Chapter 13

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So let's cross the lines we lost















Capitolo tredici.













Sono le quattro del mattino e fuori c'è un temporale. Louis lo sa perché non è riuscito a chiudere occhio nemmeno per un secondo e l'unica cosa che può fare è guardare fuori dalla finestra ed osservare le gocce d'acqua che colpiscono la finestra. E' una cosa che fa spesso, quando si ritrova ad affrontare dei problemi o quando deve riflettere su qualcosa di importante, non è sicuramente la prima volta.
Quando si trasferì a Londra con Zayn per esempio, non riuscì a chiudere occhio durante le prime notti. Ricorda che le prime settimane furono le più difficili da affrontare. Ricorda l'amaro in bocca e lo stomaco chiuso al pensiero di aver lasciato casa, le sue sorelle, le sue piccole pesti. Lottie doveva iniziare il penultimo anno di liceo e lui non sarebbe stato lì per proteggerla, non avrebbe visto le gemelle crescere e non le avrebbe più accompagnate a scuola, non avrebbe più visto il dolce sorriso di Fizzy. Era inverno, lo ricorda benissimo, perché è il periodo dell'anno che più preferisce, eppure non si era mai sentito così solo, anche quando Zayn era con lui.
Il dormitorio di Zayn era minuscolo. C'era a malapena spazio per due persone, e Louis era più che sicuro di non poter stare lì; aveva letto qualcosa a riguardo nel piccolo opuscolo universitario che aveva trovato sotto il letto dell'amico, qualcosa che diceva che non era permesso far dormire nella tua camera amici tristi e disoccupati. Zayn gli disse che però non importava, e a Louis di certo non dispiaceva passare le notti sul divano scomodo con molle scricchiolanti e tessuto strappato e macchie discutibili. Era comunque meglio di niente. Non gli dispiaceva dover uscire ogni volta che Zayn dipingeva con la vernice spray, riempiendo tutta l'aria di un odore fastidioso, perché a volte era meglio così. Si ritrovava in un qualche pub, conosceva qualcuno, ci stava insieme, e così si imponeva di poter dimenticare quella notte e tutto ciò che era successo dopo. Era così che funzionava. Non lo rendeva felice, questo no, mai, ma non gli faceva male come il resto. Lo estraniava dalla realtà per qualche ora, e quello era abbastanza per lui. E anzi, a quei tempi credeva che quello fosse tutto ciò che si meritava.
Si accorge di come la pioggia abbia messo di cadere copiosa, di come il cielo ormai si sia colorato di un debole grigio, e la stanza si sia illuminata di un debole fascio di luce dettato dall'alba ormai prossima. Harry è steso accanto a lui, il viso affondato nel suo collo, il suo respiro caldo che gli solletica la pelle, e Louis sa che ormai non riuscirebbe più a dormire, nemmeno se provasse a chiudere gli occhi. Ha passato praticamente tutta la notte a guardare il mondo cambiare colore fuori dalla finestra, sentendosi in una situazione precaria, a metà tra l'avere un crollo nervoso e sentire che finalmente le cose stessero andando per il verso giusto.
"Haz," sussurra. "Harry, ehi, sei sveglio?"
Il riccio si agita e arriccia il naso contro il suo collo, spostandosi e aprendo lentamente gli occhi, e sbadiglia dolcemente come un bambino appena sveglio. "Lo sono ora," mormora. "Che succede?"
Louis fruga nel suo cervello, cercando di trovare una scusa convincente per averlo svegliato oltre a quella di voler parlare con lui. "Odio litigare con te," è quello che finisce col dire.
Il giovane sorride e preme un bacio soffice sulla sua spalla. "Succede in ogni coppia, non preoccuparti. Anche Zayn e Niall, che tu ci creda o no, inizieranno a litigare ad un certo punto della loro relazione. Non è sempre tutto rosa e fiori, e forse è proprio questo il bello."
"Si, hai ragione. Noi due abbiamo già avuto la nostra bella dose di litigate da quando ci siamo conosciuti."
Harry agita la mano, come a voler scacciare qualcosa. "E' irrilevante."
Louis ridacchia e si sistema meglio, stringendosi contro Harry per sentirsi più a suo agio ed infilando una gamba tra quelle del giovane, per poi tirare la coperta sui loro corpi. Si sente immediatamente meglio. Il solo sentire la vicinanza del riccio, la sua voce e le sue parole, lo fanno calmare come fa una delle melodie più rassicuranti del mondo. E' come se lui fosse il suo porto sicuro dopo una tempesta, gli bastava scivolare tra le sue braccia, sentire il battito del suo cuore e tutte le paure e le ansie che attanagliano il suo cuore spariscono immediatamente. Ora come ora, anche solo l'idea di poter un giorno lasciare Harry gli fa accartocciare lo stomaco. Perché, a differenza di tutte le altre volte, Louis vuole davvero provarci stavolta. Vuole farlo con Harry, vuole provare tutto con lui. Ogni emozione, ogni avventura, ogni momento che passeranno insieme in modo che possano trasformarlo in un ricordo che li farà ridere e gioire in un prossimo futuro, vuole svegliarsi accanto a lui tutte le mattine e cucinare insieme la colazione, vuole portarlo ad un vero appuntamento, vuole anche litigare con lui e poi fare la pace. Perché Harry è aria e lui ha assolutamente bisogno di respirare.
Il riccio lo guarda e gli accarezza piano una guancia. "Sei adorabile."
"Adorabile? Oh per favore, potrei distruggerti."
Harry sorride e "Oh, so che potresti farlo," dice, un pizzico di malizia nella sua voce bassa e calda come cioccolato fuso.
"Onestamente, sei terribile. Ti odio."
Il giovane sorride affettuosamente e bacia la sua fronte. "Sei comunque adorabile."
Louis respira profondamente e sente il cuore capitombolare. Dio, questo ragazzo. Questo splendido, meraviglioso, bellissimo ragazzo.
Harry emette un sospiro pacato e poggia assonnato la testa sul suo petto, chiudendo di nuovo gli occhi. Louis allora allunga una mano e la intreccia nei capelli del giovane, accarezzando dolcemente i ricci morbidi. Harry sorride, sciogliendosi sotto il suo tocco.
Chissà cosa si prova, pensa, nel riuscire ad essere felice con qualcuno  e non preoccuparsi minimamente di poter rovinare tutto o di ferire l'altra persona. Chissà cosa si prova a non avere questa paura che incombe su di te ogni secondo. Perché nonostante voglia davvero, davvero provare a stare bene con Harry, non riesce a non aver paura.
Louis vorrebbe dirglielo, vorrebbe dire ad Harry come si sente, è più che sicuro che lui capirebbe. Non dice nulla però, si limita a chiudere gli occhi per tentare di riuscire a dormire almeno per un po'.
Non ci riesce, ma questo nessuno deve saperlo.







So let's cross the lines we lost (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora