Morto un re se ne fa un altro

825 42 2
                                    

Elizabeth

Indossai l'abito adatto a queste circostanze, lo stesso che avevo al funerale di Austin, e poi mi preoccupai di raccomandare un paio di cosa a Jamie che era già stato impeccabilmente vestito da Rebekah:

«Ascolta Jamie, fra poco vedrai il re sdraiato su un letto di fiori immobile, come se stesse dormendo, tu non fare rumore e lascia che il prete parli anche se non capirai quasi nulla.»

«Va bene, madre.»

«Madre? Da quando mi chiami così?»

«Ala festa li altri bambini lo facevano sempre.»

«Sì, ma tu non sei come gli altri, lo sai che queste formalità le devi avere solo con papà e non con me.»

"È vero.»

«A proposito del principe, sta vivendo un momento difficile, per oggi cerca di non restargli troppo appresso.» annuì un po' deluso per le restrizioni.

Ci incamminammo verso l'abbazia più vicina, tutto era stato tempestivo e non c'era stato il tempo per organizzare qualcosa di più grande nonostante la situazione lo richiedesse.

Già molti gruppi di nobili erano riuniti a chiacchierare, alcuni a piangere, ancora la famiglia reale non era arrivata e la maggior parte dei presenti erano gli invitati alla festa di Jamie, lui ne riconobbe qualcuno e mi chiese il motivo dell'assenza dei bambini che ormai erano i suoi nuovi amichetti.

Restammo in disparte ad attendere per qualche minuto e nel frattempo vidi Rose che non si era data pace nemmeno un attimo per preparare tutto:

«Rose, fermati un momento, sei stanca e poi questa situazione ti deve toccare molto: tu lo hai visto nascere il re.»

«Oh Liz... Non so più nemmeno come mi sento...» la donna di fronte a me cominciò a singhiozzare sfinita e io lasciai la manina di James per abbracciarla.

«Non posso capire il dolore che provi, ma chi ha fatto questo non l'avrà vinta, stai tranquilla, Jace reagirà e farà pagare tutti coloro che hanno complottato contro il nostro paese.» non c'era altro che potessi dire per consolarla, ormai l'unica speranza rimaneva proprio il principe e, sebbene io fossi scettica sull'argomento, lui avrebbe dovuto prendere in mano il regno e governarlo nel miglior modo possibile cominciando da oggi, doveva presentarsi al funerale era necessario, ma non scontato.

«Mamma! Guarda!» Jamie catturò la mia attenzione tirandomi la gonna del vestito, lo faceva spesso, era diventata un'abitudine, e indicò una sfarzosa carrozza che giungeva sul sentiero sterrato.

Si fermò esattamente davanti alla chiesa e quando vidi lo sportello aprirsi pregai che ci fosse.

Dal piccolo abitacolo scorsi una folta chioma mossa semi bionda uscire per prima e subito percepii la pressione al cuore alleggerirsi e fu come tornare a respirare; da grande gentiluomo pose la mano per aiutare a scendere la sorella e poi il braccio alla madre la quale si allacciò ad esso e insieme entrarono nell'abbazia seguiti dalla principessa e dagli altri presenti, per ultimi li raggiunsimo anche noi.

Il rito fu lungo ed ero convinta che Jamie non avesse capito neanche una parola, nonostante ciò aveva obbedito e non aveva aperto bocca neanche per chiederne il significato.

La regina e Zoe non fecero altro che piangere per tutto il tempo ininterrottamente e i loro singhiozzi rimbombavano contagiando di tristezza persino i servi dei nobili, i quali, ero convinta, non avessero mai neanche visto il re.

Jace tentò in ogni modo di trattenere la rabbia e le lacrime dando prova di essere forte agli occhi di ognuno, ma verso la fine anche lui cedette e lasciò vedere il suo intenso dolore.

Sono la regina del mio amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora