Capitolo25

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«Lauren..»
Demi, con voce allarmata, scuote la ragazza che dorme nel suo letto, ma questa non si sveglia.
«Lauren.. Lauren!» urla
La latina infastidita apre gli occhi e si butta il cuscino in faccia, gemendo.
«Cosa c'è? Che ti urli?»
Demi le toglie il cuscino dal volto, accarezzandole una guancia, tenendo però la mascella contratta e le sopracciglia aggrottate.
«Pe-pensavo...» scuote la testa «Ho visto il fazzoletto pieno di sangue sul letto e... Ti sei fatta del male questa notte, perché non mi hai svegliata invece di punirti? Ero qui, accanto a te» la riprende con tono abbastanza seccato
«Sei arrabbiata con me?»
Demi si fa spazio sul suo letto matrimoniale e si sdraia tenendo tra le sue braccia Lauren. Quest'ultima di accoccola, poggiandole la testa sullo sterno, lasciandosi accarezza dalle mani della sua amica che lentamente fanno su e giù sul braccio, facendola rilassare.
«Sono furiosa, il che è ancora peggio, ma tu dovresti esserlo il doppio per quello che ti sei fatta» afferma decisa «Il discorso di ieri non è servito a nulla? Cosa vuoi fare Lauren? Prima dici sì, due minuti dopo ti tagli e soprattutto con cosa! Non ho oggetti taglienti nel mio bagno da quando sono uscita dal Timber... Ecco» si interrompe mettendosi seduta per guardarla meglio negli occhi «Perchè non vai al Timberline Knolls? Ti aiut..»
«No!» urla la latina sbarrando gli occhi «Io non vado da nessuna parte. Sono qui con te, non ti ho chiesto neanche aiuto eppure sei disponibile ma a me non serve aiuto, sto bene, okay? Okay.» ringhia a denti stretti, incrociando le braccia al petto
«Lauren, cazzo!» controbatte la Lovato esausta «Ti droghi, ti tagli, hai picchiato Mahone... Hai toccato il fondo. Non sei la mia Lauren e rivedo me stessa in te e mi fai paura, moltissima. Pure io avevo paura di me  all'epoca e tu dovresti averne di te per quello che ti stai facendo, per come ti stai trattando, per aver perso la strada e non riuscire a tornare sui tuoi passi!»
«Magari non ci voglio tornare!»
Lauren si alza di scatto dal letto, afferra i suoi vestiti, infilandoseli nervosamente, prende il suo telefono lasciato sul comodino e lo mette nella tasca posteriore.
Guarda Demi per qualche secondo e poi abbassa gli occhi per la vergogna. La vergogna di ciò che è diventata. Lo sa pure lei che è un mostro.
«Non mi interessa del tuo contratto Lovato, te lo puoi tenere. Non voglio curarmi, sto..»
«Ieri non sembrava. Ieri volevi morire. Ieri mi supplicavi di far tacere ogni tuo pensiero e di salvarti»
La interrompe mentre avanza verso di lei, fino a farla scontrare con le ante del balcone. Sono ad un centimetro di distanza con i respiri all'unisono.
«Prima avevo paura che tu fossi morta, capisci? Il mondo mi è crollato addosso quando ti scuotevo e tu non reagivi.. Vederti così mi fa più male di tutte quelle lame che ho lasciato far scorrere sul mio corpo. Più di tutte quelle volte che ero ad un passo dall'overdose o dal coma etilico. Non posso vederti così» confessa senza mai distogliere gli occhi dalla figura della latina davanti sé
Lascia che le lacrime le cadino lungo il viso, nonostante abbia tentato di trattenerle fino a questo momento. Lascia che l'emozioni prendano il controllo di sé stessa.
«Ti sto su-supplicando Lau-Lauren» singhiozza «Non ti dico di farlo per me o per Camila o per te stessa, per tua figlia. Pensa a lei, cavolo! Se un giorno ti trovassero dissanguata a terra, lei cosa penserà? Non ha un padre, non ha nessuno con sé. Non ha una famiglia oltre te, tu sei tutto per lei: la sua eroina, la sua supermamma, il suo idolo. Dio, perché fai la stupida e non penso a lei? Taylor non c'è, non c'è cazzo, non c'è più nessuno e non ci sarà nessuno se tu andrai via e lascerai di te solo un triste ricordo» continua gesticolando freneticamente «Adesso basta, chiudi questo libro delle menzogne e prende le redini della tua vita!»
La latina si toglie da quella posizione, allontanandosi dall'amica. Il respiro è pesante, i pugni sono ben serrati e guarda con la coda dell'occhio le nocche diventare bianche e le unghie infilarsi nella pelle del palmo, facendosi un gran male.
«Basta lo dico io» farfuglia col capo chino «Come osi nominare mia sorella quando tu al funerale non sei venuta?» chiede perdendo completamente le staffe «Come osi dirmi ciò che giusto e ciò che è sbagliato quando tu eri la prima a farlo! Madison, tua sorella, era piccola e tu le davi questo buon esempio! Da quale pulpito viene la predica, quale?! E tranquilla che se non fosse per Isabel, avrei affondato molto più giù la lametta tempo fa! Non sono affari tuoi quello che faccio o meno, chiaro? Sarò pure pazza o un mostro ma a te non deve importare e se un giorno mi troveranno morta in un lurido bagno magari con una siringa attaccata al braccio, molto meglio. A nessuno importa di me cazzo, a nessuno, quindi smettila, Dio mio, smettila di farmi la morale, di aver paura e di far finta che di me ti importi qualcosa. Io ti odio Demetria, come odio chiunque. Mi fai schifo come mi fanno schifo tutti e sono stanca di avervi intorno, sono stanca di stare qui, sono stanca di ogni fottuta cosa, quindi tappati quella cazzo di bocca. Cazzo, basta?!» strilla le ultime parole stringendosi le mani tra i capelli «Vaffanculo..»
Lentamente scivola lungo la sponda del letto e da dietro tira un pugno sordo, facendosi male, finendo per aumentare i singhiozzi e le lacrime.
La testa si infila tra le braccia che allacciano le gambe e rimane così a sfogarsi per un po' finché Demi non arriva in suo soccorso.
«Ho bi-bisogno di pasticche...» singhiozza
Il suo cuore è accelerato, la vena del collo le pulsa e inizia a sudare freddo.
Ha paura che il cuore le possa scoppiare all'istante, i battiti sono così irregolari e forti.
«Non hai bisogno di quella merda!»
«Chia-chiama un'ambulanza.. sto per morire»
«È solo un attacco di panico, respira» prova a rassicurarla Demi stringendole le mani
«Cazzo chiama il 911» insiste respirando a fatica «Sto per mo-ri..»
«Lauren, no! Sve-svegliati... Ehi, svegliati!»
Lauren è distesa a terra, non è completamente priva di sensi ma non riesce a muovere neanche un muscolo, gli occhi sono troppo pesanti per tenerli aperti.
«Tesoro, svegliati, ti prego» piagnucola «L'ambulanza sta per arrivare, tu.. tu non fare scherzi»

I paramedici arrivano in dieci minuti, caricano Lauren su una barella e subito le infilano una mascherina dell'ossigeno. Lei si agita e se la toglie infastidita.
«No signorina, la deve tenere» afferma un uomo
«De-Demi» prova a dire con molta fatica «So-sono incinta»

Grahana ||CAMREN||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora