Painter

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1950
King Princess

Mia madre che mi urlava contro fu la sveglia di questa bellissima giornata che era iniziata già male.

Mi girai sul fianco opposto e mi coprii la testa con il cuscino sperando così di non dover più sentire quella voce stridula che non faceva altro che infastidirmi. Mi faceva male la testa e gli occhi avevo dormito solo poche ora e non riuscivo a connettere nulla.

All'improvviso sentii un freddo pungente prendere parte di tutto il mio corpo, mia madre aveva molto dolcemente tolto tutte le coperte dal letto per costringermi a lasciare il mio posto felice.

<<Mamma non ho più dieci anni non devi svegliarmi. So gestirmi da sola puoi anche andare via.>>

Lei dal canto suo come se non mi avesse ascoltato si sedette all'estremità del letto e iniziò a farmi il solletico ai piedi. Odiavo il solletico, ne soffrivo troppo, così scattai a sedermi e con uno sguardo truce le chiesi cosa volesse.

<<Niente Au ieri non mi hai fatto sapere come stavi quindi volevo sapere cosa avessi fatto di tanto importante da non poter inviare un messaggino alla tua cara mamma.>>

<<Nulla di entusiasmante. Lo sai che uso poco il cellulare.>> La liquidai.

<<Quindi non hai fatto niente come al solito?!>> Disse con un tono di rassegnazione.

<<In realtà sono uscita>> sputai.
Ma me ne pentii nel momento esatto in cui lo dissi.

<<Uuuuuuuuuuuh>> urlò eccitata <<Con chi?>>

<<Con Rebecca>> risposi velocemente mentre raccoglievo dei vestiti a caso nell'armadio e mi dirigevo in bagno.

Di sicuro non avrei detto a mia madre che ero uscita con un ragazzo incontrato per puro caso anche se forse sarebbe stata contenta perché almeno in questo modo non ero rimasta in casa.

Una volta chiusa a chiave la porta perché avevo seriamente paura che mia madre mi seguisse per continuare il suo interrogatorio, mi tolsi il pigiama con amarezza, appena il gelo mi percosse mi fiondai nella doccia, avevo davvero bisogno di rigenerarmi e quando l'acqua calda inizio a scrosciarmi addosso mi beavo della sensazione volevo restare qui per sempre, ma molto presto mi ricordai di dover andare in università. Fortunatamente il giorno dopo sarebbe stato sabato e sarei potuta restare a casa, solo questo pensiero mi diede la forza di uscire dalla doccia e vestirmi.

Sfortunatamente però ero rimasta più del dovuto in bagno ed erano già le dieci, tra un'ora sarebbe iniziata la lezione e solo un miracolo avrebbe fatto in modo che arrivassi in tempo.

Presi di corsa la borsa e uscii di casa correndo e dirigendomi in stazione. Questa vita da pendolare mi distruggeva. Una volta arrivato il treno erano già le 10:30 e la tensione che stavo accumulando era pari allo scadere di un conto alla rovescia di una bomba. Entrata in treno non cercai nemmeno un posto per sedermi , ero consapevole che appena il treno si sarebbe fermato avrei dovuto solamente correre.

E fu quello che accadde, dopo vari spintoni e imprecazioni di vecchiette arrivai in sede con la lingua a penzoloni e mi diressi verso la classe che ovviamente aveva le porte chiuse 11:15. Bene ma non benissimo. Apri lentamente la porta per non dare nell'occhio ma quest'ultima scricchiolò in modo inquietante e gli occhi di tutta la classe furono su di me compresi quelli del professore che smise di parlare.

Alzai le mani in segno di resa e chiesi scusa per il ritardo. Il professore senza degnarsi di rispondere ricominciò a parlare e io mentre mi aggiravo per la classe mi accorsi che era piena zeppa di persona e non c'era una sedia libera, quando stavo per andarmene un : pss pss catturò la mia attenzione, Harry dall'ultimo banco mi indicava di avvicinarmi a lui: <<ho occupato un posto per te>> bisbigliò. <<Grazie>> mimai.
E sedendomi pensai a quanto era bella la vita delle persone che avevano amici che pur di averli al loro fianco gli conservavano il posto, una vera e propria dimostrazione d'affetto anche se per molti è un gesto automatico e privo di sentimentalismo io non lo avevo mai ricevuto, nessuno aveva mai lasciato un posto per me anzi molte volte ho dovuto litigare con persone che occupavano file intere per gli amici.

Mask off - H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora