco andasse avanti. Ci conoscevamo da anni e lui non aveva mai accennato a dirmi nulla, ed ora...
"Tom Riddle."
Un solo nome, un nome che non aveva alcun significato per me.
"Cosa c'entra questo con le tue preoccupazioni?" Mormorai.
"Tom Riddle era il padre di Galen."
Anche se la stanza era ancora scaldata ed illuminata dal fuoco, sentii l'aria congelarsi intorno a me.
Non sapevo cosa pensare, e non sapevo nemmeno in che modo comportarmi nei confronti di quella casa, di chi ci viveva dentro, Draco compreso. Adesso capivo.
Capivo perché tutti mi consideravano un traditore nei confronti dei miei genitori, capivo il perché nessuno si aspettasse che io entrassi nei Serpeverde, e ancor meno che io entrassi nelle grazie dei Malfoy.
Ero diventato parte integrante della famiglia che aveva distrutto la mia.
"Harry?" Chiamò Draco.
Piantai i miei occhi nei suoi.
Non sapevo con quali emozioni lo stessi guardando, ma vedevo in lui la preoccupazione e la paura della mia reazione.
"Avresti dovuto dirmelo all'inizio."
Dissi soltanto. Draco rabbrividì.
"Non avrei dovuto esserti amico dall'inizio, Harry. Tu sei il bene. La mia famiglia è il male." Abbassò il capo in maniera colpevole.
"E chi lo decide questo? Chi ha deciso da che parte sto io? Draco, per quanto mi riguarda, i miei genitori mi hanno abbandonato quando avevo un anno. Per quanto mi riguarda, la mia famiglia è questa. Siete voi ad esservi sempre presi cura di me." Ammisi mettendomi in ginocchio ai piedi del biondo e alzandogli la testa in modo da poterlo vedere in viso.
"Tu non capisci Harry. Per quanto questa famiglia ti voglia bene, i miei genitori non hanno mai smesso di lottare per quello stesso ideale che Tom portava avanti. Soprattutto Galen. Lui sta cercando di portare a termine quello che suo padre ha iniziato. Quello per cui i tuoi genitori sono morti."
Disse disperato, stringendo le mie mani con le sue, forse sperando che quel contatto mi facesse rinsavire.
"Dray, i miei genitori hanno fatto la loro scelta. Questo non significa che io la pensi come loro..." Ma non riuscii a finire di parlare, perché proprio in quel momento tornarono Aries e Adhane, carichi di meraviglie. Mi alzai in fretta, separandomi da Draco prima che i due ci potessero vedere. "Che Draco fosse un musone lo avevo capito, ma tu Harry." Scherzò Adhane vedendoci seri. Sorrisi. "Avete trovato quello che cercavate?" Chiesi cambiando subito argomento. Adhane alzò gli occhi al cielo. "La mia dolce cuginetta mi ha usato come porta pacchi." Si lamentò, mentre l'altra ridacchiava angelica. "Non lamentarti, avevo bisogno di entrambe le mani!"
Approfittando del battibecco tra i due, buttai un'occhiata a Draco. Sembrava ancor più pallido e sconvolto di prima. "Dray, vieni a fare l'albero." Gli porsi la mano e gli sorrisi dolcemente, cercando di trasmettere a lui la mia calma. Non potevo negare che la rivelazione del biondo mi avesse sconvolto, ma non condannavo i miei amici per gli errori che i nostri genitori avevano commesso. Draco era sempre stato il mio migliore amico, la persona alla quale tenevo più di ogni altra cosa, e non avrei cambiato idea.
Tutto quello che era successo in passato non era colpa sua, e per quanto lui ne fosse convinto, non era neppure colpa di Adhane.
Draco soppesò la mia richiesta per qualche secondo, poi accettò con uno sbuffo la mia mano, tirandosi in piedi e abbracciandomi con slancio. Arrossii per il suo gesto repentino, ma ricambiai con affetto.
"Allora è proprio vero che a Natale siamo tutti più buoni." Commentò Aries, mi voltai verso di lei, che ci osservava appoggiata comodamente sulla spalla del cugino.
"Vai a farti fottere, Ari." Risposi sorridendo dolcemente. Lei scoppiò a ridere. Passammo il resto della mattinata a fare l'albero e a riempire di luci e stelle colorate l'intera stanza. Draco e Adhane sembrarono mettere da parte le loro antipatie per qualche ora, quel tanto che bastava per non offendersi a vicenda, così il tempo passò tranquillo.

Double Trouble || DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora