Capitolo26

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«Che abbiamo qui?»
«Lauren Jauregui, vent'anni, incinta al quinto mese. È svenuta in casa, i parametri vitali sono normali ma credo che le si siano rotte le acque»
La ragazza viene portata nel reparto di ostetricia, dove, non appena ripresa conoscenza, una donna le spalma del gel freddo sul ventre e con una sonda muove e guarda sul monitor quello che succede al bambino.
«Mhh, sì, sembra che il bambino voglia uscire» annuisce senza togliere gli occhi dallo schermo
«Ma.. ma non sono in travaglio» sibila «Ho già partorito una volta e ricordo i dolori e le urla, mi creda»
La dottoressa le pulisce il ventre con delle carta imbevuta, butta tutto in un cestino e ordina a Lauren di aprire le gambe.
«Le acque le si sono rotte mentre veniva qui ma ancora non è abbastanza dilata per questo non sente dolore. Entro oggi nascerà.. ehm, il bambino è messo in una posizione tale da non far capire il sesso ma..»
«Va bene così» sospira «Ho scoperto di essere incinta poche settimane fa e voglio che pure il sesso sia una sorpresa»
                          ***
Qualche ora più tardi Lauren inizia a sentire delle forti contrazioni. Demi è lì che le stringe la mano e l'aiuta a respirare e a non perdere il controllo, ma ormai la latina è completamente fuori. Il dolore è insopportabile.
«Chia-chiama a...» dice con molta fatica «Camila»
«Tesoro l'ho fatto già tre volte»
Spazientita, Lauren prende il telefono dalle mani dell'amica, inserisce il codice e chiama a Dinah, la quale risponde immediatamente.

«Demi»
«No...» ringhia «Sono Lauren, passami, subito, Camila o metti in viva voce» continua a parlare a denti stretti
«Sei in viva voce, vai» la informa DJ
«Camila perché cazzo non rispondi al telefono?! Sto per partorire e..»
«Tu cosa?!» urlano tutte all'unisono
«Alza il culo e vieni qui, senza di te non farò nascere nessun bambino!»

Chiude la chiamata e butta un urlo di dolore. Si morde la mano per evitare di far uscire altri suoni, ma niente da fare.
«Con chi terrò il bambino? Devo.. devo prendere pure Isabel ora, farla vivere con me ma.. io sono una cantante, con chi stanno? Non ho nessuno» piagnucola
La realtà le cade addosso di punto in bianco. È come se un treno l'avesse investita in pieno e finalmente capisce molte cose.
«Laur, mi stai ascoltando?»
«Demi, de-devo.. Devo andare in riabilitazione, non posso.. Aaah» un altro urlo soffocato esce dalla sua bocca, il respiro è sempre più pesante «Lo devo fare per i miei figli.. Fi-fine dei giochi»
«Sono fiera di te!» esclama sorridendole «Andrá tutto bene, non rimarrai sola e vedrai che sistemeremo tutto»
La ginecologa e un'infermiera accorrono subito nella stanza di Lauren, interrompendo quella conversazione. Guardano di quanti centimetri si è dilatata e affermano che è giunto il momento, non si può più aspettare.
«Dobbiamo andare, sta per nascere»
«Senza Camila non partorisco, la prego»
La dottoressa insiste ma la latina è irremovibile, tanto che si fa dare dei farmaci per rallentare la nascita del bambino e avere più tempo

Passano più di quattro ore e, ormai, senza più essere ascoltata, viene trascinata in sala parto.
Lauren si dimena e dispera, insistendo che senza Camila non farà nulla, ma ciò andrà contro il bambino, quindi è costretta a farlo, volente o nolente.
«Iniziamo!»
«No, no, voglio Camila» piagnucola
«Signorina mi ascolti» la prende con le buone l'infermeria «Il bambino sta nascendo con quattro mesi di anticipo, abbiamo aspettato più di quattro ore, dobbiamo procedere ora o saremo costrette e farle un cesareo d'urgenza. Camila non verrà, si metta l'animo in pace!» conclude seccata
«Ca-cami-la» sibila stringendo i denti
«Spinga, su, spinga!»
Chiude gli occhi e trattenendo le urla spinge con tutta la forza che possiede in corpo.
Serra i pugni, ma quello della mano destra viene aperta da qualcuno che intreccia le dita alle sue.
«Sono qui amore mio» sussurra la cubana al suo orecchio «Forza, ci sei quasi»
Il bambino nasce, ma non piange, non tutti gli organi sono sviluppati e subito lo mettono nell'incubatrice, senza dare il tempo alla mamma di vederlo o vederla.
«È una bambina, congratulazioni» accenna la ginecologa
Camila e Lauren si guardano negli occhi e si sorridono a vicenda prima di dire all'unisono il suo nome, come se si fossero lette nel pensiero, come se fossero una famiglia.
«Taylor»
                        ***
Le ex colleghe di Lauren sono lì accanto al suo letto, insieme a Demi.
Camila le stringe la mano e accarezza quelle dita affusolate, intrecciandole alle sue. Un piccolo sorriso spunta sulle labbra di Lauren non appena incontra il viso della cubana, una volta riaperti gli occhi.
«Amore mio, ben svegliata»
Le lascia un bacio a stampo, ma Lauren ha bisogno delle sue labbra, così le morde quello inferiore, facendola gemere leggermente, per non farla andare via.
«Ehi ehi, piano, prendetevi una stanza, eh» si lamenta la suora del gruppo
«Suor Ally, ci perdoni perché non sappiamo quello che facciamo» la sfotte Camila facendo ridere tutte le presenti «Lolo, perché non ci hai detto di essere incinta?»
La latina abbassa lo sguardo e guarda altrove, prima di trovare le parole giuste, dopo un lungo silenzio.
«Lo scoprì il giorno del funerale di Taylor e... Non avevo il coraggio di dire che ero di quasi cinque mesi e per tutto questo tempo ho usato una fascia per coprirmi la pancia.. e mi vergognavo, poi sono sola, la bambina non ha una famiglia, ha solo me, non so come fare ma...»
«Lolo» la interrompe «Le bambine hanno anche me» sussura cercando i suoi occhi «Tra poco dobbiamo partire, Simon non sa che siamo qua, ma tranquilla amore, tornerò presto e cambierà tutto, te lo prometto, crescerò con te Isabel e.. e Taylor. Non ti lascerò sola, te lo prometto, sarò sempre al tuo fianco»

Grahana ||CAMREN||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora