Capitolo 10

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Aah, che bello svegliarsi di buon umore.
Ormai il mio stato d'animo dipende completamente da Filippo e sono felice di questo, perchè lui mi fa stare bene. O almeno fino ad ora è così.
Sembro proprio un'altra persona sta mattina: sono addirittura in anticipo e questo non succede quasi mai.
Inoltre, oggi sono carica di energia positiva.
Tutto appare meraviglioso ai miei occhi, persino la tazza di caffè che sono riuscita a rovesciarmi sulla maglietta bianca appena presa dall'armadio.
Dopo essermi cambiata, scendo giù per raggiungere la fermata del tram.
Durante il tragitto ascolto un po' di musica dalle cuffiette, come mio solito, e questo mi rallegra ancora di più.

Appena arrivo a destinazione, non faccio caso alle persone presenti poichè sono troppo concentrata a canticchiare nella mente "Shape of you" di Ed Sheeran. Adoro questa canzone, mi fa venire voglia di ballare.
All'improvviso qualcuno mi sfila una delle due cuffiette dall'orecchio e quasi sussulto quando mi accorgo che è Filippo.
Vorrei abbracciarlo fortemente fino a stritolargli anche lo ossa, ma poi mi ricordo subito del piccolo grande segreto che avevamo stabilito ieri: nessuno avrebbe dovuto sapere di noi.
Quindi mi contengo, o meglio, cerco di contenermi ma so già che il mio autocontrollo non durerà a lungo.
"Ehi Fil" - lo saluto timidamente dandogli anche una piccola spinta per aver interrotto il mio momento musica.
Lui mi fa l'occhiolino, come per ricordarmi di quell'accordo, di quel patto, di quel segreto.
A quel gesto quasi impazzisco e, come avevo già previsto, il mio autocontrollo comincia ad abbandonarmi.
Per fortuna arriva il tram; non sarei restita al lungo sapendo che al mio fianco c'era il mio quasi ragazzo che non potevo nè guardare nè toccare.
Decidiamo di stare il piú lontano possibile perchè sappiamo entrambi che, se ci fossimo seduti uno di fianco all'altra, avremmo finito per baciarci con foga davanti a tutti.

Terminata la giornata di scuola, muoio dalla voglia di assaporare le labbra di Filippo come non mai.
È praticamente un giorno che non le vedo posarsi sulle mie e questo pensiero quasi mi distrugge il cuore.
Mi manca.
Mi apposto sotto un albero, all'ombra, e nel frattempo scrivo un messaggio al mio Fil.

Federica: "Dove sei? Voglio vederti"

Proprio quando schiaccio il tasto 'invio', una voce richiama la mia attenzione.
Mi volto ed è Carmen.
Lo ammetto, avrei preferito fosse Filippo, ma va bene lo stesso. In fondo Carmen è una mia amica e mi piace stare in sua compagnia.
"Ciao Carmen, dimmi tutto" - la saluto sorridendo, anche se di controvoglia.
Carmen viene in classe con me ed è la mia vicina di banco. Spesso mi chiede gli appunti di italiano ed io glieli passo sempre volentieri: mi piace aiutare gli altri e sono felice quando mi chiedono una mano.
Prima che potessi aprire di nuovo bocca, mi porge una cartolina.
"Questo è l'invito per la mia festa di diciott'anni. Ti aspetto, non mancare" - mi spiega entusiasta.
"Wow, grazie. Non mancherò assolutamente" - dico io accennandole un sorriso, questa volta vero.
Carmen è una ragazza molto popolare nella scuola, sicuramente avrà invitato un sacco di bella gente. Non vedo l'ora di andare alla sua festa: si terrà questo stesso sabato in un posto davvero carino.
Prima di andare via, controllo il telefono e noto di aver ricevuto una risposta da Filippo (finalmente).

Filippo: "Sono qui, Fata"

Adoro quando mi chiama Fata.
Mi volto e, appoggiato ad un muretto biancastro, c'è lui.
La prima cosa che penso è: ma quanto è bello?
Noto che si sta ripetutamente mordendo il labbro inferiore perchè probabilmente anche lui muore dalla voglia di accoppiare le nostre labbra.
Mi dirigo verso di lui, ma un'altra ragazza mi precede: è quella biondina della 4E che non gli da mai tregua.
Avanzo leggermente per ascoltare meglio cosa si dicono.
"Ciao Filo, chi aspetti?" - dice lei con aria curiosa.
"Nessuno, sto solo prendendo un po' d'aria. Ora ho da fare, ciao Valentina"
Quanto avrei voluto che Filippo le avesse risposto "sto aspettando la mia Fata, ora vattene".
Se ne sarebbe sicuramente andata con la coda fra le gambe quella p...oco di buono.
"No Filo, aspetta. Ho sentito dire che ci sarai anche tu alla festa di Carmen, non è vero?"
Lei cerca un contatto, infatti noto che poggia la mano sul braccio di Filippo come per avvicinarlo a sè.
Questo non lo tollero, come non tollero il fatto che  dovró sopportare quella Valentina anche alla festa di Carmen.
Filippo annuisce solamente, sperando che se me vada al più presto.
Vedo che lei continua a parlargli, ma non riesco a sentire cosa gli dice. Poco dopo se ne va, lasciando finalmente solo il mio uomo.
Non la sopporto, non la sopporto, non la sopporto.
Ora sono io a raggiungere Filippo: devo, però, ancora contenere quella voglia matta di baciarlo.
Uffa, non restito davvero più.
"Eccoti" - mi metto ad urlare come se fossi una bambina felice (lo ero).
Lui mi regala un sorriso a trentadue denti e io non posso che ricambiare.
"Cosa voleva quella...Valentina?" - gli domando anche se avevo già sentito cosa si erano detti.
"Misà che qualcuno qui è geloso" - pavoneggia lui facendomi il solletico.
"Io non sono gelosa" - gli rispondo quasi urtata.
"Ah no? Dal tuo tono di voce non si direbbe"
Faccio finta di non averlo sentito e continuo a sopportare il solletico.
In realtà avrei voluto che quelle mani mi accarezzassero dolcmente, ma c'era sempre quell'accordo che ci impediva di fare tutto ciò.
Forse è vero, sono gelosa, ma ho solo paura di ammetterlo.
"Comunque mi ha detto che andrà alla festa di Carmen, ma io non credo di andarci" - sbuffa.
"Come non ci andrai? Dai Fil, ci sono anche io. Ci andramo insieme" - quasi lo prego.
"Fata, non possiamo, lo sai già" - mi ricorda lui.
"Ma da amici, Fil"
"Ci penserò, va bene?" - mi risponde infine, portandomi i capelli dietro l'orecchio destro.
"Muoio dalla voglia di baciarti" - gli sussorro mentre compie quest'azione.
"Anch'io, Fata. Anch'io" - ribatte lui mordendosi il labbro inferiore.
Osservo le sue labbra che si muovono in modo sensuale e quasi svengo a quella vista.
"Vieni, ti porto in un posto" - mi dice prendendomi il polso.

"Dai Fil, levami questa bandana dagli occhi" - lo supplico riferendomi a quel pezzo di stoffa che mi aveva legato attorno alla testa prima che partissimo.
"E poi sono stanchissima, è da mezz'ora che camminiamo" - mi lamento ancora.
"Emh, in realtà sono passati solatanto dieci minuti...comunque siamo arrivari" - dice mentre mi toglie quella bandana dagli occhi che poi si lega attorno alla testa per mantenere indietro i capelli.
Finalmente posso ammirare il panorama: ci troviamo su un piccolo terrazzo di una casa abbondonata, immagino.
La vista è mozzafiato: in lontanaza c'è il mare che, in realtà, non sembra poi cosí lontano. Posso addrittura scrutare le onde che s'infrangono contro gli scogli.
Ho sempre amato il mare, fin da bambina.
Io e la mia famiglia andavamo sempre in vacanza al mare, a Malta: lí è tutto meraviglioso, non c'è neanche bisogno che ve lo dica.
All'età di quattro anni sapevo già nuotare senza braccioli, tutto grazie a mio padre che mi ha insegnato a non aver paura di nulla, nemmeno del mare che, anche se è profondo, suscita tanta curiosità in me.
Le cose misteriose m'incuriosiscono sempre: il mare ne è un esempio.
Filippo ne è un altro.
Oltre al mare, da qui è possobile ammirare un'enorme distesta di campi coltivati e prati verdi.
La natura è la mia seconda casa: da piccola pensavo di essere un insetto nato nel posto sbagliato.
Forse è anche per questo che Filippo mi chiama "fata": gli ho raccontato della mia passione per la natura e per tutto ció che la riguarda quando abbiamo trascorso quel lungo pomeriggio a parlare di noi nel bar vicino scuola.
"Wow" - riesco a pronunciare soltanto queste tre lettere perchè sono letteralmente senza parole.
Filippo mi stupisce ogni giorno sempre di piú e questo non fa altro che aumentare la grandezza dei sentimenti che provo per lui.
"Io sono davvero senza parole, grazie Filippo"
Sento la sua mano posarsi sulla mia spalla: a quel tocco rabbrividisco.
"Non devi ringraziarmi, Fata" - mi sussurra nell'orecchio mentre pian piano fa in modo che i mostri volti siano uno di fronte all'altro.
Quando siamo definitivamente bocca contro bocca, i nostri respiri si fanno sempre piú corti fino ad essere spezzati completamente da un bacio passionale.
Ogni volta avverto sempre lo stesso brivido attraversare il mio corpo, dai piedi alla testa.
Sento che indietreggia lentamente ed io lo seguo senza staccarmi da quelle labbra tanto desiderate.
Finiamo per scontraci con un muro, ma non importa.
Continuiamo a baciarci con foga, staccandoci di tanto in tanto per riprendere fiato.
Filippo traccia una scia di baci umidi che va dalla mia bocca alla clavicola, dalla clavicola al petto.
Quando si ferma, io posso avvertire il suo respiro comprimersi sulla mia pelle.
Poi riprende a baciarmi e questa volta la scia di baci segue il percorso inverso: dal petto alla clavicola, dalla clavicola alla bocca.
Cerco di trattenermi, ma non ce la faccio e mi lascio sfuggire un piccolo gemito quando le sue labbra toccano dolcemente il mio collo.
Si, questo è il mio punto debole. Assieme all'orecchio.
"Sei pazzo, Fil" - sussurro interrompendo quel momento pieno di passione.
Lui si stacca definitivamente e risponde alla mia provocazione.
"Sono pazzo di te, Fata. Di te"
È pazzo di me.

SPAZIO AUTRICE:
ragazzi, voi siete pazzi! 137 visualizzazioni per la mia storia! vi ringrazio davvero tanto, non me lo sarei mai aspettata😭❤️

Quel ragazzo con le piumeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora