La volta buona

Capitolo XVIII

Quel periodo nero sembra ormai passato, abbiamo ripreso lentamente le nostre vite facendo finta che niente fosse successo, il sentimento che ci lega sembra più forte di tutti gli ostacoli che abbiamo incontrato in questi mesi.
Le lezioni in Università continuano e viviamo perennemente con l'ansia di non essere al passo con lo studio, non possiamo buttare all'aria un anno di studi per una valutazione negativa.
In questi giorni, ogni volta che esco in cortile a fumare, incontro sempre un ragazzo del terzo anno che cerca di parlarmi col pretesto di un esame che si terrà a breve, gentilmente mi ha lasciato degli appunti molto dettagliati e sono contento di questo.
Non mi aspettavo però che mi contattasse sui social, non sapevo neanche che sapesse il mio nome, inizia a parlarmi di questioni più personali come il mio fidanzamento, oltre all'esame.
Mi parla di Giacomo in un modo che non passa indifferente ai miei occhi, come se già lo conoscesse, strano dal momento in cui mi ripete più volte di non conoscerlo ma di parlare in generale, d'altronde "tutte le relazioni gay sono uguali", dice lui.
Sono curioso di sentire la versione di Giacomo, questa sera rimarrà a dormire da me, momento migliore per parlargli di questo, non c'è nessuno che possa disturbarci.
Afferma di non conoscerlo, ma in quel preciso istante mi arriva un messaggio da quel ragazzo, Claudio, che mi dice di non credergli, rimango perplesso da quelle parole, come avrà fatto a sapere che Giacomo è qui con me stasera?
L'unica cosa ovvia di tutta la questione è che uno dei due mi sta mentendo, resta capire chi dei due ora.
Giacomo, come se fosse nervoso o preoccupato, decide di ritornare a casa, senza fermarsi a dormire, dopo aver guardato il telefono.
Rimango solo, ho bisogno di andare in fondo a questa storia e visto che Giacomo sembra essere diventato di pietra, decido di parlare con Claudio, per fortuna lui è di Torino e gli chiedo di uscire a prendere una birra.