Pensare troppo mi fa male
Federica AbbateBuongiorno. Buongiorno un cazzo. Il giorno dell'esame era arrivato. Avevo trascorso l'intera giornata di ieri incollata al libro, avevo dimenticato addirittura di pranzare. La questione non era tragica ma APOCALITTICA.
Non ricordavo niente ed ero completamente fusa. L'ansia era diventata parte integrante del mio corpo, tanto per cambiare, e già mi erano partiti alcuni tic nervosi.
La giornata iniziava al meglio. Non avevo per niente fame lo stomaco mi si era chiuso come non mai. Avevo disattivato la sveglia due ore prima che suonasse, volevo ripassare un po' prima di recarmi al patibolo, così tanto per non avere rimpianti.
Dopo aver sfoglianto l'ultima pagina e ingurgitato ultima goccia del secondo caffè della mattinata, decisi di incominciare a prepararmi.
Non ero il tipo di persona che indossava camicia e gonna per un esame, e credetemi ce n'erano a bizzeffe che sfruttano l'occasione per sfoggiare la loro quarta di seno e le loro gambe slanciate magari per arrivare ad un voto più che meritato. Quindi decisidi indossare un maglioncino bianco e dei jeans azzurri accompagnati da una coda alta e il mio cappotto color senape.
Infilai il libro nella borsa e uscii di casa. Mia madre dormiva ancora e non avevo intenzione di svegliarla altrimenti sarebbe stata in grado di far alzare il mio tasso di ansia oltre il normale. Infilai le cuffiette e mi avviai in stazione con una grande ascia sulla mia testa, pronta al mio destino.
Arrivai in università non molto in anticipo e mi recai senza troppi indugi al secondo piano, dove si trovava lo studio del professore e si sarebbe svolto l'esame.
Una volta che le porte dell'ascensore si aprirono, rimasi sconvoltanel vedere la quantità di persone che aspettavano il loro turno.
Cercai con gli occhi tra le centinaia di ragazzi mori presenti, Harry, ma era impossibile perme. Quando avevo ormai deciso di gettare la spugna, la sua mano si posò sulla mia spalla facendomi voltare <<Buongiorno>> mi disse sorridendo e mostrandomi così tutti e 32 denti.
<<Nessun buongiorno per meHarry.>> dissi sconsolata << e non so tu come faccia a essere così tranquillo.>> conclusi abbassando lo sguardo.
<<Hey non essere catastrofica, andrà bene, stai andando in contro a un trenta non al patibolo.>> cercò di rincuorarmi ma la cosa non funzionò.
<<No, forse non hai capito... tutto questo è peggio del patibolo è una morte lenta e dolorosa.>>
Harry rise leggermente vedendomi in quello stato di ansia palpabile <<Suandiamo a fumarci un sigaretta così ti rilassi un po'.>> disse voltandosi e lo seguì senza obbiettare, passammo dall'uscita antincendio che affacciava proprio sull'ufficio del prof così da avere la situazione sott'occhio.
Cercai il pacchetto di Winston blu che era quasi terminato e sfilai due sigarette porgendone una ad Harry che di rimando mi passò l'accendino.
<<Puoi farmi qualche domanda?>> gli chiesi facendo muovere la mia gamba per l'agitazione.
<<Certo, ti piace il mare o la montagna?>> sorrise sornione
<<Dai, lo sai che intendo!>> sbottai.
<<So benissimo cosa intendi ma devi rilassarti. Non ho intenzione di metterti altra ansia con domande che non hanno nemmeno uno scopo. Oramai è arrivato il momento, quello che sai glielo dirai con molta fierezza quello che non sai, non importa è andata così.>> disse pacato.Annuì, aveva ragione i giochi erano fatti tra pochi minuti avrei scoperto le mie carte e pregavo dentro di me che fossero vincenti.
Avevo quasi raggiunto uno stato di tranquillità che fu però sbalzato via da una ragazza che uscì sbattendo la porta dell'ufficio piangendo e dirigendosi verso di noi.
<<Che cosa è successo?>> le chiese Harry allarmato.
<<E' un mostro.>> Risposetra i singhiozzi. << mi ha umiliata. Ma che razza di uomo è uno che sipermette di ridicolizzarti davanti a tutti?!>> chiese, ma non credo fosse realmente interessata ad una nostra risposta visto che scappò via sulla scale d'emergenza.
Io ed Harry ci guardammo di scatto e forse lui dovette intravedere le lacrime che iniziavano a inondare i miei occhi, perché afferrò la mia mano e la strinse.<< Andrà tutto bene, fidati.>>
Mi sorrise premuroso e il suo gesto inaspettato mi fece avvampare ma non ebbi il tempo di realizzare il tutto perché sentii chiamare il suo cognome ed Harry mi lasciò lì mentre oltrepassava quella porta maledetta.
Gettai la sigaretta che ormai stava per bruciarmi le dita, e iniziai a mordicchiarmi le unghie. Era un altro mio orribile difetto ma in momenti come questo, me le divoravo.
Erano passati solo una decina di minuti quando Harry uscì sorridente salutando il professore che lo aveva accompagnato alla porta.
<<Allora?>> Gli chiesi andandogli in contro.
Aprì la bocca per rispondermi ma fu interrotto dal professore che mi canzonò;
<<Signorina, rimandiamo a dopo i convenevoli, è il suo turno>> e mi invitò ad entrare.Guardai Harry come a chiedergli di aiuto, ma non poteva fare assolutamente nulla e io la stavo facendo veramente molto tragica.
<<Buona fortuna>> sussurrò e giuro di avergli visto fare l'occhiolino.*****
Lo so, vi avevo promesso l'esame ma se lo univo con il capitolo successivo era tutto troppo lungo ma tranquilli che entro sabato aggiorno.
PS. io come Audrey ad ogni esame.

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Mask off - H.S
Fiksi Penggemar•Audrey aveva paura di pungersi, le era successo già troppe volte, questo l'aveva portata a rinchiudersi da sola nel suo piccolo mondo fatto di film e serie tv. A stravolgere la sua vita fu la decisione di arrampicarsi su un albero chiamato Harry...