Orfeo

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Un po' di tempo fa, mia moglie è diventata cieca. Credo siano passati circa tre anni da quando le hanno diagnosticato un grave glaucoma. Non c'era molto che si potesse fare per rallentare la sua discesa nell'oscurità. Tutto quello che sono riuscito a fare è stato consolarla. 

"Ascolta, tesoro", le ho detto una notte mentre eravamo a letto, "Fintanto che tu non puoi vedere terrò gli occhi chiusi, così lo supereremo insieme."  

Lei ha obbiettato dicendo persino che era una cosa stupida. Ma si vedeva che ne era confortata.

Ho mantenuto la mia promessa. Abbiamo imparato come affrontare l'abisso, a conviverci insieme. Non ho mai aperto gli occhi, neanche quando rideva ed io volevo vederla sorridere. Non quando cantavo per lei la notte. Non quando facevamo l'amore. Neanche dopo le urla e in seguito quando ha smesso di parlarmi.

Lei mi ama ancora, anche adesso che è muta e cieca. Riesco a sentirlo. Riesco quasi a sentire quel suo magnifico sorriso. Colgo appena l'odore del suo profumo e del suo shampoo. Vorrei solo vederla, un'ultima volta.

Questa mattina mi sono svegliato accanto a lei con gli occhi chiusi (mi sono esercitato per farlo) e ho deciso che era giunto il momento per dare solo una sbirciatina.

Ho aperto gli occhi molto lentamente. C'era così tanta luce. All'inizio avevo la vista completamente annebbiata, percepivo solo i colori senza distinguere le forme. Poi mi si è raggelato il sangue nelle vene. Quello che ho visto era la cosa più terribile e rivoltante che avessi potuto immaginare: non c'era nessuno.  

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