16 novembre
«Andrà tutto bene.» Mi sussurra Claudio per l'ennesima volta, passando le dita sulle mie guance e la barba.
Chiudo gli occhi e mi godo il suo tocco leggero e delicato.Andrà tutto bene, sì. Devo solo crederci. Oggi è il giorno. Da quando ho detto a Stefano che avevo deciso di parlare e di collaborare, di lottare per la mia libertà, ho incontrato sia lui che Lorenzo, l'altro educatore, ogni giorno. Mi sono stati accanto, mi hanno supportato e sopportato.
E poi c'è stato Claudio, più in ansia di me per questo giorno. Non mi ha chiesto più niente e io l'ho ringraziato. Ci siamo avvicinati molto io e lui nell'ultima settimana. Ormai riusciamo a dormire solo se siamo insieme e io preferisco dormire male ma sentire il calore del suo corpo su di me. Siamo diventati bravi nel nascondere i baci, gli abbracci, le carezze.
Lui mi bacia sempre, ogni volta che ne ha la possibilità, è un'occasione buona per baciarmi. E io glielo lascio fare perché nei pochi momenti dove incontro le sue labbra mi dimentico di tutto e per me esiste solo lui.
Io e lui, nella nostra bolla magica.
Ma è sempre una bolla di sapone e io ho paura che un giorno possa scoppiare. Lo so che accadrà e succederà anche presto.
Claudio non sa niente di me, si accontenta di quello che gli do e ne fa tesoro. Lui per me è troppo, troppo tutto insieme.E un giorno quella bolla, quel palloncino si scontrerà contro le spine appuntite di un cactus, come quello che lui ha disegnato sul petto. E potrebbe finire tutto in un attimo.
Ma non importa. Io lo abbraccerei comunque, anche al costo di farmi male, anche al costo di rimanerne bruciato, scottato, tagliato.
Quindi. «Abbracciami» gli chiedo e lui apre le sue braccia per accogliermi. Mi perdo tra le forza di quelle due mani che circondano il mio collo e mi accarezzano i capelli. Mi perdo tra il profumo della sua pelle e la sensazione di casa che mi trasmette.
Sospiro e gli bacio il petto, lì dopo poi nascondo la testa. Sorride e porta le dita tra i miei capelli per tirarli leggermente indietro e guardarmi negli occhi.
Ha quel modo di guardarmi lui, come se fossi la cosa più bella al mondo, come se ne valessi la pena, come si guardano le cose importanti.
Mi sorride col quel suo sorriso tutto denti,con la linguetta tra essi e le guance rosea. Inclina la testa e fa scontrare le nostre bocche a metà strada. Inglobo il suo labbro inferiore e dischiudo le labbra per mettere ai nostri sapori di incontrarsi.
Ed è un bacio dolce, lento, tranquillo, carico d'amore. E lui sta parlando con me durante quel bacio. Mi sta dicendo che c'è, che non mi lascia, che mi aspetta. Incrocio la mia mano nella sua, mentre ricambio le sue attenzioni e i suoi sospiri. E gli rispondo mentre la mia lingua scivola sulla sua. Sono qui, mi vedi? Eppure, mi vorrai ancora anche dopo? Dopo che ho fatto cadere la maschera dello stronzo, opportunista? Restai quando sarà troppo pesante e faticoso lottare per qualcosa che dopotutto non vale niente? No, non resterai, ma questo non ci è dato saperlo adesso.
Adesso ti vivo, ti respiro sulla mia pelle, ti amo col mio cuore e la mia anima che sembra come risanata da quando ti conosco, la mia che si intrecciata alla sua tua in un modo indelebile.
Prigioniere, dipendenti, incatenate.
Il carcere non ti toglie solo la libertà, fisica, ma ti isola dalle relazioni, dalla comunicazione vitale, ti preclude i sentimenti.
E poi ci sono io, invece che ho scoperto che il mio cuore è ancora capace di sciogliersi e battere dentro una cella senza finestre. Ci sono io che privato dalla mia libertà reale, mi sento vivo davvero per la prima volta nella mia vita.
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Hai Imprigionato la Mia Anima •Clario•
FanficOPERA COPERTA DA COPYRIGHT, TUTTI I DIRITTI RISERVATI. «Mi chiamo Mario Serpa, ma il mio nome ormai non è più importante. Ciò che conta è il numero di matricola 881329. Sono un muro freddo e gelido, sono il ghiaccio. Sono un diamante che puoi graff...