So let's cross the lines we lostCapitolo 3
"E' troppo fottutamente luminoso qui fuori, e poi tutti questi rumori mi distraggono."
Harry gira la testa di lato per guardarlo. "Per rumori... intendi gli uccelli? Il suono del vento che soffia tra gli alberi? Il mondo esterno...?"
Louis guarda in su, osservando prima i raggi del sole che attraversano le foglie dell'albero sotto il quale sono seduti, completamente isolati dal resto del campus, poi riporta il suo sguardo sul viso del riccio, i suoi occhi verdi fissi su di lui, quel verde da far invidia a tutta la natura che li circonda, le gambe lunghe distese proprio accanto alle sue e si, tutto quello lo fa distrarre molto.
Harry gli ha mandato un messaggio quella mattina dicendogli di incontrarsi nel cortile dell'università; Louis pensava che poi da lì si sarebbero diretti insieme in un'aula studio o nella biblioteca magari. E invece no. Louis ancora si chiede perché sia così stupido da pensare che il mondo potesse girare in suo favore per una volta, perché ovviamente Harry vuole studiare in cortile, steso sull'erba, e di certo lui non ha avuto altra scelta se non quella di seguirlo sbuffando.
"Si. Tutte queste cose." Dichiara schiettamente.
Harry ridacchia. "A me piace invece, è rilassante," dice mentre si stende sull'erba, le mani dietro la testa, i muscoli delle braccia che guizzano leggermente in quella posizione, poi chiude gli occhi e respira profondamente. Louis lo colpisce alla coscia con la penna.
"Ehi. Non siamo venuti qui per prendere il sole."
Harry sospira pesantemente, e si rimette in posizione seduta.
"Sei proprio un guastafeste."
"Lo so già, grazie." Risponde, indifferente.
Harry allora cattura il suo labbro inferiore tra i denti in concentrazione, mentre fa scorrere la penna sul foglio, poggiandosi poi con la schiena contro il tronco dell'albero. Indossa un'altra di quelle sue magliette con il logo di una qualche band che Louis non riesce bene a decifrare perché è quasi completamente sbiadita, le maniche sono praticamente scomparse, lasciando due enormi buchi al loro posto; sembra quasi un tank top ora, infatti riesce anche ad intravedere la pelle tonica del petto e dello stomaco, costellata da quei tatuaggi che ha imparato ad apprezzare.
Louis si mastica l'interno della guancia e distoglie lo sguardo. Lavorare con Harry era stata una gioia proprio come Louis si era aspettato (sarcasmo ne abbiamo?). Anche se, deve ammettere, ci sono stati meno litigi e scontri di quanto si fosse inizialmente aspettato. Liam è stato a dir poco entusiasta quando ha scoperto che i due stessero lavorando insieme, anche se si tratta soltanto di uno stupido progetto. A volte si premurava di essere nei paraggi quando si incontravano, per evitare che succedesse il peggio; altre volte non poteva esserci, ed erano quelle le volte in cui Louis si preoccupava di più, perché sapeva che se ci fosse stato qualcuno insieme a loro, allora ci sarebbero state meno possibilità che succedesse ancora (e ancora) qualcosa. Ora è tranquillo perché suppone che uno spazio pubblico implichi che non succederà nulla.
"Ehi. Non siamo venuti qui per fissare il vuoto." Dice Harry in tono beffardo.
Louis quasi - quasi - sobbalza al suono della sua voce, e riporta il suo sguardo di nuovo sul volto del giovane, che sta ghignando. Louis vuole dargli un pugno.
"Stavo pensando." Dichiara, sulla difensiva.
Il volto di Harry si illumina di finto interesse e si gira sullo stomaco, stendendosi completamente, incrociando le braccia e poggiandoci su la testa, col viso rivolto verso di lui. "A cosa pensavi?"
Louis lo fissa piattamente. "La teoria della relatività, l'individualismo, il multiverso."
Harry sembra rimanere assolutamente impassibile di fronte al sarcasmo pungente del ragazzo. "Non sapevo ci fosse così tanto in quella testa," dice, con tono scherzoso.
"Si, beh, almeno uno di noi ha la capacità mentale di finire questo progetto," borbotta Louis.
L'ora successiva passa in modo tranquillo, con Louis che riempie una pagina intera di appunti e brevi conversazioni con Harry che sono per lo più relative al loro lavoro. E' una giornata produttiva. Bene così. Harry sa essere scrupoloso e preciso quando vuole. Buono a sapersi. Per motivi di studio ovviamente. Molto bene.
Hanno appena finito di mettere a punto l'idea della loro proposta di progetto, quando Harry chiude il libro con uno scatto, emettendo un sospiro rilassato.
"Credo basti per oggi." Louis annuisce, imitando il riccio e posando i libri nella sua borsa.
"Comunque devo andare a lavoro tra poco, quindi."
"In biblioteca? E' vicino alla sala di musica vero? Volevo fare un salto lì per salutare Niall." Dice Harry con noncuranza, prestando più attenzione a qualsiasi cosa ci sia sul suo cellulare che alla risposta di Louis.
"Penso di si." Lo sa soltanto perché l'insonorizzazione e - nel complesso - la disposizione delle aule di quell'università è pressapoco terribile. Troppe volte ha visto un qualche studente seccato lasciare a passo di marcia la biblioteca per dirigersi verso la sala di musica e dire ai musicisti, non proprio educatamente, di darsi una cazzo di calmata ed abbassare il volume.
Sembra quindi che i due debbano camminare insieme, ed una leggera ondata di nostalgia lo invade del tutto, facendolo quasi sentire male. Il liceo di Donny aveva un grandissimo giardino che si estendeva per tutta la lunghezza del retro della scuola ed era lì, in quella distesa di verde, dove lui ed Harry si dirigevano dopo gli allenamenti di calcio, quando non avevano ancora alcuna voglia di tornare a casa. In verità Louis non voleva mai tornare a casa quando era in compagnia del riccio; preferiva di gran lunga andare da Harry o magari restare lì insieme a lui, stesi a guardare le nuvole. Passava la maggior parte del suo tempo in quel campo, dato che era uno dei luoghi preferiti anche di Aiden; era lì che amava baciarlo, nascosto dietro il tronco di un qualche grande albero, con la natura a fargli da contorno...
Viene, fortunatamente, distratto dalla risata di Niall, che sente riecheggiare praticamente in tutto l'edificio quando si avvicinano all'entrata, il che non sorprende molto Louis. Ha imparato a conoscere Niall, e sa che è un tipo piuttosto esuberante. Potrebbe persino affezionarsi a lui pian piano, e Louis se ne farebbe una ragione. Può provare a farsi nuovi amici che non siano Zayn, anche se sono incredibilmente allegri come Niall, e si è accorto che va molto d'accordo anche con Liam, sebbene sia uno di quelli sempre entusiasti della vita, dell'amore e di tutta quella merda lì. E' tanto snervante quanto confortante, quindi crede continuerà così per ora.
Nonostante questo però, cerca di andare a passo spedito verso l'entrata della biblioteca, ed ha quasi superato l'aula di musica quando Niall esce dalla porta, seguito da Greg. Il bel Greg di qualche sera fa. Huh. Non è propriamente il suo tipo, davvero non lo è; è un po' troppo educato, un po' troppo cordiale e probabilmente fin troppo sentimentale. Louis odia tutto ciò, perché vuol dire aspettative.
I due subito li notano quando escono dall'aula e gli si avvicinano, e vede il volto di Greg illuminarsi alla sua vista mentre il biondo li saluta felice.
"Ma guardatevi, ormai riuscite a stare insieme senza uccidervi l'un l'altro, sono impressionato," dice Niall, ed è piacevole sentire un'altra voce umana dato che l'unica che ha sentito nelle ultime ore è stata quella di Harry, con quel tono lento roco.
Harry ridacchia, stringendo Niall in un abbraccio. "Non abituartici."
Louis sorride con imbarazzo, notando come Greg lo stia ancora guardando, quindi decide di avvicinarsi di più a lui mentre Harry inizia una conversazione con Niall su qualcosa che chiaramente non lo coinvolge.
"Ehi," dice Greg, amichevole come sempre. "Mi chiedevo quando ti avrei rivisto."
Louis ride dolcemente. "Ah, quindi hai pensato a me?"
"Difficile non farlo," ammette il ragazzo, poi si schiarisce la voce, "Questo era... era un disperato tentativo di flirtare. Mi scuso in anticipo per qualsiasi altro schifosissimo tentativo che dovrai ascoltare durante questa conversazione," ride, e Louis nota Harry guardare in sua direzione.
Louis gli sorride calorosamente. "Ho un debole per i tentativi di flirt andati a male."
Greg ride di nuovo. "Ah si?"
Louis annuisce, facendo un cenno di saluto a Niall che sta andando via.
Greg sorride timidamente. "In realtà, mi stavo chiedendo se tu-"
"Farai tardi a lavoro," li interrompe Harry improvvisamente, e c'è una strana sfumatura nella sua voce, ma sta sorridendo come al solito, poi lo vede salutare velocemente Greg prima di tornare indietro ed uscire dall'edificio.
Louis si acciglia, guardando l'ora sul suo telefono. "Cosa- merda! Sono in ritardo, mi dispiace." Louis rivolge al ragazzo uno sguardo di scuse. "Possiamo riprendere questa conversazione un'altra volta, si?"
Sta già indietreggiando verso la porta della biblioteca.
Greg sorride in imbarazzo. "Si. Nessun problema."
"Grandioso. Ci vediamo!" E detto ciò, si precipita in biblioteca. Il suo cuore sta facendo un mucchio di capriole nel suo petto, e non capisce proprio il perché.
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So let's cross the lines we lost (Italian Translation)
FanfictionLouis vive una vita non così tranquilla in un quartiere non altrettanto tranquillo. L'inizio dell'università doveva essere una cosa facile per lui, un nuovo inizio, ciò fino a quando non scopre che il suo nuovo vicino di casa è Harry Styles, e loro...