Claudio's POV.
26 ottobre
Immergo le dita tra i suoi capelli neri.
Sono nerissimi e morbidi. Li attorciglio, li accarezzo. Sono come la seta pregiata. Tocco la attaccatura dove i capelli sono più corti. Lì, il mio punto preferito. Le mani sul collo, il naso tra essi.
Il profumo. Quella inconfondibile essenza mascolina. Sa di shampoo scadente e bagnoschiuma alla vaniglia. Sa di fumo di quella sigaretta concessa al giorno e di umidità. No, non è sgradevole, è bellissimo. È la sua pelle che profuma, di un mix perfetto, sa di lui.
La pelle, maledettamente morbida e ambrata. È alchimia con la mia. È una combinazione chimica, come se i nostri corpi si siano riconosciuti prima che noi stessi ce ne rendessimo conto.
E poi c'è la barba. Nera anch'essa. Soffice come le nuvole. È una carezza mentre mi bacia, è un graffietto mentre mi morde il labbro. Incornicia il suo volto e mette in risalto il suo sorriso.
Non sorride mai, lui. Ma quando lo fa esplode il cielo. Le labbra sottili e precise, si piegano all'insù, lasciando scoperta una fila di denti dritti e bianchissimi, creando quelle fossette adorabili sulle guance. Ma il suo sorriso non si ferma solo lì, continua e tocca la luna. Gli occhi sono due fari ardenti. Brillano. Non ho mai visto nulla che brillasse in quel modo in tutta la mia vita.
Peccato che rida troppo poco. Peccato che indossa sempre un sorriso finto che non coinvolge né gli occhi né il cuore.
Eppure, stanotte sta qua con me. Con il viso nascosto sul mio petto, nel mio letto. A volte alza la testa, mi guarda, sorride davvero e mi bacia. E i suoi baci sono dipendenza. Sono come il caffè la mattina o la mia tazza di yogurt e cereali che mangiavo sempre la sera. E non è aggressivo come mi aspettavo, è dolce, apprensivo, attento. Mi bacia come sa che mi piace, lentamente ma con decisione. Tocca ogni angolo della mia bocca, si nutre di me e mi regala un po' di sé.
Scende la notte, e noi siamo ancora qua a scambiarci effusioni in un letto troppo piccolo per due, troppo scomodo, troppo rumoroso. Non mi molla un secondo. Le sue mani sono dappertutto, eppure ha rispetto. Non scopre la mia pelle, non vuole andare oltre. È cauto come se volesse proteggermi dal mondo, o volesse concedersi un minimo di serenità anche lui.
Siamo stesi sotto una coperta che ci copre a malapena. Ha ancora le labbra sul mio collo quando dolcemente alza gli occhi e mi guarda. Ci leggo un mondo in quei due brillantini. Vuole parlarmi, dirmi qualcosa, ma è bloccato. È tormentato.
Mario ha un'anima blu.
Di quelle malinconiche, a tratti tristi.
È una di quelle anime che va tutelata, capita.
È blu, ma non è oscura, non è cattiva.
Feeling blue...
Ho capito che ha messo su una corazza per non essere ferito, perché dietro a tanta tristezza c'è un motivo, c'è un cuore che lui nasconde ma che a tratti emerge.
Come in questo momento. Nei suoi occhi lucidi ci leggo una storia.
Appoggio una mano verso la sua guancia per accarezzarla. E lui si spinge contro, si prende quella carezza e si perde in quel momento. Poi si avvicina piano e posa sulle mie labbra un bacio dolce e casto.
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Hai Imprigionato la Mia Anima •Clario•
Fiksi PenggemarOPERA COPERTA DA COPYRIGHT, TUTTI I DIRITTI RISERVATI. «Mi chiamo Mario Serpa, ma il mio nome ormai non è più importante. Ciò che conta è il numero di matricola 881329. Sono un muro freddo e gelido, sono il ghiaccio. Sono un diamante che puoi graff...