Perdonami!

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Elizabeth

Non attesi che aggiungesse altro e me ne andai; avevo tremendamente voglia di prendere in braccio mio figlio e coccolarlo, chissà cosa stava pensando...
Gli avevo promesso che sarei tornata da lui e invece dopo quel trambusto mi ero persino scordata che sarei dovuta andare nelle varie stanze a fare i letti.

«Jamie...»

«Mamma! Nona Rose mi ha racontato da dove vengono i bambini!» guardai confusa la governante e lei mi sorrise complice.

«Ah sì? E perché non lo spieghi a me ora?»

«Che quando un uomo e una dona si voliono tanto tanto bene e si abraciano in un modo speciale poi dentro la pancia di lei nasce un bambino.» mi sentivo imbarazzata come ai tempi del primo flusso... mio figlio aveva già la perspicacia di chiedere tali avvenimenti!

«È proprio così, però adesso la nonna deve andare e rimango io con te, va bene?» annuì contento.

Appena uscita mi riempì di altre domande:

«Tu hai usato quel'abracio speciale con il principe?»

«Ehm... sì...»

«E io sono arivato subito?»

«Quasi.»

«Ma non è che adeso non poso più starti vicino che rischio di far arivare un bambino?»

«No ometto mio.»

«Che diferenza c'è da uno normale e uno speciale?»

«Le persone scelgono di abbracciarsi in quel modo speciale e sanno capire quando non si tratta di uno semplice.»

«Quindi tu e il principe mi avete voluto?»

«Certo! Non si fa un figlio senza volerlo.» percepii le gote scaldarsi per la bugia.

«Poso chiamarlo papà?»

«No, amore. Sai che solo io ti permetto di chiamarmi mamma, gli altri bambini come si rivolgono ai propri genitori?»

«Dicono madre e padre...»

«Allora puoi chiamarlo padre.»

Gli circondai le fragili spalle e lo portai ad appoggiarsi sul mio ventre mentre dolcemente lo accarezzavo trasmettendogli ogni singola emozione di una mamma.

Mi tornarono alla mente i momenti in cui Jace prendeva in braccio il neonato e lo cullava completamente inconsapevole del loro legame, erano immagini bellissime che mi riempivano di gioia il cuore.

«Jamie, ti fa ancora male il pancino?»

«Un po'.»

«Fammi vedere cosa succede a questa cattiva ferita che non vuole proprio guarire.»

Gli sollevai la camicetta ancora immacolata, se non poteva scendere dal letto non poteva uscire a giocare e se non poteva uscire a giocare non si sporcava; il bendaggio era appena rossiccio, doveva aver sanguinato leggermente durante la notte, tolsi anche quello e scoprii il foro della pallottola, non si era ancora cicatrizzato del tutto ma aveva cambiato notevolmente aspetto e gli provocava meno dolore a distanza di tre giorni.

Jace

Camminavo per la tenuta senza sosta, il duro rimprovero di Elizabeth mi aveva lasciato l'amaro in bocca e attendevo solo il momento giusto per farmi perdonare.

Udii mia sorella tornare dal cortile, stamane era uscita per una cavalcata con Xavier e immaginavo fosse all'oscuro di ogni avvenimento.

Dovetti spiegarle subito cos'era accaduto e in mezzo a questo fui anche costretto a dirle di Jamie; non ne ero sicuro, sembrava felice che fosse mio e non dello stalliere eppure non mancò di ammonirmi per il comportamento avuto contro mio padre.

Sono la regina del mio amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora