Note autrice: This is a very short chapter but it makes sense for it to be that way, i hope :)
(E' un capitolo davvero corto ma vi posso assicurare che c'è un motivo per questo, capirete poi.)
Note traduttrici: Salve fiori, scusate per queste note iniziali ma dovevo, dal momento che questo sarà un capitolo davvero corto rispetto agli altri, e l'autrice ha postato questa piccola nota dicendo che c'è un perchè. Ci sentiamo nelle note finali <3So let's cross the lines we lost
Capitolo sei.
C'è un temporale assurdo fuori.
Louis osserva la pioggia cadere a dirotto dalla finestra della casa dei ragazzi, dove la musica pompa attraverso la stanza, facendo vibrare qualsiasi superficie mentre i corpi sono tutti vicini, ammassati, e l'eco delle risate risuona anche in lontananza; la gente è seduta sui divanetti e sulle sedie, oppure semplicemente sul pavimento, la stanza offuscata viene leggermente illuminata dalle luci sul soffitto; drink, bicchieri colorati e cibo sono poggiati su qualsiasi superficie piana. Lui invece è appoggiato alla finestra, dove la pioggia gocciola lungo il vetro e crea delle scie irregolari che si interrompono sul bordo.
E' il compleanno di Niall. Il che apparentemente vuol dire che può tenere la musica alta quanto vuole, sebbene Louis sia abbastanza sicuro che chiunque abiti lungo la via sia già qui, e il tempo non è di certo stato un freno per l'umore di Niall quando ha cominciato a guastarsi stamattina mentre loro stavano allestendo casa, Zayn e Liam che erano fuori per comprare alcune cose dell'ultimo momento ed Harry che invece stava chiedendo il parere di Niall e Louis su una bandana da indossare quella sera, e Niall aveva sorriso e detto "quella blu, a questo punto ti conviene girare con un foglio tra le mani in modo tale che le persone ti lascino il loro numero, H," e Louis si era rifiutato di ammettere che la cosa lo infastidisse e si era concentrato sulle ingegnose varietà di bottiglie sul tavolo da cucina.
Ha a malapena visto Harry tutta la sera quindi hey, forse ha messo davvero a punto il piano di Niall ed ha funzionato. Louis non è giù di morale, perché esserlo significherebbe che gli importi del fatto che Harry vada o meno a letto con altre persone, e lui invece è davvero calmo ora. Completamente calmo. La musica sta riempendo la stanza, inondandogli le orecchie, risate e voci echeggiano intorno a lui, e di certo non sta guardando fuori dalla finestra bagnata dalla pioggia come in una scena di un film drammatico, non lo sta facendo.
I suoi occhi si incrociano con quelli di Zayn nel chiaro di luna, il quale sta correndo attraverso il cortile di casa con il giacchetto di pelle poggiato sopra la testa per ripararsi dalla pioggia, e Louis si fa spazio attraverso la folla per andare ad aprirgli la porta. "Hey. L'hai finito?"
Zayn annuisce, sorridendogli dolcemente, lasciando il suo giacchetto bagnato sull'appendiabiti e scuotendosi i capelli. "Finito."
"Lo amerà, lo sai," dice, appoggiandosi alla porta vicino a Zayn, dove la musica non è tanto forte, dove non ci sono così tante persone.
"Sì, forse. L'arte è soggettiva però, in particolar modo la mia arte. Concettualmente, potrebbe non comprenderlo." Borbotta il moro, e c'è qualcosa - è come se sembrasse frustrato? Ha le sopracciglia corrugate, la bocca chiusa fermamente in una linea dura.
"Zayn." Louis dice, assicurandosi che l'amico lo stia guardando. "Niall pensa che tu sia bravo, sa che è importante per te, lo amerà sicuro."
Zayn inspira lentamente e poi espira piano, annuendo. "Sì, okay."
"Tommo!"
Louis si gira, vedendo Nick e qualcun altro salutarlo; guarda un'ultima volta Zayn prima di muoversi. "Lo amerà," lo rassicura di nuovo, prendendo un palloncino e lanciandolo verso l'amico, "e se diventi nervoso, tiragli qualche palloncino e scappa dall'altra parte, è comunque un buon piano."
Zayn sbuffa, rallegrandosi. "Okay. Forse lo farò."
***
"Grazie, amico. E' bellissimo!" La voce di Niall riempie le orecchie di Zayn, e lui si gira per guardarlo. E' vestito con una camicia blu tirata su fino ai gomiti e dei jeans aderenti dello stesso colore, ed in quel momento sta avvolgendo le sue braccia intorno a qualcuno, con un sorriso più luminoso delle stelle. Sta scartando i regali poggiati sul tavolo dietro di lui e lui si ritrova a deglutire profondamente.
Si sta mentalmente preparando per andare da lui. Lo farà. Davvero. Lo sta per fare.
E -
E poi si gira, camminando dall'altra parte.
"Zayn!"
Merda.
Cammina più veloce.
"Zayn! Hey!" Di nuovo. E quindi è costretto a fermarsi e voltarsi, scontrandosi con il viso di Niall, il suo sorriso dolce, gli occhi teneri, e sembra che non abbia bevuto ancora nulla. "Hey, eccoti, non ti ho visto per tutta la sera."
Zayn si massaggia il retro del collo. "Ehy, ciao. Um. Com'è andata fin'ora?"
Niall gli sorride, ma è un sorriso che non gli raggiunge gli occhi e lui intuisce che il ragazzo sia un po' a disagio, anche se non capisce il perché. "Sì, bene. Voglio dire, mi stavo chiedendo dov'eri sparito, Liam è andato avanti tutta la sera a raccontare ad alcuni miei amici la coinvolgente storia su come mi ha incontrato e tipo, sono tutti fantastici ma sai com'è quando è così, tutta questa attenzione è un po'... troppo?"
Zayn annuisce in modo comprensivo, e si avvicina leggermente per far sì che la sua voce si sentisse sopra la musica. "Sì, capisco la sensazione."
Niall si morde il labbro inferiore, imbarazzato, poi si gira verso un gruppo di persone che ha appena gridato qualcosa in unisono, i bicchieri tenuti alti in aria. "Non so dove sia Harry, o Louis, e mi sento un po' stordito quando..."
Il moro annuisce di nuovo. Lentamente. "Lo so."
Niall ride ancora, ma in modo forzato. "E' strano, probabilmente, il fatto che queste parole provengano proprio da me. Ma le feste di solito non sono così grandi, o compatte - a causa della pioggia. O completamente focalizzate su di me."
Il cuore di Zayn si gonfia di un sentimento che non riesce bene a decifrare. "Niall, vuoi il tuo regalo di compleanno da parte mia?"
Niall lo guarda. "Non dovevi prendermi niente,"
Zayn scuote la testa. "E' in casa mia, vieni."
Nonostante le proteste iniziali, Niall prende la sua mano e lascia che Zayn lo guidi attraverso la folla, verso la porta. Poi prende il suo giacchetto e lo tiene su in modo da coprire entrambi ed insieme corrono nella pioggia fino a raggiungere la porta di casa sua. La calma e il silenzio della casa vuota sembrano tranquillizzare all'istante il ragazzo. Zayn si ferma fuori dalla sua camera.
"Dopo di te," mormora il moro, lasciando il braccio alzato per far passare Niall.
Il giovane lo guarda, dopodiché si incammina lentamente verso la porta già aperta ed entra. Zayn lo segue e si ferma sullo stipite della porta, appoggiandocisi contro con una spalla mentre i suoi occhi seguono la figura di Niall che si aggira nella sua stanza.
Si ferma non appena vede la tela. Zayn l'aveva lasciata sul cavalletto in modo tale che fosse stata la prima cosa che Niall avrebbe visto una volta entrato, ed ha funzionato sembra. Il dipinto è leggermente più piccolo rispetto ai suoi soliti, e i colori sono un vortice continuo e cambiano - cambiano nella trasparenza e nell'aspetto, crescendo e muovendosi; vanno dall'oro al rosa, svanendo uno dentro l'altro - come un'aurora.
"Buon compleanno," Zayn dice debolmente da dove è appoggiato sulla porta, e Niall si gira verso di lui, qualcosa di intenso, pesante e dolce brucia dentro i suoi occhi. Il moro gli si avvicina. "Questo è per te, se non l'avessi capito. E', um, dovresti essere tu, in un certo senso? Voglio dire - dipingo cosa sento, no? E. Questo... strano e bellissimo risultato è ciò che tu mi fai sentire. Mi hanno già detto che sono un po' strano, e probabilmente lo sono, ma non ci sono molte cose che mi ispirano come lo fai tu. Sei davvero fantastico, Niall. Sono estremamente felice di averti incontrato."
Niall lo guarda, mille emozioni sfarfallano nei suoi occhi blu, che in quel momento scintillano di adorazione e affetto. "Non so nemmeno-" le parole gli rimangono strozzate in gola.
Zayn si illumina. "Oh! Inoltre," afferra un cesto poggiato proprio vicino alla tela, pieno di cose da mangiare, le preferite di Niall. "So che ti piacciono le feste, e questa è la tua festa, ma tipo, se volessi una pausa - voglio dire, capisco se non la vuoi, ma tutto questo è per te lo stesso. Non sono bravo con le parole, Dio..."
"Zayn." Niall lo ferma, ridendo dolcemente, la mano che si posa sul suo petto, proprio all'altezza del cuore. "Non so nemmeno cosa dire, sono davvero senza parole. Tu, Zayn Malik, hai lasciato me senza parole. Me."
"E' una... cosa buona?"
"Sì, idiota. Cazzo, vieni qui," prende le sue spalle e lo stringe a sè, le braccia ben salde dietro la sua schiena, ed il suo corpo è caldo, vicino, e Zayn immerge la faccia nell'incavo del collo di Niall, ricambiando l'abbraccio, e sorridendo contro di lui.
"Possiamo tornare alla festa se vuoi, è il tuo compleanno," mormora contro la sua pelle.
Niall scuote la testa, Zayn sente il movimento contro le sue spalle. "Non ancora, c'è un po' troppo casino. Forse più tardi, quando tutti si saranno scordati che è il mio compleanno e quando avrò bevuto un po'. E' vino rosso quello?"
Il moro ride e lo lascia andare, non indietreggia però, e lancia un'occhiata alla bottiglia che spunta fuori dal cestino. "Credo che inizi a piacermi."
"Harry ne sarà davvero contento." Niall dice felicemente, e poi guarda di nuovo il dipinto - il suo dipinto. "Non posso credere di avere il mio Zayn Malik personale, varrà una fortuna quando sarai morto."
Zayn scoppia a ridere. "Gesù," dice, dando un colpetto sulla spalla di Niall, lasciando che il suo sorriso cresca sempre di più e sentendo che questo è esattamente come dovrebbe essere.
***
Parecchie cose importanti succedono nelle ore successive:
Louis si siede sul divano. E' davvero un bel divano. Sta seduto lì e guarda Nick e Perrie che stanno giocando a birra-pong, e ad un certo punto nota Greg che gli sorride, non è sicuro però di ricambiare il sorriso. Ci sono risate e luci e persone e musica, il braccio di Greg si appoggia sopra la sua spalla, e guarda Liam che sta aiutando qualcuno a trovare il bagno, ma non due minuti più tardi lo vede correre lì di nuovo, stavolta da solo. Niall e Zayn rientrano in casa proprio in quel momento, sorrisi felici e guance arrossate, hanno una bottiglia di vino mezza piena e presto spariscono tra la folla.
Nota poi Harry, che sembra essere apparso così dal nulla. E' lì, e ha una bandana blu avvolta intorno ai ricci ribelli, e sta parlando ad un gruppo di persone che lui non conosce. Louis vorrebbe smettere di guardare, ma semplicemente i suoi occhi non vogliono muoversi. Guarda Harry ridere, le fossette in bella mostra, così decide di chiudere gli occhi, e quando li riapre lo vede precipitarsi fuori dato che ha smesso di piovere e lo osserva tirare fuori il telefono dalla tasca. Louis richiude gli occhi, lasciando che il tempo passi. Dio, è così ubriaco.
E' appoggiato contro un muro ora, il muro proprio accanto alla tromba delle scale, vicino al corridoio, vicino alla libreria e alla mensola con le cornici. Ci sono bottiglie e bicchierini sparsi ovunque ed ha Liam appoggiato alla sua spalla, che sta biascicando parole che non riesce a comprendere; inizia a guardarlo quando finalmente il suo discorso inizia ad avere senso, "Louis, sono spaventato, ho paura."
Si acciglia. Prende la mano di Liam, lo porta nel bagno, chiude la porta e gira la chiave, sedendosi per terra sulle mattonelle insieme a lui, le loro ginocchia che si toccano.
"Liam," mette la mano su un lato del suo viso, "Liam," un po' più forte, "di cosa hai paura?"
Il ragazzo chiude gli occhi, la testa gli si inclina all'indietro. "Di essere solo," biascica con voce rotta, quasi impercettibile, "di mandare tutto a puttane."
E Louis non sa proprio cosa voglia dire con quelle parole, ma riesce a capirlo in qualche modo, quindi annuisce, carezzando prima la guancia di Liam e poi portando la testa nell'incavo del suo collo, unendo le loro mani. "Lo so," sussurra, piano, "Lo so."
Poco dopo si trovano nella stanza del ragazzo e Louis porta le sue labbra sulla fronte di Liam, poi lo trascina nel suo letto e lo lascia lì. Lo lascia lì, si siede sul pavimento con la schiena poggiata contro il materasso e chiude gli occhi, riuscendo quasi a vedere le stelle, e sente il punzecchio di qualche lacrima bagnargli le palpebre e non sa perché. Perché?Respira profondamente.
Rimane nella stanza buia di Liam per qualche minuto - forse qualche minuto, o forse ore, anni. E si sente come se riuscisse a respirare di nuovo quando apre la porta e scende giù per bere un bicchiere pieno d'acqua, sente la sua testa più libera quando sale nuovamente le scale, sente il suo stesso respiro aumentare quando arriva davanti alla porta di Harry. Poggia la fronte sulla porta. Respira solo per qualche momento. Lo scatto della porta che si apre gli fa capire che ormai il gioco è fatto, ha girato la maniglia.
Ed Harry è lì. Seduto sul pavimento alla fine del suo letto. Le gambe distese di fronte a lui. I suoi grandi occhi verdi sono pensierosi e vuoti quando si posano su di lui. Louis sente una strana sensazione nel suo stomaco - o nel petto, o in qualsiasi altra parte del suo corpo, ed esita per qualche momento perché Harry sembra così vulnerabile, così... piccolo. Sta male ed è evidente.
Louis fa un passo avanti, chiudendo la porta dietro di sé e tenendo gli occhi fissi su di Harry, accovacciandosi vicino a lui, lasciando un piccolo spazio tra i loro corpi, saranno stati pochi centimetri ma a lui sembrano oceani.
Quando parla, la sua voce è calma. "E' qui che ti sei nascosto tutta la notte? Voglio dire - ti ho visto prima, con i tuoi amici, ma... sei scomparso parecchie volte."
Non è l'unica cosa che vuole chiedergli. Ad esempio, vuole sapere perché Harry se ne sta seduto qui tutto solo, sul pavimento, al buio, fissando il vuoto. Ma hey, una domanda strana alla volta.
Harry ci mette un po' per rispondere e Louis non osa guardarlo, non ha nemmeno bisogno di farlo. Riesce tranquillamente ad immaginare com'è il suo viso in questo momento, il buio che copre la sua pelle chiara, le ombre che si addensano contro le curve della sua mascella e dei suoi zigomi. Lo sente espirare in modo precario. "Quando mi hai visto? Io ti ho visto solo una volta."
Okay. Non è la risposta che stava cercando ma.
"Quando ero seduto sul divano."
"Quando eri seduto con Greg?"
Louis si ferma.
"Suppongo."
Segue una specie di strano silenzio, e rimangono così per un po' prima che Harry parli di nuovo. "Ho solo avuto una serata strana."
Louis guarda le ombre della stanza cambiare e crescere per poi tornare alla normalità quando una macchina passa vicino alla casa, illuminando la stanza scura. "Come mai?"
"...il mio patrigno ha chiamato, e mi lascio prendere dal panico a volte, quando lo fa."
Il corpo di Louis rimane immobile. E' solo che - Harry non gli ha mai parlato della sua famiglia da quando sono vicini di casa. Non davvero. Louis si era rassegnato al fatto, e aveva accettato il suo ignorare l'argomento, non voleva cercare di forzarlo. Quindi, ciò che ha appena detto è tanto. Tanto.
"Harry, è... che cosa ti ha detto?"
Si gira verso di Harry per guardarlo, ma lo sguardo del giovane è rivolto verso l'alto, anche quando parla.
"A volte quando mi parli..." dice, la sua voce è stanca, ma c'è una specie di urgenza al di sotto. "Non so quanto tu possa essere sincero."
"Lo sai che sono sempre sincero con te." Dice, con voce dolce, "e contrariamente a ciò che tutti pensano, non sono uno stronzo cinico ventiquattro ore su ventiquattro."
"Questo mi sorprende."
Louis vorrebbe sorridere a ciò, ma semplicemente continua a guardarlo. "Mi hai preso in un bel giorno, suppongo."
Harry lo guarda, lo guarda e poi si gira, e rimane in silenzio. E dio, non c'è cosa che gli possa far contorcere lo stomaco più di questa situazione, dove tutto ciò che lui può fare è rimanere seduto lì, confuso, in silenzio - le sue dita che prudono dalla voglia di toccare la pelle del ragazzo, magari solo per stringergli la mano, per confortarlo, qualsiasi cosa.
I minuti passano e Louis distoglie lo sguardo dal volto del giovane, girandosi a fissare i cassetti ed i mobili della stanza, dove probabilmente ha tutto perfettamente piegato e in ordine. Il tempo continua a scorrere e lui riesce a sentire ogni respiro grazie al silenzio assordante, i suoi e quelli di Harry, ed inizia poi a contare i secondi: uno... due... tre... quattro... cinque...
Respira profondamente e sente una fiamma di desiderio mista a dolore dentro di lui, così forte e così improvvisamente che non riesce a sopportarla. Il tempo continua a scorrere inesorabile senza che accada nulla e, oh wow è davvero un idiota. Ovviamente Harry vuole restare da solo. Non ha mai chiesto a Louis di essere lì, di confortarlo o qualsiasi altra cosa stesse facendo. Be', è imbarazzante.
Louis deglutisce e lentamente inizia ad alzarsi...
Per poi sentire una mano stringergli il polso.
"Gesù," Harry dice, quasi sembrando irritato. "Non devi andartene."
Louis lo guarda di nuovo, la sua mano pare bruciare intorno al suo polso, e tutto sembra così debole e fragile, ma l'aria è quasi elettrica. Ritorna nella posizione in cui era prima, rilasciando dei respiri calmi e stabili, e Harry lascia andare il suo polso, ma questo comunque continua a bruciare.
"Scusa." Harry dice. "Scusa, puoi andare se vuoi."
Louis ridacchia ora. "Beh, è terribilmente inconveniente ora. Mi sono appena rimesso giù."
"Pensi che io sia una persona di merda?" Harry chiede all'improvviso.
Okay. Quindi lo stanno facendo.
"- forse non dovrei chiederlo proprio a te; non è che ti abbia dato una ragione per pensarla diversamente." Harry aggiunge velocemente.
Louis si acciglia e scuote la testa. "Non... non dire così, Haz. Lo sai che non penso questo di te, lo pensavo, sì, ma siamo... siamo passati oltre. Voglio dire, non possiamo rimanere fermi lì per sempre."
Harry è di nuovo silenzioso, e Louis lo guarda per un momento. "Qualcuno ti ha fatto pensare che lo fossi?"
"No... solo me stesso, suppongo." Risponde il riccio facilmente, ma la sua mano batte sulla sua coscia come se fosse ansioso.
"Perché?"
"Ti rispiarmio gli orribili dettagli e dico solamente che sono un figlio di merda."
Louis sente un dolore allo stomaco a quelle parole.
"Be' siamo in due." Louis dice in modo calmo.
"Davvero?"
Louis sbatte le palpebre, guardando Harry di nuovo, una ruga comincia a formarsi tra le sue sopracciglia. "Cosa intendi per davvero?"
Harry adesso ha un velo di dolcezza negli occhi che prima non c'era quando guarda nuovamente Louis. "E' solo che... Jay è sempre sembrata così orgogliosa di te, pensavo foste molto vicini. Era anche fastidioso a volte."
Un colpetto di tosse esce dalla gola di Louis, mischiata ad una specie di risata. "Sì, e poi tutto è andato a puttane. Ho dovuto rinunciare alla borsa di studio che avevo ottenuto giocando a calcio, e mi sono fatto male da solo stando vicino a persone che mi hanno trattato di merda. E' davvero difficile avere una conversazione con lei senza che mi ricordi tutte queste cose, ogni volta sembra che mi stia attaccando o qualcosa del genere." C'è una durezza nella sua voce che non intendeva avere, ma non pensa di riuscire a controllarla. Quello è un argomento troppo delicato per lui.
"Scusa." Dice Harry, guardando giù verso le mani sul suo grembo, quasi in modo timido.
"Non hai fatto nulla."
"Sappiamo entrambi che non è vero."
"Harry, ti ho ferito anche io-"
"Sono la ragione per la quale tu hai pensato di non meritare di meglio, la ragione per la quale hai frequentato persone che hanno distorto l'immagine che hai di te stesso okay? Tutti quei ragazzi che hanno rovinato la tua prospettiva sul vero amore e sulle relazioni... E' per colpa mia." Gli occhi di Harry sono scuri, anche se sono illuminati dal chiaro di luna.
Louis scuote la testa. "Non è-"
"Smettila di farlo!" Harry si alza sulle ginocchia, incrociando le braccia come se avesse bisogno di qualcosa a cui aggrapparsi. "Smettila di far sembrare tutto facile per favore. Sono stanco, non me lo merito."
Louis si acciglia ancora di più. Tutto questo fa male. "Harry, che ti succede?"
"Non lo so... non lo so." Harry scuote la testa, appoggiando la fronte sulle ginocchia e rilasciando un respiro incerto, poi si rilassa e incrocia le proprie gambe, il ginocchio destro che si scontra con la coscia di Louis. "Ho bevuto troppo e poi ti ho visto e-" si ferma, respira, "Stavo solo pensando a quanto ho incasinato tutto. Tra di noi. E con mia madre. Anche con Niall e Liam, perché penso di non essere stato un buon amico ultimamente, e tipo, è solo perché sono egoista, e sto pensando così tanto a come poter sistemare tutto ma è già troppo tardi quindi perché-"
"Harry, hai ragione. Non sei abbastanza sobrio per pensare a tutto questo, finirai per uscire di testa. Dai, andiamo di sotto a prendere un po' d'acqua-"
Harry non si muove quando Louis gli mette una mano sulla sua spalla. "Non voglio andare da nessuna parte, e sto meglio di quanto tu pensi."
"Vuoi che me ne vada?"
"No, dio. Cosa ti fa pensare che è questo quello che voglio? Non è mai stato così."
Una scintilla di qualcosa sale lungo la spina dorsale di Louis. "Forse quelle poche centinaia di volte in cui mi dicevi espressamente di andarmene, che non volevi più vedere la mia faccia, che potevo, in modo molto gentile, andarmene a fare in culo-"
"E' stato sempre un modo per difendermi da quello che tu mi avresti detto, ci odiavamo, Lou. Ti ricordi quella parte, vero?"
Louis sospira pesantemente. "Come posso dimenticarla?"
"Per me non ha mai significato niente, è stato.. eravamo stupidi e-"
"Questo non è il tipo di conversazione che dovremmo avere in questo momento, non ora."
"-e penso di non aver mai provato le cose che mi hai fatto provare tu prima di conoscerti, il che è strano... forse. Forse semplicemente non riuscivo a provare emozioni con qualcun altro. Non lo so."
E cazzo, Louis non si ricorda come si respira.
"Sì." Dice, dopo un alcuni secondi di silenzio abbastanza soffocanti. E poi di nuovo, "Non voglio finire questa conversazione mentre tu sei ubriaco."
"Non sono così ubriaco."
"Lo sei, Harry." Louis lo guarda apertamente. "Io capisco quando lo sei."
Harry respira più forte, come se stesse facendo uscir fuori la tensione dai suoi muscoli e dalle sue ossa, calmandosi. "Sì. Lo so."
"Possiamo parlare domani, okay?"
Harry annuisce semplicemente, gli occhi che guardano il tappeto, e Louis vede il suo petto alzarsi e abbassarsi, il fiato che gli diventa sempre più pesante quando entrambi si alzano in piedi. Non sta proprio sorridendo, ma almeno ora lo guarda con una certa calma, quasi come se avesse lasciato andare il peso che lo opprimeva.
Louis sospira, il fantasma di un sorriso si appropria delle sue labbra mentre si gira per dirigersi verso la porta, quasi aspettandosi che il mondo ora ricominci a girare, come se fosse stato per tutto questo tempo in pausa. Ovviamente non sarebbe successo. Ovviamente è uno stupido pensiero.
"Lou," sente Harry dire dietro di lui.
Louis si gira giusto in tempo per vedere Harry afferrargli il collo con le sue mani e premere la bocca sulla sua, sigillando le loro labbra insieme in un gentile bacio, caldo e soffice, così soffice, e Louis non riesce-- non riesce a muovere il suo fottuto corpo.
Il suo stomaco si contorce, sente mille farfalle e quasi non riesce a respirare - ha completamente dimenticato come si fa. La lingua di Harry si fa spazio verso la sua bocca aperta, ed è così calda e bagnata e Louis sente uno strano senso di calore invadergli la schiena, un'ondata di elettricità, ardente, che si diffonde come un'incendio incontrollato ogni volta che Harry lo tocca.
Le sue mani si stringono intorno alla vita di Harry, spingendolo più vicino, e la sua postura si ammobidisce mentre ricambia il bacio, come se non riuscisse più a fermarsi, le mani che tremano, quasi doloranti, per il bisogno che ha di sentirlo di toccarlo, più vicino, più vicino, più vicino. Si appoggia al muro ed Harry si muove con lui, la sua coscia che preme in mezzo alle gambe di Louis, ed il giovane poi inclina la testa di lato, affondando il naso nella sua guancia e continuando a baciarlo, sempre più insistentemente, sempre con più ardore. Le loro lingue si muovono in sincrono, bagnate, desiderose l'una dell'altra, i loro corpi sono bollenti.
Non sa per quanto tempo rimangono così, sembrano passare anni, e non riesce a sentire più il suo cuore, perché è da tempo che è esploso rompendo i confini del suo petto. Si è perso, si è perso baciando Harry, toccandolo, avvicinandolo, baciando le sue labbra gonfie e la sua mascella, la curva appena sotto il collo, e l'angolo della sua bocca, con le dita avvolte nella sua t-shirt bianca fina, girandola e tirandola verso di lui, stringendo forte i suoi fianchi, baciando le sue guance, vedendo Harry spingersi verso di lui, contro di lui.
E deve respirare, questo è il punto; deve smettere di baciare Harry perché deve respirare. Quindi alla fine si fermano e le sue labbra sono calde e la sua fronte si appoggia su quella di Harry, bollente, ed i loro respiri si mescolano insieme, pesanti, e Louis deve fare un passo indietro quando lo guarda.
Perché, dio, Harry sta piangendo.
Louis si acciglia immediatamente e si sente confuso e –– solo. Cazzo, che vuol dire tutto ciò?
Questo è esattamente il motivo per il quale non doveva succedere. No, no, no, no ––
Fa un altro passo indietro, guardandolo bene. "Harry..."
Harry si asciuga velocemente gli occhi, strofinando la mano sulle lacrime che gli sono scese lungo il viso. "Non è niente, è solo... stata una lunga serata."
Una linea si forma tra le sopracciglia di Louis, il suo petto che affonda più veloce di quando credeva potesse essere possibile. "Devo andare - dovrei- andare. E' meglio che vada seriamente."
Un lampo di dolore attraversa il viso di Harry, ed apre la bocca come se volesse dire qualcosa, ma deve pensarci bene perché la richiude subito dopo e lo guarda, lo guarda mentre Louis ricambia lo sguardo, ma poi lo abbassa subito dopo verso il pavimento, la tensione che si insidia tra i suoi muscoli. Non si gira a guardare ancora Harry mentre va via.
State gioiendo con noi vero? Vero? SI SONO BACIATIIIIII CAZZO FINALMENTE AMEN ALLELUJA SPARIAMO I FUOCHI D'ARTIFICIO. No ok mi calmo però aaaaaaaah finalmente ce l'hanno fatta però LOUIS CAZZO FAI? Secondo voi ora cosa succederà? Come la prenderà Harry?
Mi dispiace per l'attesa ma Giuly ha avuto alcuni problemi però eccoci qui. Il capitolo è corto e vi ho spiegato sopra il perché, ci rifaremo con il prossimo tranquille. Coooomunque, fatemi sapere le vostre impressioni, sclerate pure per il bacio non so quello che volete. Ci trovate qui #SLCTLWL oppure ci lasciate una recensione.
Bacioni, Sil&Giul.
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So let's cross the lines we lost (Italian Translation)
FanfictionLouis vive una vita non così tranquilla in un quartiere non altrettanto tranquillo. L'inizio dell'università doveva essere una cosa facile per lui, un nuovo inizio, ciò fino a quando non scopre che il suo nuovo vicino di casa è Harry Styles, e loro...