Capitolo II

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Il viaggio è interminabile, passo di stazione in stazione e mi rendo conto del mondo che ce li fuori, non sono mai stato fuori dalla mia città, nonostante io sia nato a Milano, non ho idea delle abitudini delle persone che vivono in queste città, per certi versi mi affascina molto.
Scendo di fermata in fermata per fumare una sigaretta, intrattenere una piccola discussione con quei passeggeri che come me sono scesi a fumare, siamo davvero in tanti in questo treno, qualcuno di loro si mette a raccontare della stazione di arrivo, della loro vita, di come, chi per lavoro, chi per famiglia, lascia tutto e incorre i propri cari o il proprio sogno, solo per le felicità e le realizzazione di se stessi.
Il paesaggio muta completamente quando abbandoniamo il Sud Italia, il calore di inizio settembre del Sud viene sostituito con la leggera brezza e quel lieve freddo caratteristico del Nord, le colline e le pianure che circondano la mia terra vanno sparendo, sostituite dagli Appennini e successivamente dai primi avvistamenti delle Alpi.
La piccola sosta a Milano mi fa rendere conto che siamo in pieno inverno qui, io non sono minimamente pronto e prima di effettuare il cambio del treno decido di andare a indossare qualcosa di più adeguato per quel forte vento freddo e la lieve pioggia che picchietta sul tetto della stazione ininterrottamente.
Non avevo mai viaggiato su un treno Regionale prima d'ora, non ero mai stato in una stazione così grande come quella di Milano Centrale, a confronto quella di Lecce sembra niente, il treno che devo prendere è stato appena annunciato e, colmo di valigie, mi affretto a salire in modo tale da arrivare a Torino tra circa due ore.
Trovo un vagone vuoto dopo vari tentativi e tenti di sistemare i bagagli il meglio possibile, per fortuna ho trovato un altro studente che, come me, deve arrivare a Torino così decidiamo di farci compagnia durante il tragitto.
In queste due ore ho abbastanza tempo per parlargli, anche lui è uno studente del Sud, al primo anno di Ingegneria al Politecnico, palesemente anche lui gay, credo lo abbia capito anche di me visto che non perde occasione di chiedermi se avessi un fidanzato e dove vivessi di preciso a Torino.
Obiettivamente lo trovo una persona molto interessante, alto, moro, capelli castano chiaro che gli arrivano al collo per quanto sono lunghi, sembra un po' nerd e un po' rubacuori, gli lascio volentieri il mio numero, se è davvero interessato mi contatterà.
So di essere un bel ragazzo, non è il primo che me lo dice e non è solo un peccato di modestia, una delle mie grandi qualità è la convinzione che ho di me stesso, difficilmente dubito di me stesso e se desidero una cosa la ottengo, senza se e senza ma, so sfoderare le mie carte migliori pur di arrivare al traguardo che puntualmente mi fisso.
Intravedo da lontano Torino Porta Nuova, il mio viaggio è concluso, inizio a sistemare i bagagli e mi preparo per scendere dal treno, Davide decide di venire con me, approfittandone del tragitto che dovremmo fare insieme per andare ognuno a casa propria.
Piove a dirotto, la gente corre per raggiungere la metro, la fermata del bus o semplicemente per uscire dalla stazione, ci fermiamo a prendere qualcosa di caldo e per riprenderci da quelle ore di viaggio davvero stancanti, il bus parte tra qualche minuto e noto che la distanza tra me e Davide si sta lentamente annullando, viene verso di me.
Capisco perfettamente cosa vorrebbe ora, lo voglio anche io e così ci baciamo prima di salire sull'autobus, sembra uno di quei baci che si scambiano i fidanzati, passionale ma dolce allo stesso tempo, poco a poco cerca sempre di più il contatto  con la mia bocce e non gli e lo nego di certo, fino a che il rumore delle porte del bus che si aprono ci riportano sull'attenti e insieme saliamo per poter andare a casa.
Poche fermate e siamo arrivati a destinazione, gli do appuntamento per il giorno dopo e ignorando la pioggia che si fa sempre più forte, corro verso casa.
L'appartamento è davvero molto accogliente, composto da tre camere da letto, cucina e due bagni, condividerò casa con altri due studenti, Matteo e Francesco, che non appena mi vedono bagnato dalla testa ai piedi e carico di bagagli mi aiutano a trasportare dentro le mie cose e a sistemarle nella mia camera.
Mi cambio il più in fretta possibile e mi dirigo in cucina per fare una delle tisane che mamma mi ha messo in valigia prima di uscire da casa, ne approfitto per scambiare due chiacchiere con i due ragazzi e scopro che entrambi sono studenti di Medicina al secondo anno.
Matteo, a prima vista, sembra un ragazzo particolare, alto, moro, occhi scuri, appassionato di cinema, serie TV e film horror, mentre Francesco è biondo, occhi azzurri e fisico atletico, appassionato dell'esercizio fisico e di uno stile di vita sano, tutto il contrario del mio anche se ho un fisico molto simile al suo.
Finito di sistemare i miei vestiti mi preparo per uscire e Francesco si offre per farmi da guida per le strade di Torino, visto che vive qui già da un anno, accetto molto volentieri e insieme usciamo.
Torino è davvero fantastica, tutte le strade, piazze e monumenti di questa città hanno un qualcosa di magico, la compagnia di Francesco rende il tutto ancora più piacevole, mi ci ritrovo molto nei suoi discorsi e sento che questo mio pensiero è totalmente ricambiato da lui, spero nasca una bella amicizia o magari qualcosa di più.

La volta buona Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora