Qualcosa di proibito

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Xavier

Zoe sarebbe arrivata da un momento all'altro.

Amavo incredibilmente quella ragazza e il suo essere la principessa limitava qualunque situazione.

«Xavier!» la udii gridare il mio nome dalla gioia appena giunse alla tenuta.

La sollevai per farle fare una giravolta e la baciai:

«Vieni, ti porto in un posto a me caro.»

La condussi a cavallo fino alla vecchia tenuta di caccia dei miei bisnonni.

«Ha un aspetto così... inquietante...» si strinse al mio braccio come a cercare protezione:

«Non preoccuparti, è solo abbandonata e vecchia.»

«Non credi che potrebbe crollarci addosso?» mi fece scappare una risata quella sua affermazione, era davvero tanto brutta e rovinata?

«Vedrai, ti piacerà amore mio.»

Con lei abbracciata al mio braccio mi addentrai nel buio che si intravedeva dalla porta spalancata.

Dentro era completamente diversa, c'era un piccolo focolare che una volta acceso avrebbe illuminato l'intera struttura, perciò creai la fiamma e ci buttai a bruciare qualche legnetto che il vento aveva trasportato sul pavimento.

«Ti fa meno paura?»

«Sono terrorizzata dalla probabilità che debbano venirci a cercare sotto questo ammasso enorme di macerie.»

«Ah, non temere, è ancora solida.» mugugnò qualcosa non convinta delle mie parole:

«Seguimi, ti mostro il resto della casa.»

La portai in ogni stanza presente raccontandole qualche vicenda del passato e poi giungemmo finalmente nella camera da letto.

«Ed ecco la stanza in cui sono stato concepito io...»

«Cosa? Qui dentro?»

«Esattamente su quel letto.» glielo indicai e lei riluttante si avvicinò:

«Ma la duchessa non si è rifiutata di fare l'amore in mezzo a questa sporcizia? E poi tutta questa polvere!» passò la mano sulla testiera e un sottile strato grigio le rimase sopra.

«No. Lei conosceva perfettamente la storia e il valore affettivo di questa casa, quindi per lei fu un onore.»

«Oh Signore, sei stato concepito qui...» accarezzò le lenzuola e scrutò le coperte, vedevo la sua espressione mutare, diventava sempre più esaltata e meno schifata.

«Deve essere stato bello scoprire di essere stati benedetti con il Sacro Dono proprio nella tenuta appartenuta alle antiche generazioni.»

«Oh, puoi immaginare come la presero... al principio credettero che fosse un segno; per loro, specialmente per mio padre, significava che Dio voleva garantire una lunga stirpe con il nostro nome... e poi quando nacqui io, un maschio, allora tutto questo divenne ben più di una superstizione, i miei genitori si unirono altre volte in questo luogo a seguito della mia nascita, eppure quel dono lo ricevettero solamente quel giorno.»

«Capisco. Cosa provi quando vieni? Cioè... senti qualche emozione strana o ti sembra di essere un miracolo vivente... o-» la interruppi prima che raggiungesse qualche cosa di divino:

«In realtà so di essere come tutti gli altri... alla fine è il Signore che benedice l'unione con il Sacro Dono quindi... perché con me dovrebbe essere diverso?»

«Davvero non provi sentimenti o legami con questo posto?»

«Certo che ho dei legami. Io amo passare le giornate in questa casa, la tranquillità regna su tutto.»

Sono la regina del mio amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora