V ~ Threatened by Words

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"Weapons, when broken and adjusted, can be more resistant at the joints. Maybe it's the same with hearts."


Erika era stata dimessa pochi giorni dopo il tremendo accaduto. Le cure di Madame Pomfrey si erano rivelate miracolose e, nonostante fosse guarita già la sera del fattaccio, l'infermiera aveva preferito tenerla sotto osservazione per qualche giorno, permettendo addirittura ad Hans -il fidanzato della ragazza- di dormire nel letto accanto al suo. La signora conosceva personalmente i suoi genitori e lo aveva visto crescere durante gli anni. Si fidava totalmente di lui: Hans era un ragazzo d'oro, riferì la stessa ad Hermione mentre le spiegava i turni di sorveglianza che i professori e i caposcuola avevano deciso di effettuare all'esterno e all'interno dell'infermeria. I due ragazzi avevano avuto l'incarico di indagare personalmente sul caso, con il presupposto che due delle menti più brillanti di Hogwarts (una delle quali diretta testimone del ritrovamento di Erika) avrebbero potuto come minimo dare un aiuto nelle indagini. La professoressa McGranitt aveva sottolineato che, naturalmente, non avrebbero dovuto esitare a chiedere aiuto agli altri capiscuola o al corpo insegnanti, ma, secondo Blaise, la cosa migliore era non mettere in mezzo troppe persone per il momento.

Nei giorni nei quali la ragazza era stata ricoverata, Hermione era rimasta in uno stato di trance che riusciva a dissipare solamente nell'orario delle lezioni. L'ultimo ricordo l'aveva assalita come fosse stato un treno in corsa, un treno che non aveva visto e che l'aveva presa in pieno, al centro del suo petto. Blaise aveva suggerito di lasciare perdere la questione fino a quando Erika non fosse riuscita a tornare ad una routine normale ed Hermione, con non poco sollievo, aveva acconsentito dopo solo un momento di esitazione. Come poteva pensare di scoprire qualcosa quando l'unica cosa che le rimbombava da una parete all'altra della sua testa era lo sguardo di Draco?

Nei tempi morti, quando i compiti erano stati riposti ordinatamente nella borsa e la scrivania pulita con ossessione maniacale da tutte le macchie d'inchiostro, Hermione aveva semplicemente preso uno dei suoi libri, si era seduta sul letto, lo aveva aperto ed aveva fissato la stessa pagina per il resto delle ore a seguire. I suoi sogni si erano popolati di creature mostruose, enormi corvi che tentavano di cavarle gli occhi, visioni di se stessa mentre si contorceva sotto incantesimi di magia oscura.

La mattina del giorno in cui venne a sapere del ritorno di Erika ai dormitori, Hermione aveva sognato Draco. Erano rimasti fermi uno davanti all'altra senza pronunciare parola per un tempo che le era parso dolorosamente infinito, i muscoli pietrificati e le palpebre spalancate, ogni movimento bloccato come nel peggiore degli incubi. Draco sembrava quasi non vederla e la ragazza si era accorta troppo tardi della cupa luce che aveva iniziato ad adombrare i suoi occhi. Il sogno si era concluso con lo straziante spettacolo della pelle del ragazzo che si sgretolava a poco a poco, cadeva a pezzi, si frantumava a terra come porcellana, accompagnata dalle grida di dolore di Draco.

Ma, nonostante questo, si era comportata normalmente.

Mentre faceva colazione, colta nell'atto di immergere lo zucchero nel tè, un bigliettino arrotolato comparve davanti alla sua tazza. Hermione si bloccò per un secondo, posando il cucchiaino. Si guardò attorno con aria sospetta, notando che ai tavoli c'erano poche persone e tutte molto assonnate o impegnate in ripassi dell'ultimo minuto. Con circospezione, raccolse il bigliettino, la sua borsa, e si diresse verso l'uscita. Dalle finestre vedeva il cielo oscurato dalla nuvole cariche di pioggia mentre attraversava un corridoio che si affacciava sul cortile interno della scuola. Il suo riflesso, nei vetri decorati da particolari colorati, era distorto e contratto in un'espressione preoccupata. Si appoggiò ad una colonna e dischiuse la mano nella quale stava stringendo il piccolo pezzo di pergamena, srotolandola piano.

Dormitorio Serpeverde, subito. Batti tre volte sulla cornice del quadro della Morte Travestita. Ti apro.

Hermione ripose il fogliettino nella borsa senza curarsene troppo e corse verso i sotterranei. Rischiò di andare a sbattere contro alcuni ragazzi Serpeverde che si stavano dirigendo verso la Sala Grande e mancò poco che inciampasse nei suoi stessi piedi nel girare la brusca curva che divideva in un bivio le scale per i piani inferiori e superiori di Hogwarts, ma riuscì ad arrivare a destinazione quasi del tutto illesa. Con il fiato corto percorse il corridoio buio, che le parve più appropriato per la dimora di un vampiro piuttosto che un ambiente scolastico. Mentre camminava a passi lunghi e veloci gli occhi dei quadri alle pareti la scrutavano con fare altezzoso, bisbigliando e mormorando tra di loro senza alcun riguardo. Serpeverde, pensò istintivamente Hermione. Cercando di ignorarli, cercò con occhi spalancati il quadro della Morte Travestita, cercando riferimenti iconografici a lei familiari e domandandosi infastidita perché non le avesse dato informazioni più precise sulla locazione del quadro. Doveva essere un'entrata secondaria, lei aveva sempre usato quella del grande quadro all'inizio del corridoio.

Ti Vedo Ancora ~  Draco & Hermione FFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora