So let's cross the lines we lostCapitolo 5.
Harry continua a controllare il suo telefono.
Continua a controllare il suo telefono mentre è alla guida, e Louis si sta particolarmente stancando nel tentare di sfilarglielo dalle mani.
"Stai cercando di ucciderci, vero?"
"Ovvio, è esattamente quello che sto facendo," dice il riccio, un piccolo accenno di sorriso sulle labbra; ma è un sorrisao fugace, che va via in un secondo, mentre accelera con il van e supera uno scuolabus fermo per far salire dei bambini. "Scusa. E' solo - è... non importa."
Louis lo guarda ancora per un po', ma decide di tacere.
E' seduto nel sedile del passeggero del van dei ragazzi con Harry accanto a lui, che sta appunto guidando, e si stanno dirigendo insieme all'università. Harry, che ha gli occhi spenti e lontani, le sopracciglia perennemente aggrottate, una mano stretta al volante e l'altra, ora libera dal cellulare, appoggiata sulla leva del cambio, il corpo che sembra rigido e teso. E' tutto molto strano - per non dire altro - per una moltitudine di ragioni, ma Louis non riesce a concentrarsi su tutto, non sa cosa pensare, non sa nulla. C'è la radio accesa e sta passando una hit del momento, ma non ne è molto sicuro perché la sua mente non è in grado di focalizzarsi sulla canzone, i suoi pensieri fanno molto più rumore.
Non riesce a smettere di pensare, questo è il punto. La sua mente è ancora leggermente stordita e annebbiata per gli avvenimenti della sera prima; non pensa che quello che è successo ieri sera debba per forza significare qualcosa, ma in cuor suo sa che invece significa tutto, e poteva ancora sentire le parole di Harry vorticare nella sua testa, ormai insinuate nella sua pelle e nelle sue ossa, in spazi in cui non dovrebbero essere - spazi che ormai sono riservati soltanto ad Harry.
Lascia che la sua mente vaghi, ritornando alla sera prima e poi agli eventi di questa mattina...Non si erano detti molto altro mentre erano fuori sulle altalene, la notte ormai era calata sulla città e dopo un po' di tempo sentirono la voce Liam chiamare i loro nomi. Louis quindi si alzò in piedi, girandosi verso il riccio e facendogli un cenno verso la casa e lui lo seguì, entrambi con gli occhi intrisi di tristezza, i cuori pesanti, tante cose ancora in sospeso e tanti pensieri in testa.
Quando lui e Zayn tornarono a casa, il moro si appoggiò sulla sua spalla, ancora palesemente ubriaco, e gli mormorò qualcosa all'orecchio. Non riuscì bene a capire, dato le parole strascicate dell'amico, ma era abbastanza sicuro che gli avesse chiesto spiegazioni, voleva sapere cosa lui ed Harry fossero "all'epoca." Non era sembrato molto soddisfatto della risposta di Louis, che gli aveva detto "Beh, eravamo amici... poi non lo siamo più stati," ma era sbronzo e stanco e accigliato per qualche motivo, e Louis davvero non capiva il perché e di certo non aveva tempo per rimurginarci su.E poi c'è stata quella mattina.
E sul serio. Louis non è sicuro di riuscire a gestire le cose ora che stanno diventando confuse. Tipo - ci sono un sacco di persone che avrebbe preferito vedere appena sveglio, ma di certo non si aspettava di vedere Harry lì, seduto sulla poltrona all'angolo della sua stanza, che sfogliava un libro come una sorta di maniaco. Che cazzo? (Louis ignorò completamente la leggera ondata di panico che lo attraversò al pensiero che il riccio fosse rimasto lì per la notte a sua insaputa, ma no. Harry era completamente vestito, aveva su un'espressione composta, e sedeva a gambe incrociate.)
"Da quanto tempo sei lì?" Mormorò sospettoso, la voce ancora arrochita dal sonno. Quasi lasciò che i suoi occhi si chiudessero di nuovo.
Harry chiuse bruscamente il libro, poggiandolo di nuovo sullo scaffale di Louis. "Non da molto," disse - come se quello dovesse rassicurarlo - e si alzò dalla poltrona, avvicinandosi a lui. "Sono venuto per svegliarti, Liam ha detto che avrei potuto darti un passaggio."
Louis aprì di scatto gli occhi. "Non verrà a lezione?"
"E' ancora k.o., non regge per nulla l'acool," è ciò che gli risponde il giovane, e Louis si ricordò la spropositata quantità d'alcool che aveva ingerito mentre giocavano a quegli stupidi giochi e parlavano di tutto e di più, finchè poi non aveva detto loro di non sentirsi per nulla bene, quindi tutti e quattro lo avevano aiutato e portato a letto.
Emise un grugnito scontento, si levò le coperte di dosso e scese dal letto, o almeno cercò di scendere dato che appena si alzò in piedi ricadde a peso morto sul materasso. Gli sembrava che la stanza girasse, o magari era lui. No, era sicuramente la stanza. "Whoa."
La sua testa pulsava da morire, il che non era sorprendente date le circostanze, e chiuse gli occhi, sentendo poi un calore espandersi sulla sua pelle. Alzò piano le palpebre per vedere che Harry aveva poggiato una mano sulla sua spalla e lo stava fissando. "Hai i postumi della sbornia. E somigli ad un riccio che è sul punto di morire."
Louis non aveva le energie necessarie per rispondergli come si deve, quindi si limitò a fulminarlo.
Tentò di alzarsi di nuovo in piedi, con Harry accanto che cercava di aiutarlo, e finalmente ci riuscì, poi costrinse il riccio a preparargli del tè mentre lui si infilava un paio di pantaloni. Aveva appena afferrato una maglietta quando Harry tornò in camera sua con una tazza fumante, ed i suoi occhi subito si posarono sul suo torso nudo, scandagliando ogni centimetro di pelle dorata e indugiando un pò di più sull'elastico dei boxer che fuoriusciva dai jeans, e Louis cercò di non pensare a nulla mentre tentava di infilarsi in fetta la maglia.
Non avevano ancora accennato alla sera prima, e Louis sperò stupidamente che Harry se ne fosse in qualche modo completamente dimenticato, anche se tutto ormai era impresso come resina nella sua memoria e continuava a ripetersi ad intervalli regolari. Come sempre. Come ogni cosa che gli succede. Non è molto bravo a parlare di queste cose, è bravo a farlo magari con persone sconosciute o che conosce da poco tempo, perché così può inventarsi delle bugie e dire qualsiasi cosa voglia e nessuno riuscirebbe a capire che stia mentendo, ma con Harry questo non può farlo e quindi non riesce a parlare; è come se la lingua gli rimanesse incollata al palato, come se avesse paura di dire troppo. Ma non può nemmeno mentire a se stesso, e sa che l'unica cosa che vuole è chiarire con lui. E questo è solo - no.
Quindi si, spera che Harry non ricordi nulla. Soprattutto l'intera faccenda della proposta di matrimonio che, seriamente, che diavolo era stato? Da dove gli era uscito?
Infilò anche la felpa, perché faceva abbastanza freschetto, e camminarono silenziosamente lungo il corridoio cercando di non fare troppo rumore quando passarono davanti alla camera di Zayn - che probabilmente avrebbe dormito per tutta la giornata - per scendere poi in cucina, e lui assolutamente non osservò il modo in cui Harry si appoggiò al bancone, le braccia incrociate al petto e i muscoli in bella vista, e dava le spalle al mobile dove Zayn lasciava sempre dei post-it, per ricordarsi di cose casalinghe come fare il bucato o la spesa o le pulizie. Tipo su questo di oggi c'era scritto 'comprare una scopa nuova; URGENTE: siamo senza caffè!!!'
Il che è, ugh.
"Mi sento uno schifo." Riuscì finalmente a biascicare fuori Louis, seduto al tavolo della cucina con la testa tra le mani, ed Harry roteò gli occhi e si limitò a preparare le uova e dei toast. Mangiano insieme, in uno strano ma confortevole silenzio, attutito solo dalla radio. Harry arricciò il naso di fronte all'orrendo mucchio di piatti da lavare poggiati nel lavandino e minacciò Louis di non farlo uscire da quella casa se non avesse aiutato a mettere tutto in ordine. Lui ovviamente si rifiutò e finì per sedersi sul bancone accanto al lavandino, dondolando le gambe ed osservando inconsapevolmente il sedere di Harry mentre quest'ultimo lavava e metteva via i piatti, assillandolo con domande sciocche. Il giovane però non si lamentò e anzi, rispondeva con calma e pacatezza, cosa davvero strana. Louis lo guardò mentre si poggiava lo straccio da cucina sulle spalle per mettere via alcune tazze di caffè e pensò che, in teoria, sarebbe proprio una cosa carina da fare ogni mattina, insieme a lui. Sarebbe una cosa carina svegliarsi, scendere in cucina e trovarsi questo panorama.
In teoria, naturalmente. O magari in un lontano universo parallelo...
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So let's cross the lines we lost (Italian Translation)
FanfictionLouis vive una vita non così tranquilla in un quartiere non altrettanto tranquillo. L'inizio dell'università doveva essere una cosa facile per lui, un nuovo inizio, ciò fino a quando non scopre che il suo nuovo vicino di casa è Harry Styles, e loro...