Casa mia ha sempre avuto più biblioteche che pareti. Sono cresciuta fra l'odore dell'inchiostro e della carta. Vedevo i miei genitori leggere e non capivo perché dovevo chiamarli più volte, quando solitamente una bastava e avanzava.
Mi ero convinta che i libri avessero qualcosa di misterioso e magico, perché trovavo libri dappertutto, i miei li lasciavano ovunque, anche in bagno!
Come tutti i bambini, ero curiosa e i libri avevano il gusto del proibito, perché i miei genitori non volevano che li toccassi. Ero troppo piccola ed i libri sono creature delicate da toccare con cura.
Per spaventarmi, mia nonna diceva che, tenendoli troppo stretti soffocavano, e facendoli cadere, tutte le parole cadevano fuori. Solo chi sapeva leggere, sapeva come trattarli.
Poi ho imparato a leggere, leggere davvero!
Chiesi a mia mamma se potessi leggere un "libro da grandi".
Fosse stato per mio padre, avrei imparato a leggere a due anni, quando ho mangiato uno dei suoi libri...ma di questo non voglio parlare, è un episodio di cui non vado molto fiera.
Mia mamma invece, era più severa e, considerando che ero un terremoto, uno dei due doveva esserlo. Per la loro sopravvivenza, intendo.
"Ne parliamo stasera, Martina".
A chiunque altro, questo sarebbe suonato come un no, ma io sapevo che era il suo modo per farmi capire che sì, avrei potuto, ma se avessi solo sciupato una pagina, avrei rivisto i libri con il binocolo e, forse, dopo la maggiore età.
Corsi da mia nonna, raccontandogli emozionata ciò che era successo. Naturalmente, mi riempì di raccomandazioni assurde, fino a convincermi a respirare lontano dalla pagina, per non rischiare di polverizzarla. Le nonne.
Quella sera non stavo nella pelle, avevo sognato tutto il giorno di leggere un libro "da grandi" tutto di un fiato, poi un altro, un altro e un altro ancora. Nella mente dei bambini, la percezione del tempo è molto sottile.
Mia mamma mi accompagnò davanti alla biblioteca.
"Allora, Martina, cosa vorresti leggere?".
Eh, cosa volevo leggere?
"Un libro", mormorai quasi spaventata. Temevo che la mia risposta avrebbe fatto cambiare idea a mia mamma. Lei invece sorrise, suggerendomi di leggere i titoli dei libri, uno per uno.
"Fermati, quando il titolo ti colpisce, d'accordo? Quello sarà il tuo libro".
Pensai "sono tantissimi" ed in effetti, per una bambina, lo erano davvero. A ripensarci adesso, la biblioteca in questione era quella in camera loro. La più piccola.
A fatica, lessi titolo per titolo, avevo solo otto anni. Mi sembrava così difficile, erano troppi.
Poi, lo trovai. Era lui.
La copertina, di un blu lucido, era di quella plastica scivolosa che oggi non usano più. Sembrava molto consumato e, al contrario degli altri, sporgeva fuori, storto.
Forse lo notai per quello.
Il Drago Bianco, di Anne Mc Caffrey.
Mia mamma mi guardò, pensierosa.
"È un libro molto difficile", la guardai incerta.
"Posso provare?".
Lei annuì ed io sorrisi.
Quella creata dalla Mc Caffrey, è una società complessa e intensa, in cui la simbiosi fra i draghi ed i loro cavalieri travalica la semplice telepatia. È empatia fisica, mentale, emotiva.
Proteggono la loro gente dal nemico, che piove dal cielo e brucia tutto ciò che tocca. Unica arma, il fuoco dei draghi e la loro capacità di andare "in mezzo", in un luogo freddo, senza tempo, dove nessuno può seguirli. Pern è questo e tanto altro. Mi sono innamorata di questa storia quando avevo otto anni. Ancora oggi la amo. Ancora oggi la rileggo.
Quello dei Dragonieri di Pern è un mondo meraviglioso, il Drago Bianco è il regalo più bello che mia madre potesse farmi.
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Concorsi, OS e Storie brevi
Proză scurtăRaccolta di varie One-shot didiversi generi e diversi periodi, sia per le challenge di Wattpad, sia per puro piacere personale :D Le ho raccolte tutte qui, anche se per un po' saranno ancora sul profilo "sciolte" Baci baci